Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

Questa Caserta non s’ha da fare. Chissà se Manzoni, conoscendo le mie vicissitudini cestistiche ai piedi della Reggia, avrebbe cambiato la sua tanto celebre frase sull’unione tra Renzo e Lucia. Ciò che appare sicuro è che ogni qual volta decida di raggiungere il PalaMaggiò, la fortuna mi volti sistematicamente le spalle. Se la prima volta, in occasione della partita contro la Virtus Roma, non riuscii proprio ad arrivare a destinazione a causa dei capricci della macchina in autostrada, stavolta posso almeno dire di essere arrivato al palazzetto. Peccato che a rifiutarsi di svolgere il proprio compito sia stata la macchinetta, inspiegabilmente defunta per l’occasione. Il racconto, quello almeno senza intoppi, lo faccio comunque per dovere di cronaca.

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

Dopo aver passato il pomeriggio in quel di Salerno, assistendo alla sfida tra i padroni di casa ed il Benevento, raggiungo Caserta con un pullman che sostituisce il treno sapientemente soppresso da Trenitalia. E già qui dovevo intuire che non era la mia giornata. Il torpedone, infatti, duplica i tempi di percorrenza, rimanendo spesso incagliato nei vari paesini che attraversa. Raggiunta la stazione casertana, un amico si offre di darmi un passaggio fino al palazzetto, che dista ben dieci chilometri dal centro cittadino, essendo edificato nell’area di Castel Morrone. Il perimetro dello storico impianto casertano è letteralmente blindato da polizia e carabinieri, segno che la tensione percepita, anche dalle rispettive questure, ha da tempo superato i limiti di guardia. A dire il vero, però, ormai per superare questi limiti ci vuole davvero poco. Basta un coro contro per ritrovarsi, nella gara di ritorno, un dispiegamento in pieno stile G8.

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

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Manca poco alla palla a due e, dopo aver ritirato il mio biglietto, accedo in tribuna sistemandomi in una posizione ottimale dalla quale penso (ingenuamente) di poter scattare. Il pubblico presente è quello delle grandi occasioni con la Juvecaserta che, da qualche tempo a questa parte, ha ritrovato la sua curva compatta ed unita in nome della città e della maglia.

La rivalità con Avellino è complicata da spiegare. Partiamo dal presupposto che nel calcio le due piazze non solo si rispettano, ma esiste una vera e propria amicizia. Nel basket dove, soprattutto a Caserta, la componente ultras è perlopiù composta da ragazzi che non frequentano gli ambienti calcistici, non si è invece mai nascosta una certa antipatia tra le due fazioni. Antipatia che dapprima veniva contenuta per volontà calcistica ma che poi, vuoi per il cambio di guardia della curva irpina, vuoi per lo scioglimento dell’Inferno, si è sempre più trasformata in una vera e propria rivalità. Con tanto di cori e striscioni contro nelle ultime stagioni.

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

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Da Avellino sono in circa 200 al seguito dei Lupi biancoverdi, ed il loro ingresso è sommerso dai fischi del pubblico di casa. L’ambiente è caldo, tipico dei migliori derby campani. Nessuno mi toglie dalla testa che se, nel giro di qualche anno, anche Napoli riuscirà a portare la sua squadra nella massima serie, tra il Garigliano ed il Sarno si verrà a creare un bel triangolo in grado di regalare tante soddisfazioni agli appassionati del tifo della palla a spicchi.

Dopo aver tirato fuori la macchinetta mi accorgo che qualcosa non va. Nonostante provi a scattare lei non ne vuol sapere di entrare in funzione. La mia preoccupazione pian piano si tramuta in rabbia e poi in rassegnazione. Sperando di non dover mettere mano al portafogli in maniera esosa (qua non siamo più nell’era delle compatte, che magari con 30 euro te la cavavi), non mi resta che osservare la partita da semplice spettatore.

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

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Gli ultras casertani si esibiscono in una coreografia con i colori sociali ai bordi, il gonfalone comunale al centro ed in balaustra lo striscione: “Non c’è derby vinto che possa cambiare la storia, di vani successi di recente ti sei vantato, ma ricorda la tua dimensione resta l’anonimato”, mentre in tribuna viene esposto uno striscione che sbeffeggia gli Avellinesi recitando: “Heidi, Heidi ti sorridono i monti”.

Da parte irpina, come succede di consueto al PalaMaggiò, vengono accese un paio di torce verdi mentre forti si alzano i cori di risposta ai dirimpettai. Il tifo parte alla grande da ambo le parti con il pubblico di casa galvanizzato dalla partenza a razzo della propria squadra, che chiude il primo quarto sopra di ben 15 punti. Come detto in precedenza, la curva bianconera è tornata su buoni livelli ed anche in questa occasione conferma quanto di buono fatto vedere nelle precedenti uscite. Tanta voce, mani ed un bell’impatto visivo. Anche se per ora l’Inferno rimane inavvicinabile, bisogna dare atto a questi ragazzi di aver resuscitato una curva che, ai più, sembrava ormai morta e sepolta dopo che per anni aveva scritto pagine indimenticabili del tifo del basket.

Juvecaserta-Scandone Avellino 76-57, Lega A 2013/14

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Gli Avellinesi, dal canto loro, sono ormai una realtà ben consolidata nel mondo ultras della pallacanestro, tanto da non avere quasi bisogno di presentazioni. Assiepati sulle pezze degli Original Fans 1999, macinano tifo con costanza, seppur la loro squadra (fatta eccezione per il terzo quarto in cui tenterà timidamente di riavvicinarsi) non sarà mai veramente in partita, a conferma di una stagione finora tutt’altro che ricca di soddisfazioni.

Finisce così con la sfrenata esultanza del PalaMaggiò, e le rinnovate speranze di un accesso ai play-off, dai quali la JuveCaserta manca ormai da qualche anno a questa parte. Per il sottoscritto resta la delusione di non aver potuto immortalare il bello spettacolo andato in scena sugli spalti. A riprova di come l’ambiente nei palazzetti negli ultimi anni abbia acquistato molto più fascino rispetto ad un tempo. Se solo questo sport venisse un po’ più incentivato, magari con prezzi più calmierati rispetto a quelli attuali vigenti in molte piazze, avrebbe davvero un potenziale incredibile. La stanchezza comincia a farsi sentire e, fortunatamente, ho un passaggio anche per il ritorno. Almeno fino alla stazione. Da qui attendo l’Intercity Notte  per Roma, arrivando nella Capitale sporco, stanco, affamato. Ma non c’è tempo per soddisfare le ultime due esigenze. Alle 9 devo attaccare al lavoro. Stavolta più che mitomane sono stato masochista.

Testo di Simone Meloni.
Foto di Giuseppe Melone.