Prima partita della stagione, o dell’anno per certi versi: per la gente come noi l’anno comincia ad agosto e finisce in maggio, o giugno in caso di ipotetici play-off/play-out.

È strano tornare in uno stadio dopo la parentesi coppa del Mondo. Perché? Perché questa competizione c’entra poco o niente con il nostro essere tifosi/ultras, piuttosto si lega con la sola nostra passione per il pallone. Questi spalti senza bandiere, striscioni, con gente seduta, con atmosfera da carnevale non sono fatti per noi. Tranne alcune tifoserie nazionali come gli Argentini e i Croati, poche sono state le “tifoserie” a convincermi. Comunque oggi torno nelle “nostre” competizioni, quelle per club, laddove ci sono le cose che davvero ci interessano.

Agosto è iniziato da una settimana e approfitto delle vacanze per fare una tappa (quasi forzata…) a Basilea. Non per visitare questa città interessante, che avevo già scoperto nel passato in occasione degli… Europei 2008 ma, questa volta, per andare al Sankt Jakob Park. M’aspetta, una delle partite più interessanti dal punto di vista sia sportivo che prettamente ultras, tra l’F.C. Basel che gioca contro l’F.C. Zürich.

La Svizzera, come le sue vicine Germania e Austria, è un paese che da una quindicina di anni ha compiuto passi di gigante dal punto di visto del tifo organizzato. Il cambio di passo lo si evince spesso dalle foto e dai video sulla rete ma, come sapete bene, tra lo schermo e la realtà c’è una bella differenza. Per questo decido di andare per la prima volta a vedere una partita tra locali sugli spalti svizzeri.

La città è bene organizzata, un po’ troppo, e il prezzo del biglietto del tram indica già che qua tutto costa di più: tre euro, mi sembra proprio una bella fregatura, ma posso dire che sono super-puntuali e ci si potrebbe dormire dentro, talmente sono puliti.

Già dalla prima fermata c’è una signora di età rispettabile con la sua sciarpa al collo. Sono dunque nella giusta direzione e, dal centro in poi, una marea di tifosi salgono sul mezzo pubblico a darmene ulteriore conferma.

Noto tanti tifosi con sciarpe in raso, sarà forse l’estate che spinge i tifosi rossoblu verso questo tipo di accessorio. Noto pure alcuni giovani curvaioli con l’adesivo “12”: i tifosi più radicali dell’F.C.B. convergono in una specie di “super-club” che rappresenta tutta la Muttenzerkurve (Muttenz è il nome del quartiere che si trova alle spalle della curva) e che si riconosce proprio dietro il numero dodici.

Arrivo con il tram sovraffollato alla fermata Park St. Jakob che si trova a neanche cento metri dello stadio. Se si pensa al Meazza o all’Olimpico capiamo subito che siamo in un altro mondo a livello di organizzazione della rete pubblica dei trasporti.

A 45 minuti dal fischio d’inizio (la partita si svolge di sabato sera alle ore 20, come sembra sia tradizione in Svizzera) c’è una ressa incredibile di gente che beve e mangia; appena esco dal tram, ricevo una fanzine di un gruppo della curva: bella iniziativa che permette di diffondere il loro pensiero anche ai tifosi comuni. Accanto, un ragazzo prende le offerte.

Faccio un giro dello stadio e le vie attorno sono tutte chiuse al traffico, tranne ai tram e alle biciclette che sono davvero parecchie. Il settore ospite viene presidiato dalla polizia con uomini e veicoli ed è totalmente chiuso, tranne un passaggio riservato ai soli tifosi ospiti. Si vede che gli hooligans svizzeri sono piuttosto decisi, a giudicare dal dispiegamento del servizio d’ordine.

Lo stadio non è molto bello dall’esterno, un centro commerciale lo accerchia con una cinquantina di negozi, cosa che non mi sorprende, visto che nella mia unica precedente esperienza svizzera, a Berna durante gli Europei, avevo notato la stessa cosa.

Il Sankt Jakob Park fu costruito nel 1954 per la Coppa del Mondo ospitata dalla Svizzera, anche se l’idea di costruire uno stadio in questa zona covava già dagli anni ’30. Nel marzo del 1953 fu costituita una commissione per la realizzazione dello stadio che fu pronto dodici mesi dopo, per una capienza di 56.000 spettatori. Di fatto, durante questa Coppa del Mondo, in questo stadio, ci fu il “sommet” della nazionale Svizzera, che vinse 4-1 contro l’Italia, qualificandosi così per i quarti di finale della competizione.

Dopo la Coppa del Mondo, nessuna squadra di Basilea voleva giocare nel nuovo stadio. Furono dunque organizzati alcuni eventi come una corsa di levrieri o una festa federale della ginnastica. Solo nel 1963 l’F.C. Basel decise di giocare alcune partite importanti nel Sankt Jakob Park, mentre nel 1967 la squadra rossoblu vi si trasferì definitivamente.

Negli anni novanta, nonostante il Basilea fosse costretto a giocare varie stagioni in seconda divisione (Lega B), l’affluenza di pubblico era così notevole che si pensò di riadeguare l’impianto.

Nel 1997 arriva l’autorizzazione ai lavori e il 15 marzo 2001 l’FC Basel disputa la sua prima gara nello stadio nuovo, con una capienza di 33.400 spettatori. Con questi lavori ha inizio in Svizzera il movimento di modernizzazione degli stadi del paese. Difatti, per l’Euro 2008 co-organizzato tra Svizzera ed Austria, avvenne l’ultimo restauro del Sankt Jakob Park a cui fu aggiunto un terzo anello in gradinata, portando la sua capacità a 42.500 posti, ridotta a 38.500 dopo la stessa competizione, allargando così lo spazio a disposizione per ogni tifoso.

Infine, da un punto di vista urbanistico la situazione è ottima, con una stazione ferroviaria a neanche duecento metri, la fermata del tram ed un’altra per i pullman.

Ad un quarto d’ora dal fischio d’inizio faccio il mio ingresso nello stadio, e qua c’è la mia prima sorpresa, visto che le macchine fotografiche sono tassativamente proibite: in questo calcio moderno c’è ormai il copyright su tutto.

Il controllo è veloce ed in un minuto sono dentro. Gli steward, con pettorine gialle, si occupano di tutto, perquisizione, controllo dei biglietti e servizio d’ordine sugli spalti; non noto un solo poliziotto in tutto lo stadio. Si vede che Basilea è nella Svizzera tedesca, perché la “strutturazione” dello stadio è molto simile: perquisizione veloce e poi si può andare quasi ovunque; ci sono controlli più minuziosi solo all’entrata delle scale, poi si può comprare tutto l’orrendo cibo industriale che si vuole. Perfino dentro una ragazza passa per vendere pop-corn a 5 Franchi (cioè 4 €), cosa che mi annoia a maggior ragione.

Finalmente mi accomodo sugli spalti e devo dire che lo stadio è molto più bello all’interno di quanto m’aspettassi dalla mia prima visione esterna. Oggi non ci sarà il pienone, ma 33.372 spettatori per la quarta giornata della Super League non sono male.

Noto alcuni tifosi (pochi a dire il vero) dello Zurigo in tribuna con i loro colori sociali tranquillamente in mostra. La rivalità è forte tra le due tifoserie, come testimoniano gli scontri cruenti in questo stesso campo avvenuti il 13 maggio del 2006: FC Basel-FC Zürich si giocavano il titolo e negli ultimi minuti del recupero, il Basilea perde gara e titolo ad appannaggio dei rivali di Zurigo, accendendo la miccia degli scontri.

Un’ondata di pesante repressione colpì le tifoserie della Confederazione dopo questa gara, anche perché l’Euro 2008 doveva essere perfetto nel paese che ospita anche la sede dell’U.E.F.A. (e della F.I.F.A.). E si nota ancora oggi come la tifoseria locale paghi per quella gara, visto che la curva è l’unico settore dello stadio dove c’è una recinzione che la divide dall’area di gioco.

La curva di casa è bella piena, la maggiore parte della gente segue la partita a torso nudo: ci sono 25°. Solo il primo anello segue la partita in piedi, tra primo e secondo anello c’è uno striscione di più di quaranta metri che unisce tutta la curva col motto: “Rosso come il nostro amore e blu come la nostra eterna fede” siglato 12 e F.C Basel 1893. In balaustra del primo anello ci sono tutti gli striscioni della tifoseria locale, con i maggiori gruppi ultras ad occupare il posto centrale.

Nell’angolo opposto dello stadio troviamo il settore ospite che è diviso in due, tra primo anello, pieno per metà, e secondo anello ampiamente sovraffollato. I tifosi dello Zurigo saranno un migliaio e i gruppi ultras si posizionano nella parte alta. Nel basso, tranne uno striscione in italiano, “Vecchia Brigata”, con un ragazzo accanto, non ci sarà niente di rilevante. La gente si accontenterà di seguire la gara in piedi, cantando solo ogni tanto.

Le squadre sono nel tunnel sotto la curva locale, e la M.K. (la MuttenzerKurve) la accoglie con una bella sciarpata contornata da vari stendardi e bandieroni. Nel settore ospite, lo stesso spettacolo si era consumato pochi minuti prima. La sigla “Südkurve” (Curva Sud) è quella che unisce tutti i curvaioli dell’F.C. Zurigo; simbolo unico è un pugno chiuso, ma ogni gruppo ha il suo striscione.

Quando le squadre fanno il loro ingresso in campo, ogni tifoseria accende dei fumogeni, creando un bello spettacolo fatto di fumo, bandiere e sciarpe. La curva di casa resta nei toni dello striscione principale, con del blu, del rosso e del giallo, anche se alcuni striscioni sono a dominante bianconera, che sono i colori della città.

Nel settore occupato dagli ultras dello Zurigo, vengono preferite le classiche torce rosse, ma l’effetto è ugualmente suggestivo. Sembra oltretutto che non sia l’unico a godere di questo spettacolo, ma anche la gente “per bene” della tribuna riprende la curva di casa con i suoi cellulari.

Il tifo comincia e devo dire che le due tifoserie non si risparmiano. Gli ospiti si sentono eccome, ma la curva di casa non è da meno, anche se solo il primo anello segue i canti.

Il Basilea domina ed al 23° segna il primo goal, festeggiato con una decina di torce dalla curva locale. La contesa del tifo però non si spegne e gli ospiti ci credono ancora.

Con mia sorpresa sento un rumore molto strano, capisco dopo alcuni secondi che, su ogni calcio d’angolo, vengono sovrapposti un orrore di pubblicità con un filmato a tutto volume. Sembra di essere in una partita di football americano; davvero osceno: appena c’è la possibilità di guadagnare, questi signori non si tirano indietro ed ammazzano ogni volta di più lo spirito della partita e dello sport.

Quattro minuti dopo il primo gol, il Basilea ottiene un rigore. Il giocatore incaricato fallisce nella sua opera, non come un ultras che nella MuttenzerKurve aveva già acceso una torcia di nascosto.

Sul campo comunque non c’è partita e al 38° arriva la seconda rete del Basilea. Di nuovo un misto di torce e di fumogeni, con la bandiere sempre in movimento: l’immagine è bellissima ed è la vera “pubblicità” per il nostro modo di essere e per il calcio in genere.

Gli ospiti non demordono ed anche loro tengono le proprie bandiere sempre in movimento, insultando di tanto in tanto i locali ed accompagnando il loro tifo con una bomba carta che sveglia lo stadio.

Ad un certo punto, un grido semplice parte della curva: F.C.B., che verrà ripreso anche dai distinti. L’intervallo arriva e devo ammettere di essermi davvero divertito con lo spettacolo offerto sugli spalti.

La gente può uscire dallo stadio in questo lasso di tempo, così ne approfitto per fare un giro dietro la curva di casa, dove trovo le finestre aperte per avere più aria! Mai visto una cosa simile.

Ci sono pure alcuni murales nei dintorni della curva che danno sempre quel tocco di colore e permettono agli ultras di appropriarsi del loro territorio al meglio e con un certo tocco di arte.

Il secondo tempo riprende con le due tifoserie sempre in movimento, tra canti e bandieroni. Ci sono pochissimi due aste, ma non si può obiettare niente.

Al 54° goal dello Zurigo ed una quindicina di torce vengono accese nel settore ospiti. La loro speranza svanisce definitivamente quando, al 75°, il Basilea segna il 3 ad 1 e mette fine ad ogni speranza di rimonta con un’ulteriore segnatura.

Alla fine della partita le due squadre vanno a salutare i loro tifosi, prima di rientrare nello spogliatoio.

Il dominio del Basilea in campo è stato netto, ma il budget e l’esperienza dei rossoblu non si possono comparare con quello dei loro rivali (82 milioni di Franchi Svizzeri per l’F.C.B. contro 18 millioni per l’F.C. Zurigo). Sugli spalti invece, ho visto due belle tifoserie che hanno dato conferma dell’ottimo stato di salute del movimento svizzero.

Sébastien Louis.