Quarta partita in pochi giorni in Sicilia. Dopo l’avventura di Gela, il nostro cammino ci porta ad Agrigento. Arriviamo presto nella Città dei Templi ed entrandoci dal lato Sud, passiamo subito dalla bellissima Valle dei Templi. Lungo un ponte di Superstrada impressionante si entra in Città, un’altra di quelle tipiche siciliane che si sdraiano su una collina. Nonostante sia capitale di provincia ed abbia 60.000 abitanti, Agrigento si presenta abbastanza calma, ma davvero bella da vedere.

Non ci resta molto tempo, quindi dopo aver parcheggiato vicino al nostro B&B ci dirigiamo a piedi verso lo stadio. Passiamo per la Stazione Centrale di Agrigento per poi fare una miriade di scalini per arrivare allo Stadio Esseneto. Facciamo il biglietto (senza coda alcuna) per la Tribuna Centrale e complice la pioggia fitta, decidiamo di restare ad un Bar vicino lo stadio finché inizia la partita.

Alle 14.25 entriamo ed è subito evidente che allo stadio non c’è quasi nessuno, ma con la partita di martedì alle ore 14.30, chi si meraviglia? Ancora una volta, un’orario assurdo mi porta all’avventura in uno stadio di una tristezza assoluta. Di solito l’Akragas fa un numero di spettatori sui 1.500 circa di media, ma stavolta ci sono solo la metà, circa 800 spettatori.

L’Akragas è poi costretto a giocare sempre di pomeriggio: all’Esseneto manca infatti l’impianto luminoso e quindi non restano altre possibilità. Un’altra piccola osservazione riguarda il manto erboso che si presenta in uno stato pietoso, soprattutto a centrocampo. Per il resto niente da dire sullo Stadio, che dopo l’ultima promozione dell’Akragas è stato dipinto in bianco e blu chiaro e con le tribune vicine al campo si presenta davvero bene.

L’assenza di pubblico ovviamente riguarda anche la Curva di casa. È una di quelle realtà che conosco molto poco. Li ho visti una sola volta, tre anni fa a Leonforte con la squadra già matematicamente promossa (allora in Serie D).

Su un giornale locale avevo letto che ci sarebbe stato uno sciopero degli Ultras locali, ma comunque una cinquantina di ragazzi in Curva c’è, raccolti dietro a quattro striscioni. Cercano di dare un po’ di vita all’Esseneto riuscendoci anche di tanto in tanto, ma vuoi per il numero veramente esiguo, vuoi per la pioggia battente oppure per la sconfitta, non ci riescono alla grande.  

La partita, tra due squadre sull’orlo della crisi, nel primo tempo non decolla. Spicca soltanto il nervosismo di tanti giocatori, ma non la capacità delle squadre di creare un gioco su un campo difficile. Nel secondo tempo il Cosenza passa in vantaggio: Statella segna al 59esimo portando in vantaggio i suoi colori. I calabresi rimarranno in vantaggio per tutta la partita, a un quarto d’ora dalla fine sempre Statella raddoppia e chiude praticamente la partita. In pieno recupero ci sono altre due reti: Prima Zanini accorcia le distanze per i siciliani, poi Caccetta porta il punteggio sul 3-1 finale per i silani.

A fine partita, i rossoblu vanno subito a festeggiare sotto il settore ospiti, dove si trova una ventina di ragazzi giunti dalla Calabria. Al fischio d’inizio c’erano solo due persone, ma pian piano qualcun altro s’è aggiunto. Appendono gli striscioni e danno vita a qualche manata e qualche coro, ma anche qui niente d’eccezionale da segnalare. Si chiude così una partita non troppo divertente, cosa che può essere però spiegata con vari fattori, primo fra tutti l’orario e il giorno assurdi.

Remo Zollinger.