Ad Empoli arriva la Juventus ed è scontato il tutto esaurito, meno scontato che il traguardo si raggiunga già il mercoledì della settimana della partita. Facile perciò immaginare la cornice di pubblico, il Carlo Castellani non ha un solo posto vuoto ed è chiaro che tale risultato sia stato possibile grazie alla marea di tifosi juventini che si sono spostati in Toscana.

In effetti tutti i settori dello stadio sono aperti e gli juventini sono praticamente ovunque se escludiamo la Maratona, territorio di competenza degli ultras e di quei tifosi che alle strisce proprio non si accostano.

Gli ultras bianconeri fanno il loro ingresso nel settore ospite con un ampio anticipo, attaccano i loro striscioni mentre di tanto in tanto qualche pezza di qualche seziona viene aggiunta. La Maratona empolese si prepara all’evento con la solita tranquillità e con quella consapevolezza che ha chi non intende sfigurare davanti a nessuno.

Poco prima dell’incontro sono gli juventini che scaldano l’ambiente facendo partire un paio di cori per la squadra, invitata a più riprese a presentarsi sotto il settore: una volta scambiati gli applausi di rito, gli ultras bianconeri mettono nel mirino gli avversari odierni con un coro di scherno il quale riceve in risposta qualche fischio di disapprovazione. Pochi minuti prima del via fanno il loro ingresso nella parte bassa della Maratona gli ultras azzurri, al loro fianco visibili con la pezza gialloblù i gemellati dei Boys Parma, presenza subito notata dalla truppa bianconera che non si può esimere dal prendere in considerazione anche gli ultras parmigiani.

Ad inizio partita il settore ospite si colora con tante bandiere a due aste, la maggior parte di queste indica un luogo di provenienza e da questo fattore si capisce come la Juve sia di gran lunga la squadra più amata dello Stivale, infatti da nord a sud si leggono sugli stendardi una miriade di luoghi. Gli empolesi si affidano come da tradizione a qualche bandierone e diverse bandierine, anche in questo caso spettacolo semplice e di effetto: il tempo dei raggi laser è terminato da un po’ ed ora a livello di colore c’è ben poco margine di spazio.

Con numeri di questo genere gli juventini potrebbero fare la voce grossa ed infatti l’inizio partita è tutto di marca bianconera ma ben presto, passata l’euforia del momento, a tifare resta il settore Viking – Drughi con il Nucleo ed un centinaio di persone sopra Tradizione che danno continuamente manforte, mentre il resto del pubblico si anima solamente nelle occasioni speciali o per un coro particolarmente azzeccato.

Gli empolesi partono in sordina e poi aumentano i giri del motore, non fanno mancare l’incitamento alla squadra e non di rado rispondono alle offese della controparte. A livello di colore, bandieroni e bandierine vengono sventolati con insistenza, ci sono delle pause, alcune anche piuttosto prolungate, ma è pur vero che la Maratona in fin dei conti si fa sentire.

I cori sono continui e quando, come detto, da una parte il Nucleo e dall’altra Tradizione riescono a coinvolgere un maggior numero di persone, il risultato è da leccarsi i baffi. Anche a livello di continuità c’è poco da imputare agli ultras bianconeri, che non mollano un attimo di farsi sentire dagli undici in campo. Vola qualche offesa e la gestualità si spreca, i viola entrano nel mirino degli juventini che li usano come termine di paragone per apostrofare gli empolesi mentre, se non vado errato, manca all’appello il coro “Desperados gruppo di viados” che sentii per la prima volta intonato proprio dai bianconeri.

Nonostante la supremazia territoriale della Juventus, l’Empoli regge bene l’urto, poi improvvisamente il tracollo con la squadra di mister Allegri che segna ben tre gol nell’arco di una manciata di minuti. Inevitabile sugli spalti la gioia della truppa bianconera e lo sconforto degli empolesi. In Maratona resta a tifare solo lo zoccolo duro mentre tra gli juventini è un crescendo di cori e colore che esaltano una presenza più che cospicua.

Il finale di gara è tutto di marca bianconera, gli sfottò si susseguono così come i cori per la squadra che saluta i propri ultras portandosi vicino al loro settore.

Valerio Poli.