Questa curva non retrocede!

Termina con questo coro, proveniente dalla Curva Mare, l’attesissima sfida salvezza tra Cesena e Atalanta.

Una partita da ultima spiaggia che i romagnoli bianconeri avevano l’obbligo di vincere per continuare a rimanere aggrappati a quel sottile filo di speranza che ancora li lega al carrozzone della Serie A.

Così non è stato, purtroppo, malgrado i soliti 15.000 del Manuzzi che, anche stavolta, hanno risposto presente all’appello per questo turno infrasettimanale che va in scena di mercoledì sera.

Il campionato del Cesena è stato, malauguratamente, avaro di soddisfazioni fin dalle sue prime battute, con una squadra costruita in economia a causa delle ben note vicende che da oltre due anni tengono col fiato sospeso l’intera compagine bianconera, impegnata giorno e notte a cercare di salvare una società martoriata dalla scellerata gestione dell’ex-presidente Igor Campedelli e poter così garantire alla squadra di calcio più rappresentativa della Romagna un futuro in categorie più dignitose dell’Eccellenza regionale.

Il Cesena, dopo aver fatto ben sperare i propri sostenitori con un avvio di campionato scoppiettante, ha finito per pagare il conto ad una Serie A in cui l’aspetto economico ha ormai da tempo surclassato quello tecnico, lasciando poco spazio al romanticismo delle squadre-cenerentola, ossia quelle compagini in grado di non sfigurare al gran ballo della massima serie, al cospetto delle sempre più sfavillanti e ricche convitate.

Malgrado tutto, i sostenitori romagnoli non si sono mai demoralizzati, nemmeno nei momenti più bui del campionato, come a Dicembre, quando il destino dei bianconeri sembrava già segnato ancor prima che cominciasse il girone di ritorno.

A quel punto, è intervenuta la cura Di Carlo, che qualche beneficio lo ha portato, dando un po’ di speranza e di entusiasmo alla tifoseria e, di fatto, riaprendo qualche spiraglio nella corsa salvezza grazie ad alcune vittorie e a qualche pareggio davvero “pesanti” (come quello ottenuto al Manuzzi ai danni della corazzata Juve).

E così, tra una vittoria inaspettata contro la più quotata Lazio ed un pareggio inatteso in casa della rinata Sampdoria, si giunge a questo confronto decisivo che, guardando la classifica alla vigilia del match, obbliga il Cesena a vincere per continuare a sognare un aggancio prima ed un sorpasso poi che profumano molto di miracolo.

La Curva Mare è, come sempre, affollata e carica di entusiasmo, pronta a tirare fuori la voce per dare la giusta spinta alla squadra.

E sotto questo aspetto, anche stavolta, gli ultras bianconeri non deludono nemmeno nei momenti più bui del match, come dopo il secondo eurogoal di Pinilla che di fatto getta nello sconforto i tre/quarti del pubblico presente.

Il secondo anello suona la carica e sostiene a dovere i tentativi di arrembaggio finali con i quali, in ben due occasioni, la squadra romagnola va vicina al colpaccio che riaprirebbe i giochi.

È forse questo l’unico momento della gara in cui mi sento di muovere un appunto agli ultras bianconeri posizionati nel primo anello che, da quello che sento e che vedo, non ci credono con altrettanta convinzione e non supportano a dovere i cori di incitamento provenienti dal settore occupato da WSB & Co.

Per il resto, ottima prova di cuore e di orgoglio di tutto il settore che surclassa, com’era logico attendersi, quella offerta dalla curva ospiti, ancora una volta priva degli ultras orobici della Curva Nord.

Questi, imperterriti, continuano a portare avanti ad oltranza la loro lotta alla TdT, con la conseguente rinuncia a seguire la Dea fuori casa pur di non dover sottostare ai vincoli ed alle imposizioni che le nuove norme prevedono.

A conti fatti, il tifo in trasferta è effettuato da gruppi di volenterosi sostenitori che, evidentemente non addentro alle cose ultras, fanno quel che possono malgrado la difficoltà nel reggere il confronto con le curve di casa via via incontrate.

I bergamaschi, in particolare, si fanno notare prima dell’inizio del match, quando col Manuzzi che ancora si va riempiendo riescono a far sentire la loro voce sia per sostenere la Dea, sia per punzecchiare i tifosi di casa, che a loro volta non fanno tardare la risposta.

In particolar modo. Quel solito gruppetto che anche questa sera è “casualmente” posizionato nella parte bassa dei Distinti, a ridosso della curva ospiti, risponde a più riprese alle provocazioni dei lombardi, oltre a non far mancare il sostegno ai propri colori con diversi cori secchi per i bianconeri romagnoli, cori che in alcuni casi si riescono a sentire fino in tribuna.

Compatti, poco “colorati”, non numerosi ma “ignoranti” (in senso buono) al punto giusto, braccia spesso alzate al cielo e via di cori secchi e decisi per provare a spronare l’undici di mister Di Carlo verso la vittoria.

Vittoria che, purtroppo per i tifosi di casa, alla fine non arriva, decretando la retrocessione virtuale e morale, seppur non matematica, di un Cesena che mai si è arreso e che certamente continuerà a lottare fino alla fine per onorare la propria presenza nel campionato di Serie A 2014/2015.

E mentre lo stadio Manuzzi si va lentamente e mestamente svuotando, dal secondo anello della Curva Mare si alza forte e chiaro quell’ultimo coro.

Questa curva non retrocede!

Giangiuseppe Gassi