Che la Serie A2 di quest’anno rischiasse di essere un’A1 in miniatura, era cosa prevedibile sin dalla scorsa estate. Tante le piazze storiche che hanno preso parte al secondo campionato cestistico italiano, con palazzetti gloriosi dove è stata scritta anche la storia recente della nostra pallacanestro, oltre a tifoserie importanti e meritevoli di ben altre categorie.

Treviso non è certo una città qualunque per la palla a spicchi. Sebbene gli anni della Benetton sembrino ormai lontani, la città veneta preserva tutto il suo prestigio e il suo blasone, anche dopo il tonfo che l’ha vista ripartire dal basso. L’approdo ai quarti di finale dei playoff, dopo un campionato condotto sempre al vertice, è così il punto più alto degli ultimi, tribolati, anni. Di fronte c’è Ferentino, una realtà descritta già in passato da queste colonne, che nel precedente turno ha eliminato Roseto al termine di una serie dove a prevalere è stato il fattore casalingo.

Il palazzetto di Ponte Grande anche questa sera registra un’ottima affluenza, con il settore ospiti popolato da un buon numero di trevigiani. Le due tifoserie dimostrano subito di avere feeling, intonando all’unisono cori contro Roseto e applaudendosi a vicenda.

L’arbitro scodella la palla a due e finalmente può cominciare la sfida. Come sottolineo sempre quando parlo di basket, la cosa che davvero adoro sono i pochi fronzoli con cui tifosi e addetti ai lavori affrontano l’evento sportivo. Il moralismo calcistico da queste parti non è ancora arrivato, così volgarità, turpiloqui e rumore costante per distogliere l’attenzione dell’avversario sono le ovvie colonne sonore delle partite.

Dal punto di vista del tifo, anche stasera i ciociari si mettono in evidenza con un’ottima prestazione. La Curva Nord offre un ottimo colpo d’occhio, con i suoi occupanti che indossano in toto maglie amaranto, mettendosi in evidenza con manate e cori a rispondere, seguiti quasi sempre dal resto del pubblico.

Di contro i trevigiani non sfigurano, sostenendo il proprio quintetto in maniera alquanto costante e chiassosa. Essendo una gara molto bella in campo, gli animi diventano spesso contrapposti. Il pubblico si infiamma alle triple e alle rimonte in doppia cifra che, almeno in quattro occasioni, ribaltano completamente l’inerzia della gara.

Ovvio epilogo di questa partita è quanto avviene sul suono della sirena: squadre in parità e possesso per Treviso, la palla arriva tra le mani di capitan Fabi che dai 6,75 lascia partire una parabola che si smorza esattamente nel canestro avversario, regalando il successo ai veneti e suscitando un’irrefrenabile esultanza da parte di giocatori e tifosi. Stati d’animo che fanno da contraltare alla disperazione ferentinate. Gli amaranto infatti, che avevano vinto Gara 1 lontano da casa, perdono nuovamente il fattore campo.

Dopo i classici saluti di fine gara, le tifoserie si incontrano nel centro del campo per scambiarsi gli ultimi saluti. Ultimo atto di una bella serata di basket. Anche per me è tempo di tornare verso casa, soddisfatto di quanto visto e voglioso di terminare questa stagione con la palla a spicchi di sottofondo.

Simone Meloni.