Un anno e mezzo dopo torno a vedere una partita di basket dal vivo: abitando dietro al Paladozza, e cascando Virtus-Pesaro sul calendario, colgo l’occasione al volo per riassaporare “live” una sfida tra le più antiche.

La partita è alle 20 e già dal pomeriggio Piazza Azzarita comincia a riempirsi di macchine; non manca una certa emozione nel vedere il mondo della pallacanestro ripartire, anche se risalta l’assenza di un grande protagonista: il mondo ultras.

Una bella delusione, non c’è che dire: perché la sfida è di quelle sentitissime, tra la città in territorio di Marche (ma in odore di Romagna) e le due sponde di Basket City, che trovano forse nella rivalità con Pesaro uno dei pochi punti in comune.

Senza tifo organizzato però, non è la stessa cosa: mancano stemmi e stendardi, bandiere, settore ospiti. Poi certo: la curva di casa è comunque abbastanza piena e ci sono cori che partono spontaneamente (anche per il presidente Zanetti). Ma insomma: senza i duellanti presenti, parliamo di un altro campionato, o forse addirittura di un altro sport.

Peccato dunque, anche perché in campo prende vita una bella contesa: Pesaro in vantaggio di tre al primo quarto, poi la Virtus che chiude all’intervallo sul più sette. La trama non cambia di molto neanche nella seconda parte di match, con i Campioni d’Italia che portano a casa la vittoria, tornando al successo dopo gli ultimi passi falsi.

Nota finale: il sabato bolognese si chiude sulle note del “chi non saltà è biancoblù”, che nei fatti apre già la stagione del derby: sperando, almeno in quell’occasione, di riavere gli ultras sugli spalti.

Testo e foto di Stefano Brunetti