Una viaggio interminabile ma ne vale assolutamente la pena. Non è la prima volta che mi dirigo verso il Ceravolo, uno stadio che ha sempre un certo fascino e che già dal momento in cui Catanzaro e Padova sono state ufficialmente messe l’una di fronte all’altra dal tabellone ho subito pensato di rivisitare, senza indugiare oltre nella richiesta d’accredito.

Partito all’ora di pranzo, piccola sosta a Montalto Uffugo, una volta arrivato allo stadio ho trovato già caroselli di tifosi in fermento per la partita. Guadagnare l’ingresso è stata un’impresa che ha richiesto quasi un’ora per quanta gente ha richiamato questa gara, la gara che Catanzaro aspetta da anni per riscattare decine di campionati senza una gioia.

Dentro l’atmosfera però ripaga ogni attesa, con lo storico striscione UC a tutto settore assieme alle altre insegne principali del tifo calabrese. Colore, partecipazione generale, tutto sembra quasi portare indietro nel tempo e se l’adrenalina sale in un osservatore esterno come me, si può solo immaginare le sensazioni che percorrono la mente di chi è emotivamente coinvolto in questa giornata. 

Una volta dentro vedo i vecchi striscioni stile anni 90 e mi sale l’adrenalina pre match 

A cinque minuti dall’inizio fanno il loro ingresso nel settore ospiti anche i padovani. Tante come sempre le pezze in loro rappresentanza mentre il numero non è clamoroso, forse persino inferiore alla recente gara di Coppa Italia di C in cui il destino s’era divertito a mandarli in avanscoperta in Calabria. Alla stessa maniera però c’è da ricordare che parliamo ancora una volta, per loro, di una gara infrasettimanale, con tutto quel che comporta per chi gioca in casa e ancor più per chi viene da lontano. A parti invertite poi, rispetto alle tifoserie meridionali, non possono avvalersi del prezioso supporto di emigrati per motivi di studio o lavoro, per cui non si possono che tributare esclusivamente applausi per chi ha deciso di sorbirsi i 2.100 km tra andata e ritorno.

Per restare in termini quantitativi, tanto di capello anche ai locali per le oltre 10.000 presenze con cui speravano di spingere le Aquile nell’impresa ma così purtroppo non è stato e diventa dunque decisiva la gara di ritorno, dove dovranno per forza di cose giocarsi il tutto per tutto per continuare a sognare. 

Alle 21 quando sopraggiunge il triplice fischio, non ho certo davanti la stessa strada degli ospiti ma affronto comunque con il sorriso questo lungo rientro a casa, soddisfatto per aver assistito ad una partita importante e al cospetto di due signore tifoserie del nostro mondo ultras come Catanzaro e Padova. Se solo fosse possibile, l’augurio mio e di tutti è che queste piazze storiche vengano promosse in blocco nelle categorie superiori, anche se purtroppo alla fine ne rimarrà una sola… 

Davide Gallo