Cerignola è una città che nel microcosmo del calcio dilettantistico pugliese ha scritto importanti pagine di storia, riuscendo di conseguenza a radicare al suo seguito uno zoccolo duro di appassionati che nemmeno il tempo e le tante sventure hanno scoraggiato. Proprio queste cicliche sfortune hanno ricacciato la compagine gialloblù nei meandri del calcio da cui sta cercando pian piano di riemergere. Dopo una splendida ed indiscussa cavalcata che l’ha portata in Promozione, anche quest’anno il Cerignola sta dominando in lungo e in largo tanto in campionato quanto in Coppa Puglia di categoria, competizione dove ha raggiunto la finale di Gravina.

A contendere il trofeo al Cerignola ci sarà un’altra piccola grande squadra del calcio pugliese, tra l’altro divisa da storica rivalità con quest’ultima: quel Fasano giunto ad un passo dalla C1 durante l’apice della sua storia per poi ritrovarsi a ripartire anch’esso dalla Seconda Categoria a seguito dell’ennesima sciagura societaria. La beffa del destino è che spesso si ripete in misura ancor più tragica: da poco il Fasano è stato rilevato dai suoi tifosi strettisi in azionariato, mentre i soliti dirigenti inadeguati hanno abbandonato la nave lasciando dietro di sé solo macerie. Sarà molto difficile per loro, da un punto di vista tecnico, opporsi ad una corazzata come il Cerignola, ma comunque vada è già un successo esser in piedi, palpitanti di passione e voglia di tenere in vita la propria squadra che qualcuno invece stava facendo morire nell’incuria e nell’indifferenza.

Due facce diverse di una comune passione. Nel frattempo, per chiamare a raccolta la città verso la finale di Gravina di Puglia, le strade di Cerignola si sono addobbate a festa, riempiendo ogni proprio angolo di giallo e blu. Piccoli esempi di viscerale amore che sembrano quasi fuori dal tempo in questi contesti storici dove, ad immagine e somiglianza del calcio maggiore, gli stadi stanno diventando un esempio di sterilità e consumismo edonista, in cui di tifo e passione non resta che qualche riduzione in gadget posticci da vendere negli store ufficiali.

Augurerei mille di queste finali e di queste vittorie alle compagini con un simile carico di passione, se non fosse che ciò potrebbe significare arrivare a contatto con il calcio degli stupratori seriali dell’Osservatorio e company. Auguro perciò loro il meglio in attesa di questa singola giornata a suo modo storica, sperando che i malfattori in doppio petto di cui sopra, non s’inventino assurde restrizioni a questo entusiasmo tracimante. Visto che ultimamente fanno stupide tavole rotonde per riportare la gente in questi stadi sempre più vuoti e in queste curve sventrate a metà, ascoltino il nostro consiglio e cominciassero a farlo partendo dal concedere fiducia e libertà a chi allo stadio vuol ancora andarci.