Dopo il tour de force del giorno precedente, anche in questa fredda domenica di dicembre intraprendo l’ennesimo viaggio, questa volta in direzione sud, più precisamente nell’hinterland partenopeo, in quel di Portici.

Sono già stato una volta al “San Ciro”, ma fungeva da campo neutro per una squadra alle prese con dei lavori di ristrutturazione nel proprio impianto. Son passati vent’anni da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, nel frattempo il Portici è stato promosso in serie D ed il suo stadio, con il passare del tempo, ha perso corrispondenza con sempre più restrittivi criteri strutturali richiesti, costringendo la squadra a vagare nei campi “a norma” della regione.

Da quest’anno la squadra biancoazzurra è tornata nella propria casa, che oggi ospita una sfida che passerà sicuramente alla storia, visto che al cospetto dei padroni di casa c’è il Bari, ripartita dalla serie D dopo il fallimento ed inserito nel girone I, quello siculo – calabro – campano.

Video di Salvatore Varo

Di spunti interessanti ce ne sono, così cerco di arrivare con anticipo sull’orario iniziale anche per capire i cambiamenti avvenuti da queste parti.

Scendo alla fermata Bellavista della Circumvesuviana, quella più vicina allo stadio, fuori dalla quale noto i bei murales che marcano la zona, tra i quali “Ridateci il San Ciro”, che evidenzia proprio la querelle stadio. Ricorrente nella loro iconografia, il disegno del treno accompagnato dall’anno 1839: durante il regno borbonico, fu costruita la prima ferrovia su suolo italico, la Napoli – Portici appunto, inaugurata il 3 ottobre 1839.

Terminato il tour all’esterno dello stadio, mi ritrovo con gli amici Pierpaolo, Andrea e Simone pronti ad entrare all’interno. La particolarità della gara è ribadita dal numero non indifferente di forze dell’ordine, dalle strade chiuse e i settori guardati a vista: veramente difficile se non impossibile qualsiasi contatto, persino per i più temerari.

Entrando noto che gli spalti sono rimasti fermi nel tempo, quasi come vent’anni fa, ma resta sempre affascinante: il “San Ciro” è composto di ben due tribune, una leggermente più piccola dell’altra, e di due curve praticamente quasi uguali. Tutti i settori sono scoperti mentre il tempo minaccia pioggia e poco prima della partita, qualche goccia comincia a far capolino.

Video di Pier Paolo Sacco

Le due curve sono chiuse al pubblico, per cui la tribuna lato destro è destinata ai padroni di casa e l’altra ai sostenitori ospiti. Il settore dei locali si riempie molto lentamente: gli ultras porticesi sono in discreto numero, mentre dalla parte opposta sono presenti ancora pochi tifosi pugliesi, con gli ultras che tardano ad arrivare.

Le squadre entrano in campo ed i padroni di casa sventolano due bandieroni e qualche bandierina, effettuano una bellissima cartata oltre all’esposizione di tre striscioni a comporre la frase: “L’ESSERE ULTRAS NON HA CATEGORIA. VIVO QUESTA REALTÀ… ONORANDO LA MIA CITTÀ”, ricevendo gli applausi dei propri beniamini prima della contesa.

La coreografia porticese

Nella prima frazione i locali, sistematisi a centro tribuna dietro il grosso striscione PORTICESI, partono molto bene, effettuando un numero consistente di battimani e sventolando per buona parte dell’incontro i due bandieroni.

Per quest’evento, com’era prevedibile, accorrono molti tifosi: la tribuna è molto piena, tanto da risultare quasi completamente esaurita. Nonostante l’iniziale svantaggio dopo appena tre minuti dal fischio d’inizio, i porticesi tifano con maggiore insistenza, ma intorno al ventesimo minuto arrivano i tifosi pugliesi e la partita assume più vitalità.

I campani danno subito il benvenuto ai dirimpettai con cori ostili per poi tornare a sostenere i propri beniamini, che cercano in tutti i modi di tener testa ad una squadra costruita per stravincere il campionato.

La prima linea ferroviaria italiana

Nel secondo tempo, dopo appena sei minuti, il Bari trova il raddoppio con Cacioli, ma i padroni di casa non si abbattono e provano in tutti i modi a tener testa ai blasonati ultras pugliesi.

Al settantesimo il gol dell’ex viterbese Neglia chiude definitivamente la partita, ma i porticesi ancora una volta tirano fuori tutto l’orgoglio possibile, continuando a tifare nonostante qualche goccia di pioggia cominci a scendere e diversi spettatori vadano via anzitempo.

Passando ai baresi, spiace annotare nei loro confronti questa malsana prassi di ritardarne l’arrivo per scongiurare il rischio incidenti, forse nel timore di presenze di ultras napoletani come avvenne al Vomero nell’incontro fra il CTL Campania e il Foggia, ma era tutta un’altra situazione in termini di ordine pubblico rispetto ad oggi dove i controlli sono molto più accurati e questa ulteriore attenzione esonda decisamente verso l’eccesso.

I 500 biancorossi al “San Ciro”

Comunque i pugliesi sono all’incirca 500, tanti quanti i biglietti messi a disposizione dalla questura. Una volta entrati, si sistemano al centro della tribuna con lo striscione dei SEGUACI al centro, mentre a chiudere le due estremità ci sono i BULLDOG ed i RE DAVID. Presente per l’occasione anche una delegazione di tifosi doriani con la “pezza” FORESTI. Tutti gli striscioni verranno tenuti a mano per tutta la durata dell’incontro.

I baresi iniziano la loro gara con un coro contro i tifosi napoletani, ricevendo gli inevitabili fischi dalla sponda opposta. Inutile star a ribadire la loro consistenza e la loro forza corale: coloratissimi grazie a bandieroni, bandiere, bandierine e stendardi, imponenti i battimani, possenti i cori… i biancorossi sono davvero un bel vedere oggi!

Nel secondo tempo, dopo il raddoppio, sfoggiano anche un po’ di pirotecnica, per il resto tifo come sempre di alto livello, con ottimi battimani che danno il tempo ai cori sempre di buona intensità.

Pirotecnica pugliese

Nei minuti finali arriva la sciarpata, ciliegina sulla torta di una superlativa prestazione: fitta e ben riuscita, condita da qualche cinta tesa, a tener alta la tensione con l’aggiunta di qualche coro ostile sempre contro Napoli ed i napoletani.

Al triplice fischio finale, nonostante la larga sconfitta, i sostenitori biancoazzurri applaudiranno lo stesso la compagine locale per l’impegno dimostrato: impossibile fare di più contro una squadra di categoria superiore, sprecata per la serie D. I baresi invece continuano a fare festa sugli spalti, coinvolgendo la squadra sotto al settore. 

Testo di Marco Gasparri.
Foto di Marco Gasparri e Simone Meloni


Galleria Gasparri