Prima partita di Lega Pro al Menti tra il Real Vicenza e la più blasonata Alessandria.

C’è curiosità per assistere ad un match che si preannuncia molto interessante tra due formazioni che sulla carta sono state costruite per fare bene. In particolare l’Alessandria, reduce già da un vittoria nella prima giornata contro il Mantova, ha aspettative di alta classifica tra i suoi tifosi.

Si gioca alle 12:30, uno degli orari “spezzatino” voluti dalla Lega Pro. Fuori dal vecchio Menti non si respira certo l’atmosfera delle grandi occasioni, ma neppure quella di un evento “normale”. Pochissima gente, si nota che ci sono più biglietti in accredito che in acquisto, a parte i tifosi alessandrini di cui parlerò dopo.

Bisogna ricordare che il Real Vicenza non ha tifosi. Infatti si tratta di una giovane società fondata nel 2010 grazie alla fusione di varie piccole società locali. Il presidente e patron Lino Diquigiovanni, da sempre tifoso del Vicenza, ha deciso di mettere gli stessi colori sociali della prima squadra di Vicenza anche alla sua nuova società. Perfino il nome riporta alla storia del Vicenza Calcio: Real Vicenza è, come tutti i tifosi biancorossi ricordano, la squadra che alla fine degli anni ’70 in un solo biennio vinse prima il campionato di B e poi arrivò seconda in A giocandosi lo scudetto con la Juventus.

Gianni Brera disse: “Veramente, non avrei mai creduto che una squadra di provincia potesse giocare al calcio come ha giocato il Lanerossi Vicenza”. Quella squadra è ancora nel cuore dei tifosi vicentini.

L’idea del presidente Lino Diquigiovanni era (è?) quella di diventare proprietario del Vicenza Calcio, con una fusione oppure aspettando il fallimento della gestione attuale (il Vicenza naviga da anni in brutte acque a livello economico). Ad oggi comunque non se n’è fatto nulla e anzi adesso che il Vicenza Calcio è in Serie B, e con il Real Vicenza che in pochissimi anni si è trovato a giocare in Lega Pro, ognuno pare andare avanti per la propria strada.

Difficile per il Real in questa situazione trovare tifosi in città e provincia. L’originale è sempre meglio della fotocopia si potrebbe dire.

Ma torniamo alla partita, al tifo che è quello che più ci interessa. Detto che da parte del Real siamo a zero ultras, per fortuna la giornata è resa vivace da un’ottima presenza grigia. Sono circa 100 i tifosi giunti dal capoluogo piemontese. Entusiasmo ne hanno, e partono molto bene con cori che si fanno sentire. Anche i giocatori sentono la voglia di vincere della curva, e riescono a passare in vantaggio dopo 14 minuti con Rantier proprio sotto la curva riservata agli ospiti.

Gli alessandrini sono presenti con più pezze, qualche bandiera a due aste e lo striscione Brigata Parterre. Bisogna ricordare che da quest’anno la nord, pur confermando la sua contrarietà all’Art.9 , con un comunicato del 27 agosto ha dichiarato che lascerà per la stagione 2014/15 libera scelta a tutti i frequentatori della curva se sottoscrivere o meno la Supporter Card per poter andare in trasferta.

La partita è molto viva, entrambe le squadre la vogliono vincere, così almeno traspare nel primo tempo che si conclude per 2-1 per i padroni di casa. Gli ultras alessandrini comunque già dopo i primi 45 minuti hanno perso entusiasmo ed invitano i propri giocatori a dare di più. Questo non avverrà perché nel secondo tempo, dopo il momentaneo 2-2, già al 54° Galuppini sigla il gol del 3-2 per il Real (risultato con cui si terminerà la gara) e dal quel momento per l’Alessandria sarà notte fonda o quasi.

La delusione si nota tra i tifosi grigi, che nel secondo tempo faticano a fare cori belli e compatti. Anzi negli ultimi minuti sono scoraggiati e decidono di sedersi ed assistere in silenzio alla partita. Nel complesso la tifoseria alessandrina ha dimostrato un grande amore verso i propri colori.

Per finire vorrei ricordare Enrico Cislaghi, che ho visto più volte a Vicenza nei primi anni ’90, un grande tifoso grigio che troppo presto ci ha lasciato. È stato un vero ultras ed è impossibile non ricordarsi di lui quando si ha davanti la curva dell’Alessandria.

Marcello Casarotti.