Quella di oggi tra Spal e Spezia è una sfida che riporta la mente indietro nel tempo, esattamente sul finire degli anni ’80 quando nacque la rivalità tra le due tifoserie, rivalità che tutt’oggi esiste e continua nonostante un certo rispetto per via dello striscione dei liguri alla memoria di Giuseppe Campione, giovane  talento biancoazzurro tragicamente scomparso nel Settembre del ’94 dopo un incidente stradale alle porte della città estense.

Ma veniamo ad oggi. Come tutti sapranno, gli inverni da queste parti sono prevalente umidi e freddi: da giorni a Ferrara, come dalle altre parti della pianura Padana, salvo le ore centrali della giornata, prevale una nebbia che anche oggi ridurrà fortemente la visibilità, sia in campo che sugli spalti, dall’inizio della seconda frazione di gioco, impedendomi di fatto di poter immortalare in maniera limpida gli ospiti saliti a Ferrara, riuscendoli solo intravedere tra le velature grigiastre; stesso discorso valevole pure per la Curva locale.

Ad inizio partita un telone ricopre la parte della Curva, mentre ai lati, lo sventolio di bandieroni biancoazzurri fa da contorno a completare questa coreografia odierna, di buon impatto visivo. Sul fronte opposto diverse bandierine “crociate” bianconere vengono sventolate dai 300 ospiti  presenti oggi sugli spalti del “Paolo Mazza” per un inizio dall’alto impatto scenografico.

Partono forte gli spezzini, galvanizzati dal vantaggio dopo appena due minuti di gioco: diversi battimani coinvolgono buona parte dei presenti, raggruppati dietro le loro tante pezze, e diversi bandieroni nelle prime file colorano il settore. A livello canoro il tifo si manterrà costante in pratica per tutta la durata dell’incontro, non deludendo le aspettative.

Sul versante casalingo, il gol subito a freddo non affievolisce la prestazione odierna: un paio di ripetuti scanditi bene, vari battimani e con una sciarpata concludono il primo tempo. Nella ripresa la visibilità si ridurrà sempre più, fino a rendere impossibile vedere per intero i rispettivi settori, permettendo solo di udire in sottofondo i cori delle due fazioni, diversi dei quali di sfottò, fomentati soprattutto per il risultato finale, rovesciato a favore dei padroni di casa.

Enrico Garutti.