Siamo alla fine di Giugno e anche quest’anno vi racconto una storia che si chiama Gasparo Day

Abbiamo organizzato su due giorni il torneo del Gasparo, sabato 8 e domenica 9 giugno, quest’anno partito in salita: neanche iniziata la festa, ci hanno rubato 40 fusti di birra! Simpatico, per così dire, che ci siano persone capaci di commettere queste cose con poco riguardo per il ricordo di una persona scomparsa.

Sabato è il giorno di fatica, si prepara tutto quello che serve per la festa: il campo di calcio e quello di sabbia per il beach volley, il gonfiabile per i bambini, lo spazio per i Burros che sono venuti a preparare una succulenta cenetta (che tutti hanno trovato veramente squisita ), la roulotte con le spine del beveraggio, la cucina per la domenica, i tavoli e la panche, lo spazio per gli Skambisti che anche quest’anno ci sono venuti a trovare con le loro immancabili parrucche.

Poi c’è la domenica che parte con il torneo di calcio, nel mentre il beach volley, pranzo a cura del Mex (quando cucina lui hanno tutti fame…), poi fino a sera un po’ di musica e la solita lotteria che ci hanno permesso di chiudere la giornata.             

In questa festa, in questa (credetemi!) enorme fatica, c’è però sempre un lato positivo: vedere giocare gente di etnia, di età, di colori sportivi e di casacche politiche diverse, mi rende uno degli uomini più felici di questo mondo. Quando ho chiesto ai genitori di Andrea di poter “usare” il suo ricordo non avevo certo intenzione di organizzare nessuna festa politicizzata o tinta dai colori di qualche squadra di calcio e vedere come la festa riesce ad unire tutta questa gente, mi rende orgoglioso.

Poi la parentesi più bella, il capitolo bambini: li vedi arrivare carichi come delle molle, vestiti completamente a nuovo che vanno in campo a toccare l’erba, a sentirne l’odore. Uno di quei bambini ha festeggiato un gol sotto gli occhi di genitori e nonni come neanche Tardelli al Bernabeu, mentre i più piccoli si sfilano dalle braccia dei genitori per andare a scalare l’insormontabile gioco gonfiabile.

Alla fine della domenica, mentre ricarichiamo 80 panche e 40 tavoli, si avvicina un caro amico, papà di una splendida bambina che, timidissima, spunta con la testa dietro al suo papà per chiedermi: “ma quando lo rifacciamo il Gasparo?”

Un’emozione indescrivibile, come emozionanti sono invece quegli strani casi della vita per le quali, durante la giornata di domenica, su uno dei tavoli si fa posto una festa dentro alla festa, fra candeline, canzoni di auguri per Andrea, figlio di un caro amico anche lui legatissimo al Gasparo, che compie gli anni nello stesso giorno in cui viene ricordato il nostro Andrea…

Poi arriva il lunedì e serve tutto il santo giorno per portare indietro tutto ai legittimi proprietari e finire le cose in sospeso, ma a motivarmi ci hanno pensato i tantissimi messaggi di congratulazioni per quello che siamo riusciti a creare, alcuni davvero commoventi. Come commovente è stata la generosità di quanti hanno partecipato e in soli due giorni hanno permesso di raccogliere 6.000 € che, tolte le spese, saranno donati ad associazioni operanti sul territorio, con ovvi resoconti pubblici di quanto elargito.

Anche questa volta abbiamo lasciato da parte le nostre vite, i problemi, le famiglie, ma tutti insieme riusciamo a fare cose fantastiche come, tanto per restare in tema di donazioni e limitatamente ai soli ultimi due anni, raccogliere 10 mila euro a chi ne ha più bisogno di noi e questo, forse, è davvero il nostro più grande successo. 

In ultimo, caro Andrea, mi piace rivolgermi a te, che se fossi ancora con noi magari avremmo festeggiato i 40 anni, forse proprio a Cervia, come quella serata negli anni ’90 che “chi c’era sa”, come dicono con uno slogan troppo abusato. O forse in giro per Modena, a cantare Vasco e salutare tutte le ragazze nei locali o chissà che altro, ma saremmo sicuramente ancora insieme. Sono 9 anni che non ci sei più, ma ti abbiamo fatto una promessa e questa festa è un po’ la dimostrazione che in fondo quei 9 anni non sono mai passati e che tu da lassù sei e sarai per sempre insieme a noi.

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, a chi ha speso un secondo della sua vita per una giusta causa come questa. Grazie, grazie e ancora grazie. 

Testo di Matteo Casari
Foto di Francesco Passarelli