L’ultimo fine settimana di novembre mi vede impegnato, come sempre, su due campi: approfittando dell’anticipo mattutino tipico dei campionati dilettantistici laziali dall’Eccellenza in giù, decido di seguire alle 11 Sporting Genzano – Cavese (da non confondere, quest’ultima, con la più nota Cavese campana: si tratta di un sodalizio con sede a Cave, ameno centro della provincia di Roma) e alle 14:30 Cynthia – Nocerina.

Terminata la sfida di Promozione laziale (col risultato di 1 – 2 per gli ospiti) e abbandonato l’impianto di Nemi – dove i Genzanesi affrontano le partite casalinghe – mi reco alla mia automobile, in direzione dell’impianto di Genzano, teatro della contesa pomeridiana. Il tratto di strada che mi separa dalla meta ripaga la fatica derivante dall’essermi levato presto dopo pochissime ore di sonno: percorro, infatti, la provinciale “Nemorense”, la quale, tra vegetazione rigogliosa e paesaggi sublimi, lambisce le sponde del lago di Nemi.

In men che non si dica, mi trovo dinanzi al tempio calcistico castellano, a un’ora circa dal calcio d’inizio. Trovato con molta difficoltà il parcheggio (un evento raro da queste parti), ritiro l’accredito e metto piede sul manto erboso.

Il “Comunale” di Genzano è, senza dubbio, uno dei miei stadi preferiti: in primis perché si tratta di un impianto che nella stagione ’88 – ’89 ha ospitato le partite di Serie C2 e, di conseguenza, squadre importanti come Lodigiani, Benevento, Siracusa, Cavese, Battipagliese, Juve Stabia, Latina, Crotone, Turris, Trapani, Nola, ecc. (me ne accorgo dai bellissimi gagliardetti appesi sui muri degli spogliatoi); in secundis perché architettonicamente rappresenta, per quanto mi riguarda, un vero gioiello: è dotato di due belle tribune sui lati lunghi (una coperta, l’altra – quella adibita a settore ospiti – scoperta) e di una curva simile agli altri due settori, sul lato opposto rispetto a quello degli spogliatoi. Non esiste la pista d’atletica e gli spalti sono praticamente attaccati al campo: uno stadio perfetto, per i miei parametri.

Per quanto riguarda la sfida odierna, si affrontano due compagini con obiettivi diametralmente opposti: i Campani, da un lato, puntano alla promozione in Serie C (come è logico per il blasone del club, che non merita certo presentazioni da parte del sottoscritto), e dopo un avvio di campionato incerto, hanno superato le incertezze iniziali portandosi a soli tre punti dalla vetta, nei piani alti della graduatoria, dove si danno battaglia sportiva Trastevere, Gravina, Bisceglie e, appunto, i Molossi; i biancoazzurri, invece, mirano alla salvezza: molto difficile sarà per loro, a mio parere, raggiungerla senza passare per la lotteria dei Play – out, anche se “la palla è rotonda” e, come ben si sa, il calcio riserva spesso sorprese incredibili.

La squadra di casa non può contare, attualmente, sul supporto del tifo organizzato – a differenza di quanto poteva registrarsi fino a pochi anni fa – per cui la tribuna casalinga è occupata esclusivamente da semplici appassionati, pur presentando, comunque, rispetto ad altre partite che ho seguito da queste parti, un colpo d’occhio migliore (dovuto, chiaramente, all’importanza della squadra e della tifoseria oggi ospitate).

I tifosi nocerini si presentano in numero notevole. Non sono mai stato bravo con i calcoli “ad occhio” degli spettatori presenti alle partite, tuttavia posso certo dire che l’impatto visivo è eccezionale.

Segnalo che il settore ospiti è solitamente frazionato in due parti da una barriera divisoria, per cui le tifoserie provenienti da altre città vengono concentrate nella metà verso gli spogliatoi, con l’altra lasciata vuota; in occasione della partita odierna, invece, date le tante persone presenti, la barriera viene aperta, per cui ai Molossi è concesso l’intero settore.

Il grosso del tifo organizzato si concentra nella metà alla mia sinistra (seguo la partita dal lato opposto, con la tribuna di casa alle mie spalle), mentre il resto del settore, oggi – come detto – eccezionalmente non precluso agli spettatori, è occupato da semplici tifosi, i quali, tuttavia, seguono il match per la maggior parte in piedi.

Gli ultras nocerini offrono un bellissimo spettacolo. Appendono sulla recinzione numerosi drappi di ottima fattura e, soprattutto, sventolano un numero elevato di bandieroni, coloratissimi e ben realizzati, senza mai smettere di agitarli al vento, dal primo minuto al novantesimo. Sono molto compatti, a tutto vantaggio dei battimani, che sortiscono sempre un bell’effetto. I cori sono ben ritmati dal tamburo e vengono sempre tenuti molto a lungo. Ai gol, sia subiti che realizzati dalla propria squadra, i cori stessi non subiscono pause, ma vengono proseguiti con intensità ancora maggiore (soprattutto dopo il gol rossonero nei minuti finali, valevole la vittoria molossa); all’inizio del secondo tempo, non subiscono il calo fisiologico tipico delle prime fasi dell’ultima frazione di gioco, ma si ricompattano subito, riprendendo immediatamente a tifare. A fine partita, esultano e cantano insieme alla squadra, che si reca sotto al loro settore per festeggiare la vittoria.

In campo, la sfida pone agli ospiti numerosi ostacoli: il Cynthia, infatti, pur trovandosi all’ultimo posto in classifica, è squadra coriacea e costringe gli avversari a sforzi notevoli. I rossoneri passano in vantaggio, ma vengono ripresi poco dopo dai castellani, che, con un uomo in meno, riescono a portarsi alla fine del primo sul risultato di 1 – 1.  Nella ripresa, chiaramente, i locali si arroccano in difesa e per la Nocerina è difficile trovare la zampata vincente, che arriva solo nei minuti finali, per il definitivo 1 – 2. Applausi agli azzurri, che hanno lottato con grinta e cuore, rendendo la vita difficile ad una squadra molto più forte. Per la Nocerina, la vetta rimane a soli tre punti, mentre per il Cynthia, che certamente è chiamato a vincere contro altre squadre, la zona salvezza rimane lontanissima.

Andrea Calabrese.