Partita infrasettimanale rinviata due settimane prima a causa di un sospetto Covid all’interno della squadra di Grödig. Grazie ad un aumento dell’ultimo momento della capacità dello stadio, stasera il problema “O tutti o nessuno” non riguarda né i locali ne per la tifoseria viola. Quest’ultima oggi non viene sistemata nel settore ospiti, ma in un settore adiacente con posti a sedere, al fine di garantire in linea teorica le misure di distanziamento. In realtà la curva viola si avvale del possibilità, ammessa dal decreto, di “usare obbligatoriamente le mascherine quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza” e così riesce a compattarsi in maniera davvero ottima. Numericamente sono in circa 2-300 a sostenere la propria squadra.

La curva di casa è invece composta di esattamente 7 ragazzi con tanti striscioni e bandiere. Usano qualche tamburo per farsi sentire e per incitare la propria squadra, ma complessivamente non hanno la consistenza per tener testa contro l’impatto vocale della curva di Salisburgo.

Tornando agli ospiti, si presentano come sempre molto compatti, con tante bandiere in alto. Per iniziare il secondo tempo offrono una cascata di rotoli di carta. Nonostante l’incoraggiamento costante per la squadra, indebolita da tante assenze per infortunio, non riescono a difendere nemmeno il pareggio. Vince la squadra di casa (che ha milito in Bundesliga fino a 2016) con l’unico gol della serata segnato pochi minuti prima del fischio finale. In festa il piccolissimo settore biancoblù, frattanto sistematosi dietro una bandiera copricurva. Delusione invece fra i ragazzi del settore viola, tuttavia la squadra si reca sotto la curva per ricevere cori di sostegno, già con la mente al derby cittadino in programma pochi giorni più tardi…

Alla fine della partita, mentre tutti defluiscono, restano i miei pensieri contraddittori a farmi compagnia. Da una parte è un piacere tornare allo stadio, sentire i cori e vedere le bandiere al vento, ma considerando che da qualche giorno i casi di Coronavirus sono di nuovo in rapido aumento, tutto assume dei contorni quantomeno innaturali. Interessante anche la soluzione della dirigenza dell’Austria Salisburgo di offrire alle società ospitanti, come ulteriore garanzia, un proprio “protocollo di igiene” elaborato in stretto accordo con la propria tifoseria e da essa stessa osservato durante le trasferte. Però sono anche consapevole che queste soluzioni sono percorribili solo laddove i numeri di tifosi coinvolti sono davvero ridotti. D’altra parte ho grande rispetto e comprensione per i tanti gruppi o tifosi singoli che hanno scelto di non ritornare allo stadio fino a quando vigeranno le attuali restrizioni. E tutto sommato, una volta di più, ho capito che attualmente, per il mondo del tifo, non può esistere una “soluzione unica”…

Jürgen De Meester