Nel difficile campo di Valdagno arriva la nobile Triestina, che tra molte difficoltà sta cercando di raggiungere la salvezza in Serie D per mantenere la categoria e chiudere l’ennesima travagliata stagione. Poi magari, facendo tutti gli scongiuri del caso, sperare di ripartire l’anno prossimo con  ambizioni più alte e più consone al blasone della squadra alabardata.

Arrivato senza problemi in zona “Stadio dei Fiori” (bellissimo e storico impianto) non noto un grosso movimento di persone. Al bar della tribuna mi dicono che c’è parecchia delusione tra i tifosi dell’Altovicentino dopo le ultime deludenti prestazioni che hanno visto la rivale Padova prima recuperare il primato e poi andare a + 7, spiccando praticamente il volo verso la promozione diretta in Lega Pro.  L’Altovicentino è una fusione tra Trissino, Marano e la più nota Valdagno, fusione voluta e creata dal facoltoso patron vicentino Dalle Rive.

Noto invece una massiccia presenza di forza dell’ordine anche se penso nessuno, visti i tempi, si aspettasse dalla città giuliana più di 50/100  persone al seguito.

Così come molte curve in tutta Italia, anche la Curva Furlan è guardata a vista e probabilmente ritenuta dalla questura un forte pericolo pubblico. Che nel nostro Paese ci siano tante cose che non vanno, come ad esempio l’incremento furti e truffe, questo pare non essere molto importante. L’unico problema è nelle curve.

I ragazzi della Triestina affrontano amareggiati la prima trasferta senza Lorenzo, per tutti Lollo. Uno dei leader della Curva Furlan colpito da un daspo di ben 6 anni, comprensivo di doppio obbligo di firma. Ma che avrà fatto Lollo per meritarsi una condanna così alta !?!  Nella trasferta di Belluno è stato “visto” intonare un “uh” razzista contro un giocatore di colore. Lui si è difeso dicendo che intonava la “u” di Unione. L’Unione Triestina, fondata grazie alla fusione tra il CS Ponziana e  l’FC Trieste. Da sempre i triestini chiamano Unione la propria squadra.

Persino da Belluno sono arrivati attestati di difesa a suo carico affermando che nessuno ha sentito il suo “ululato”. Accuse costruite ad arte, si potrebbe dire. Cose che succedevano in Unione Sovietica o in qualche stato sudamericano. Fatto sta che non c’è stato verso e il daspo inesorabile ha preso il suo corso.

Tornando alla partita, da parte di casa gli ultras sembrano non esserci o forse ci sono ma non fanno gruppo. Le ultime sconfitte hanno raggelato gli animi e le pezze che si erano viste quest’anno oggi non vengono esposte. L’unico striscione che rappresenta la tifoseria è quello dell’Unione Tifosi Altovicentino, che sa tanto di striscione fatto dalla società. A dire il vero durante la partita ogni tanto si è sentito esplodere dal settore di casa qualche piccolo mortaretto, ma nulla più.

I pochi triestini presenti, circa 40, cantano a squarciagola per tutti i 90 minuti, sempre orgogliosi dei propri vessilli, che in Serie B o nell’attuale Serie D mantengono immutato il loro fascino particolare e fanno parte della storia del calcio italiano.

I ragazzi accendono una torcia, facendo molta attenzione, perché dal parterre di sotto c’è chi controlla e filma tutti i movimenti degli ultras triestini.

Da segnalare gli striscioni esposti durante la gara. Il primo recita : “DOLOROSE ASSENZE, CAPARBIE PRESENZE … CURVA FURLAN” che la dice tutta sulla situazione attuale della curva, il secondo è un invito ai giocatori a non mollare “ALABARDA NON SCORDARTI DI ME,CHE VIVO E MUOIO PER TE!”.

Giocatori che ce la mettono tutta, anzi di più, riuscendo nei minuti finali a realizzare ben due reti che servono a ribaltare il risultato e portare a casa 3 punti fondamentali nella corsa salvezza. Finisce 3-2 per la Triestina con i giocatori giuliani che al triplice fischio finale corrono immediatamente tutti sotto lo spicchio dei propri tifosi per condividere questa gioia. Ho notato con piacere che questi calciatori ce la mettono davvero tutta per la Triestina, pur non percependo stipendi adeguati.

Marcello Casarotti