Quest’anno la penuria di squadre meridionali in serie C ha spostato più a nord il baricentro del girone C, tanto da risucchiare il Pescara nel raggruppamento meridionale della terza serie. Per gli appassionati del sud è stata una gradita novità dopo anni di ripetitivi al limite del piattume: solite squadre ospitate, solite trasferte. Nulla più dell’abitudine ammazza il pathos. Per i tifosi abruzzesi non so se l’idea di tornare a viaggiare sulle ruvide strade della bassa Italia sia stata parimenti gradita ma fra le tante affinità e divergenze con le squadre di questo raggruppamento, è lecito pensare che anche per loro sia stato un gradito ritorno quest’ultimo.

Fidelis Andria – Pescara manca in campo da ben 13 anni: serie C1 2009/2010, divieto di trasferta agli ospiti. Invece l’ultimo confronto sui gradoni risale addirittura a 24 anni fa: serie B 1998/1999. Una partita maledetta. I confronti con gli abruzzesi sono sempre stati vivaci e quello odierno non fa eccezione, portando con sé un lieve profumo di anni Novanta.

La partita prende il via e mentre la curva nord parte con l’incitamento alla squadra di casa, gli ospiti sono ancora fuori dall’impianto sportivo. Il lancio di una fiaccola nel settore a loro riservato precede l’ingresso nella curva sud, accompagnato dal “saluto” dei tifosi locali. Il tempo di sistemare le pezze e compattarsi dietro di esse e via col ricambio della “cordialità”. Una pezza vicentina spicca tra gli stendardi biancoazzurri a testimoniare la presenza dei gemellati veneti tra i supporter adriatici. Tifo e sfottò si ripeteranno senza soluzione di continuità fin oltre il triplice fischio finale. Per una domenica pomeriggio tutt’altro che noiosa. Ridisegnare la geografia del girone insomma, ha fatto senza dubbio bene al tifo.

Vincenzo Fasanella