Qualche presenza in più delle forze dell’ordine a Campobasso fa da preludio a questa sfida. Fra le due compagini oggi contrapposte esisteva infatti una vecchia rivalità che ha avuto modo di rinfocolarsi nella gara d’andata.
Sono quasi 2.000 i presenti al “Romagnoli” di contrada Selva Piana. Nell’anello superiore della Curva Nord Michele Scorrano pochi i coraggiosi che sfidano la pioggia, che cade incessantemente per tutti i 90 minuti come se già non bastasse il forte freddo che nemmeno l’orario della partita, 14:30, aiuta a stemperare un po’ rispetto ad una più proibitiva gara in notturna. Per il resto, il colpo d’occhio è molto simile alla precedente partita casalinga dei rossoblu.

Attenzione come sempre indirizzata all’anello inferiore, dove NFO, Ultras e tifosi vari fanno gruppo per sostenere i loro undici: il primo coro è proprio contro la tifoseria ospite, con gli sfottò che si ripetono in varie fasi della partita (anche in modo ironico), mentre importante è il riscontro dei vari cori secchi, rinforzati anche dal risultato positivo che matura in campo.

Nella ripresa (in cui mi posiziono nelle vicinanze del loro settore) c’è più costanza nei cori, ampiamente riuscita la sciarpata così come positivo è lo sventolio dei quattro bandieroni, non facili da tenere in alto considerando la pioggia; al fischio finale solito saluto tra squadra e tifosi per festeggiare il 2-0 finale molisano ed ultimi sfottò indirizzati agli ospiti.

La tifoseria del Latina si ripresenta a Campobasso dopo dodici anni: l’ultimo incrocio risale alla stagione 2010/2011 nella vecchia Serie C2, denominata ai tempi con l’obbrobrioso termine “Seconda Divisione”, d’altronde le uniche riforme del calcio nostrano sono i nomi dei vari campionati, mentre per il resto nulla cambia da decenni. Nel settore solitamente dedicato agli ospiti, presenziano una settantina di tifosi, la maggior parte dei quali si raggruppa dietro lo striscione LATINA e sostiene la squadra nerazzurra con generosità.

Anche per loro vari cori di sfottò indirizzati ai dirimpettai ed anche nel loro, alcuni prendono una piega decisamente ironica. Nei 45 minuti in cui mi posiziono nelle loro vicinanze, posso apprezzare il mix di cori secchi e cori più ritmati (sia per la squadra che per gli amici diffidati), ottimi battimani ed un buon sventolio del bandierone del gruppo Leone Alato, affiancato da 3-4 bandierine nerazzurre.

Nella ripresa il settore resta sempre animato, l’unico coro che riesco però ad udire dall’altra parte dello stadio in cui mi trovo, è l’inno nazionale. Al fischio finale, nonostante la sconfitta, salutano il proprio undici in campo evidentemente riconoscendone l’impegno.

Nonostante i vari cori di sfottò per tutti i novanta minuti, non si segnalano episodi di rilievo all’esterno dello stadio.

Francesco Passarelli