Il giorno tanto atteso della finale di Coppa Italia di Serie C è arrivato. A contendersi il titolo sono il Monza e la Viterbese. La partita si disputa mercoledì alle 18:00 per cui parto la mattina presto per arrivare già nel primissimo pomeriggio nella città fondata, come leggenda vuole, dalla regina Teodolinda, anche se gli storici attribuiscono il nome ai romani quando questo territorio stava sotto la loro dominazione. Ma senza perderci nei meandri della storia, passiamo subito a raccontare questa finale d’andata allo stadio “Brianteo” di Monza, stadio che non avevo mai visto.
Per il Monza, nella sua ultracentenaria storia, si tratta dell’ottava finale di Coppa Italia di cui quattro vinte, che ne fanno la squadra primatista nell’albo d’oro, mentre la Viterbese è alla sua seconda finale, peraltro consecutiva, dopo quella dello scorso anno in cui si arrese solo all’Alessandria.
Presenti oltre tremila spettatori, numero da non sottovalutare se si considera il giorno infrasettimanale e l’orario non proprio alla portata di tutti,. Rispondono bene anche gli ospiti che assiepano il settore in oltre centocinquanta unità, nonostante la distanza tra i due centri.
Il “Brianteo” sinceramente è affascinante, capiente, circolare. Uno stadio che potrebbe fare tranquillamente la massima serie se solo si volesse, peccato che quest’oggi la tribuna scoperta non sia aperta al pubblico per inagibilità, mentre la curva Sud è occupata in buon numero dai monzesi in fibrillazione per la coreografia.
Poco prima dell’inizio viene esposto uno striscione all’attuale direttore generale della Viterbese che evidentemente qui ha lasciato un bel ricordo, tanto che gli viene regalata dai monzesi anche una maglia e una sciarpa. Entrate le squadre in campo, i sentimenti devono obbligatoriamente cedere il passo: la curva di casa sventola diverse bandierine che vanno a formare un tricolore il cui senso è completato dallo striscione: “73/74 – 74/75 L’ITALIA CHIAMÒ 87/88 – 90/91…”, ovvio riferimento alle stagioni in cui il Monza ha già conquistato la Coppa Italia di serie C. Sulla sponda opposta i laziali non fanno nulla di eclatante se non una sbandierata.
Nella prima frazione gli ultras del Monza sono veramente su di giri ed offrono dei bellissimi battimani, soprattutto il resto della curva si lascia trascinare dalla parte più calda del settore in cui, tra le altre cose, si nota molto il colore dei tanti stendardi, enfatizzati anche da un po’ di pirotecnica. Nonostante dopo nemmeno un quarto d’ora gli ospiti passino in vantaggio, i monzesi non si perdono d’animo e vengono premiati alla mezzora dal pareggio di Brighenti salutato da un’altra iniezione corposa di pirotecnica.
Nella seconda frazione benché la pioggia non conceda tregua, i padroni di casa non si scompongono e continuano a tifare fino ad esplodere di gioia e nuove torce al cinquantasettesimo per il 2-1 di D’Errico. L’apice del colore verrà espresso qualche minuto più tardi da una buona sciarpata e sulle ali dell’entusiasmo, la curva sfodera una prestazione maiuscola incentrata su innumerevoli battimani e con stendardi e bandieroni sempre in alto nonostante l’acqua che li appesantisca.
I viterbesi invece, accompagnati per l’occasione dagli amici piacentini presenti con lo striscione FURGONE NERO, partono come nel loro consueto stile, alternando cori secchi a quelli più lunghi sostenuti dai battimani, loro inconfondibile marchio. Non male nemmeno il colore, garantito dai bandieroni e qualche bandiera, poi il resto lo fa Vandeputte che porta in vantaggio i gialloblu scatenando l’entusiasmo sui gradoni.
Il tifo prosegue bene, con qualche pausa soprattutto dopo il pareggio brianzolo, ma nel complesso risulta abbastanza lineare. Nel secondo tempo prima la pioggia e poi il gol del vantaggio monzese rendono più difficile la prestazione dei viterbesi, con il tifo che diventa meno incisivo per poi riprendersi nella parte finale.
Finisce con il risultato di 2-1 per i padroni di casa, con le squadre che vanno a ricevere gli applausi sotto i rispettivi settori, sia per i vincitori che per gli sconfitti. Tra quattordici giorni si replica, questa volta al “Rocchi” di Viterbo dove i laziali cercheranno in tutti i modi di portare a casa la Coppa che già la scorsa stagione hanno visto sfumare.
Marco Gasparri