Dopo uno spareggio tanto devastante quanto inutile (almeno ai fini della categoria e della “nostra” presidenza), che ha dimostrato tutti i limiti sportivi e umani della “nostra” società, e ha messo in rilievo i paradossi di un sistema politico/poliziesco basato unicamente sulla repressione.

Dopo un’estate -ancora una volta- imbarazzante per il calcio italiano e per i suoi tifosi (quelli naturalmente che credono ancora nei valori fondanti di questo sport, e nei risultati ottenuti sul campo, non nei tribunali!).

Dopo che -per la seconda volta nella nostra storia- alla fine siamo stati R-I-P-E-S-C-A-T-I ai danni di un’altra tifoseria, che avrebbe meritato quantomeno un po’ più di rispetto, sia da parte del proprio presidente, sia da parte degli altri tifosi italiani (ricordiamoci sempre che la vita è una ruota, e che i nostri rivali non sono necessariamente anche i nostri Nemici; quello che è successo ai tifosi reggini è già toccato a molti, e potrebbe toccare a tutti, prima o poi).

Dopo tutto questo e molto altro ancora, pensavamo che finalmente si potesse tornare alla “normalità”.

Evidentemente ci sbagliavamo, a meno che “normalità” per qualcuno non significhi una situazione ripetuta e grottesca come quella corrente (per la cronaca, dopo che la settimana scorsa la trasferta a Lecco era stata aperta, a due giorni esatti dalla partita è stata “improvvisamente” vietata ai tifosi del Brescia non tesserati).

Sinceramente, a questo punto della storia non ci interessa nemmeno conoscere le motivazioni di questo clamoroso dietrofront.

Di certo, se questo Stato sempre più autoritario e intollerante (e questo vale anche per i Governi precedenti, sia chiaro), come arma di prevenzione sa mettere in campo solo la tessera del tifoso, siamo messi proprio male.

Più che di garantismo e di prevenzione grazie alla tessera, infatti, tutti dovrebbero finalmente parlare di ricatto/punizione istituzionale, e -soprattutto- di sconfitta dello Stato.

Purtroppo però, il mondo del tifo organizzato in questi ultimi vent’anni è cambiato radicalmente, e sono rimasti in pochi a pensarla come noi (i fatti però ci stanno danno ragione, e a tutti i livelli purtroppo!).

Una volta eravamo i ribelli per antonomasia. Oggi molti gruppi non solo si sono “istituzionalizzati”, ma sono diventati anche filo-societari.

Una volta avremmo messo a ferro e fuoco la città per un’ingiustizia. Oggi ci sono perfino tifosi fidelizzati che godono letteralmente quando è vietata la trasferta a chi la tessera continua a rifiutarla, un po’ per una sorta di rivincita morale (per loro infatti i Nemici sono i non tesserati, e non tanto chi la tessera l’ha introdotta); un po’ perché così hanno più biglietti a disposizione (sigh!).

Una volta eravamo considerati un granello di sabbia che poteva inceppare il sistema. Oggi alcuni gruppi sono diventati loro stessi un ingranaggio del sistema.

Una volta il sistema -di fatto- voleva eliminare i gruppi organizzati. Oggi li vuole “semplicemente” trasformare e integrare, a patto ovviamente che stiano al suo gioco.

Dulcis in fundo: all’orizzonte si profilano già nuove forme di controllo di massa (scanner facciale e microchip sopra a tutto), che s-i-c-u-r-a-m-e-n-t-e tutti i gruppi Ultras italiani osteggeranno fin da subito (come no?).

Perciò, paradossalmente, tutto questo per noi è un motivo in più per non fare la tessera, o -addirittura- per disdirla!

Avanti Ultras sempre!

Ultras Brescia 1911

Brescia 14/09/2023