Ultima partita del triangolare ed incontro decisivo per stabilire la squadra che non otterrà direttamente la promozione in serie D. In settimana si sono sprecate le critiche per il risultato della partita tra Figline e Tau Calcio, diciamo pure che le ultime tre reti segnate dagli odierni avversari della squadra amaranto sono sembrate dei veri e propri doni della squadra avversaria che per una serie di motivazioni, ha preferito perdere con quattro reti di scarto mettendosi al riparo dall’eventuale “biscotto” nella partita odierna. Sicuramente i calcoli matematici e qualche partita “accomodata” nel calcio c’è sempre stata e continuerà ad esserci, inutile sbandierare ai quattro venti concetti fantasiosi come sportività, meriti sul campo o addirittura educazione sportiva. Il calcio è business ed alle società, come ai tifosi, piace vincere, indipendentemente dai modi, anche se poi non lo ammetterebbero neppure a sé stessi. Si può discutere sulla questione prendendo in considerazione gli ultras, che almeno a parole dovrebbero andare “al di là del risultato”, idea quanto mai nobile ma che spesso entra in conflitto proprio con la voglia di primeggiare sul manto erboso e che, alla prima serie di sconfitte consecutive, fa scattare automaticamente la contestazione.

Incontro importante dunque che si porta dietro litri di inchiostro versati da giornali locali e non, critiche a non finire sulla formula di questi play off ma anche una generale consapevolezza che il Livorno può vincere la partita e festeggiare. L’ambiente è su di giri, carico come non mai, probabilmente anche sopra la soglia massima, basti pensare che già un’ora prima dell’incontro, quando la squadra del Tau entra sul terreno di gioco per prendere contatto con il manto erboso, una selva di fischi ed un potente coro provenienti dalla Curva Nord fanno immediatamente intendere che l’atmosfera è elettrica.

Curva Nord che si presenta con il vestito di gala, non c’è un biglietto disponibile e il sold out è dichiarato già da qualche giorno. A inizio gara viene mostrata una coreografia con bandierine bianche e amaranto, poi con le squadre che iniziano a battagliare, parte anche l’incitamento degli ultras. Poco da eccepire nella prima frazione, la Curva ribolle di tifo e colore, c’è una gran bella partecipazione, i gradoni sono intrisi di bandiere ed anche la voce fa la parte del leone, i momenti di silenzio sono praticamente assenti ed il tifo è veramente un rullo compressore.

A gelare i settemila spettatori circa, ci pensa sul finale del primo tempo Benedetti, che segna un gol di pregevole fattura portando avanti il Tau il quale, a ben vedere, non demerita di fronte al più quotato avversario.

Nella seconda frazione il protagonista principale diventa il terreno di gioco ed il risultato, mai stato così importante come in questa occasione. Il tifo ne risente negativamente, la Curva Nord non è più così potente come all’inizio e in generale lo stadio comincia a rumoreggiare per la prestazione della squadra locale non certo esaltante. Il Livorno avrebbe anche l’occasione di rimettere la partita in parità ma l’attaccante Vantaggiato si fa respingere un rigore nei minuti finali, scrivendo di fatto la parola fine sull’incontro e sulla promozione della squadra. Gli ultimi minuti si giocano in un’atmosfera gelida, con il pubblico silente e con solamente qualche timido coro di contestazione, contestazione che viene rimandata al triplice fischio finale dove la rabbia del pubblico sommerge una squadra che esce dal campo a testa bassa.

A far festa è il Tau e voglio pensare che anche a Figline ci sia chi non se la passa troppo male, festeggiando una promozione ottenuta vedendo gli avversari duellare fin oltre il novantesimo. A restare col cerino in mano è proprio la squadra sulla carta più blasonata anche se con i nomi e la storia non si vincono le partite ed il Livorno deve continuare il proprio cammino incontrando le altre escluse di altre regioni.

Valerio Poli