Prende il via la nuova stagione del Campionato Nazionale Dilettanti. Il Rimini, inserito nel girone D, ritrova per la maggior parte le stesse squadre della scorsa stagione. A farla da padrona sono le emiliano-romagnole, seguite dalle compagini toscane mentre la novità è rappresentata dalle squadre lombarde.
Alla prima giornata, tra le mura amiche del Romeo Neri, il Rimini affronta il Prato per una partita che, tanto per gli addetti ai lavori quanto per il blasone delle compagini, è già considerata come una gara di cartello. La formazione biancorossa, dopo la scorsa deludente annata, complice anche una certa ricaduta di problematiche legate alla pandemia, è stata praticamente rivoluzionata, dal cambio di allenatore in panchina alla quasi totalità dei giocatori in campo, epurazione della quale si sono salvati giusto i giovani calciatori provenienti dal vivaio. Quest’anno il presidente Rota, memore degli errori, ha portato a Rimini giocatori di indubbio valore per la categoria, assieme a giovani di buone prospettive, pronti a regalare alla città quell’entusiasmo assopito dagli ultimi anni di mediocrità e dalla retrocessione d’ufficio dopo la sospensione per il lockdown, quando mancavano ancora undici giornate alla fine del campionato.

Anche a Prato dopo oltre quarant’anni di presidenza Toccafondi, la società è passata di mano, una svolta epocale che ha risvegliato gli animi nella città laniera, che chiaramente ripone ora molte aspettative sulla nuova società guidata da Commini.

Per la giornata odierna, la nota positiva è nel ritorno del pubblico allo stadio, dopo un anno e mezzo di porte chiuse, compresa presenza ospite giunta da Prato: l’ultima volta che fece capolino qualcuno in quel settore specifico, fu per Rimini-Modena del febbraio 2020.

Al netto delle varie norme sanitarie obbligatorie, non ci sono particolari restrizioni e in entrambe le curve si riesce più o meno a far gruppo e tifare “come una volta”, con il settore pratese che addirittura azzarda una coreografia, con la partecipazione degli oltre 50 tifosi al seguito. Se la sensazione generale è quella che entrambe le tifoserie siano smaniose di dimenticare il periodo di buio dovuto alla lontananza dallo stadio, questo vale doppiamente per i pratesi che, durante il regno Toccafondi hanno scelto lungamente di disertare per protesta contro la stessa proprietà.

In Curva Est orfani di un gruppo guida dopo lo scioglimento di tutti i gruppi organizzati, il tifo si concentra nella parte centrale in modo abbastanza libero e spontaneo. Ci vorrà qualche partita di rodaggio in attesa che le cose si assestino e che magari qualcosa possa anche rinascere, sempre se le condizioni lo consentiranno. Nel frattempo comunque i presenti ci mettono del loro, anche dal punto di vista estetico grazie all’uso di bandierine biancorosse per colorare la propria curva, alle quali accoppiano la voce e qualche manata a rimarcare una presenza da non disprezzare. Non sono mancati i cori di sfottò con la curva ospite, segno che la tifoseria di casa ha memoria lunga e conserva intatte tutte le vecchie rivalità, anche a distanza di anni.

Nel complesso un buon tifo anche dal settore ospite. Ovviamente le curve molte lontane dal terreno di gioco non aiutano quando i numeri non sono esagerati, sia da una parte che dall’altra, ma esteticamente sono comunque belli da vedere grazie allo sventolio di qualche bandierone per tutti i 90′ minuti e anche il loro tifo sarà positivo, condizionando solo sul finale dal risultato sfavorevole che vede la loro squadra uscire dal terreno di gioco con un netto 3 a 0 sul groppone. Da menzionare per loro anche un paio di striscioni: nel primo tempo “Ciao Cisse, la tua Curva” e nella ripresa “Martin siamo con te”.

Al triplice fischio è la squadra biancorossa a portarsi sotto la Curva per prendersi i meritati applausi. Prima importante vittoria per carburare e impreziosita dal fatto che sia maturata contro una diretta concorrente alla promozione. Anche i giocatori del Prato si portano ugualmente sotto il settore, per ringraziare chi si è sobbarcato la trasferta e li ha sempre incitati. La sconfitta, come si suol dire, non esiste nel cuore di chi comunque ha lottato a difesa della propria maglia e dei propri ideali.

Gilberto Poggi