Giornata e partita particolare a Genova, dove si rinnova la fratellanza che dall’1 Aprile 2006 lega le tifoserie di Sampdoria e Bari. Arrivo a Marassi, nei pressi dello stadio “Luigi Ferraris”, verso le 19, perdendomi per giusta causa il preparartita in cui si è suggellato l’incontro per le vie di Genova fra baresi e doriani.

L’ambiente al mio arrivo è ugualmente di quelli che lasciano a bocca aperta. Evidente lo spirito aggregativo che si respira in questa sera, i riti collettivi che si consumano come a ogni vigilia di partita più o meno importante che sia: centinaia di persone a bere, cantare e discutere. Se ne può dedurre una cosa sola: a Genova il calcio e la passione per i propri colori sono una cosa seria.

La caratteristica posizione dello stadio, perfettamente incastonato nella città, con i fari che illuminano le case adiacenti, rendendo l’ambiente ancora più affascinante, caldo, umano. Diametralmente opposto a quelle asettiche cattedrali nel deserto, che hanno in più solo i parcheggi e una marea di negozi, figli dell’opposta visione del calcio non come culto popolare ma ridotto a mero evento commerciale e consumistico.

Entrato a circa un ora dall’inizio della partita, denoto già la presenza barese posizionata nella parte superiore del settore ospiti che appare quasi gremito. Sono oltre 800 i presenti, numero decisamente notevole se si considerando la deficitaria posizione di classifica, la contestazione in atto contro la proprietà, il periodo natalizio e la distanza, per chi è arrivato dalla lontana Puglia: anche se va dato atto e merito ai tanti emigrati costretti lontano dalla loro terra e che vedono in questi eventi una possibilità di ricongiungimento seppur transitoria con le proprie origini.

Anche la Gradinata Sud di casa è già quasi tutta piena, peccato solo per la musica dell’impianto dello stadio, altissima e fastidiosa, che copre i cori delle rispettive tifoserie nel pre-partita. Ma purtroppo è una prassi ormai consolidata, persino nelle categorie inferiori dove talvolta, a fronte di tifoserie inesistenti potrebbe persino avere un senso, ma non di certo in un contesto così partecipativo e pieno di gente.

All’entrata dei giocatori in campo finalmente musica e pubblicità lasciano spazio alle tifoserie. La Curva Nord Bari si presenta bella compatta, offre un buon colpo d’occhio e i primi cori ovviamente all’amicizia con i doriani. L’incitamento è costante per tutti i novanta minuti, senza pause, nonostante non sia facilissimo farsi sentire. Punti di forza le manate molto belle, cori a ripetere possenti, i bandieroni sempre al vento. Non mancano cori contro la presidenza. Davvero belli i baresi, come sempre succede, una conferma, una delle tifoserie più consolidate del panorama ultras.

La Gradinata Sud offre bandiere e sciarpata a inizio partita, momento in cui viene ricordata anche Simona, una delle figure più carismatiche dei Fedelissimi, venuta a mancare nel 2002: tradizionalmente, nell’ultima partita di ogni anno, il suo gruppo organizza una vendita di beneficenza con il sostegno di tutta la Gradinata, e come ogni anno il telone a lei dedicato, a chiusura di questo momento in suo ricordo, non manca mai.

Dopo di ciò, il tifo è davvero coinvolgente, a tratti poderoso. Canta praticamente tutto lo stadio. Al ventesimo viene tirato fuori anche lo striscione “Bentornatati fratelli baresi”, accompagnato da cori di fratellanza, ripresi e cantati anche nel settore ospiti. La partita, come si direbbe di fronte a questo scenario, diventa veramente irrilevante. La gente rimane più tempo ad ammirare gli spalti che gli eventi in campo, cosa che conferma ulteriormente il vecchio adagio secondo il quale, il calcio sarebbe nulla senza i tifosi.

Ad inizio del secondo tempo, i baresi espongono lo striscione “…il gemellaggio comunque lo facciamo lo stesso”, frase attribuita a Bek, storico ultras sampdoriano venuto a mancare in questo stesso periodo del 2021, risalente al momento in cui le due Curve incrociarono le loro strade. Anche la gara sul rettangolo di gioco sembra allinearsi a questo idillio fra le due tifoserie e si conclude con un punto a testa.