Dopo la sconfitta di misura maturata una settimana prima, l’Andria è chiamata all’impresa di ribaltare l’uno a zero dell’andata per mantenere la categoria. La prevendita ha fatto registrare il record di biglietti staccati, sono 3.500 i ticket acquistati dai tifosi pugliesi che diventeranno oltre 4 mila alla chiusura dei botteghini. Già un’ora prima della partita lo stadio degli Ulivi è stracolmo di entusiasmo, con l’intero pubblico che carica i giocatori già dal riscaldamento. 

Quando lo squadre scendono in campo la Curva andriese si colora di bandiere e stendardi a due aste. I tifosi campani arrivano invece alla spicciolata, i primi paganesi prendono posto già un’ora prima dell’inizio della partita, ma il grosso della tifoseria arriva in prossimità del fischio di inizio. Un manipoli di ragazzi della Curva Nord dopo aver sistemato sulla vetrata lo striscione “La nostra Stella merita rispetto”, esce nuovamente dal settore ospiti per poi rientrarci insieme al resto della tifoseria; i tifosi campani, in un rituale oramai condiviso da molte Curve, guadagnano l’ingresso in maniera compatta e ordinata, prendendo posto nel settore a loro riservato. Mentre l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità i Paganesi lentamente fanno quadrato e dopo aver attaccato i vari drappi, partono con il loro repertorio fatto di cori lunghi, ritmati dal suono incessante dei tamburi.

Le due tifoserie vivono la partita in maniera decisamente diversa: gli andriesi, anche grazie al supporto dello stadio, sembrano interessati principalmente a spingere la squadra al gol; gli ospiti azzurro-stellati quasi prescindendo dalle sorti del match tifano invece più per i propri colori.

Nel corso del match si nota uno striscione andriese esposto per i gemellati di Barletta i quali, dopo 7 anni di Eccellenza, sono riusciti finalmente a tornare in Serie D. A pochi secondi dal triplice fischio finale poi, la Nord andriese espone un altro striscione contro l’attuale dirigenza. In passato il pubblico di casa si sarebbe riversato in campo per festeggiare insieme ai propri beniamini l’agognata salvezza, ma il servizio d’ordine, presente in gran numero, ha spento sul nascere qualsiasi velleità, infatti sono i giocatori di casa a raccogliere l’abbraccio dei propri tifosi recandosi sotto la Curva.

Scena simile a fine gara fra i paganesi che espongono lo striscione: “Non si è perduto niente quando ci resta l’onore… avanti Curva Bord”. I giocatori campani provano ad avvicinarsi agli oltre 400 paganesi presenti in terra pugliese ma vengono respinti dagli stessi che, a più riprese, li invitano a spogliarsi della maglia.

Sul fronte dell’ordine pubblico non ci sono episodi di cronaca da raccontare, infatti mentre il pubblico di casa era impegnato a festeggiare la salvezza i campani vengono fatti uscire dallo stadio.

Michele D’Urso