Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

AGGIORNAMENTO: per ottimizzare la funzionalità del sito, piuttosto che pubblicare una seconda notizia con le sole fototifo, da questa settimana partiamo con questo nuovo esperimento, cioè – dopo la pubblicazione in rivista – ripubblicare la notizia stessa, ma implementata dell’intera galleria fotografica che troverete a fine articolo.

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Doveva essere la partita dell’anno. Anche per me, semplice spettatore neutro ed inviato “tra le mura amiche” per quello che, dal punto di vista del tifo, aveva tutto l’aspetto di un appuntamento al quale non mancare.

Il biglietto di Monte Mario rimediato in settimana poi, mi aveva messo il buon umore su tutti i fronti, tanto da attendere questa sfida quasi con ansia. Avrei voluto iniziare l’articolo parlando di Fabio, un mio amico d’infanzia, nato a Roma ma tifoso della Fiorentina, che avrebbe voluto accompagnarmi allo stadio ma il quale, da novizio in fatto di biglietti calcistici, si è visto impossibilitato ad acquistare il tagliando se non nelle ricevitorie ubicate nel capoluogo toscano. Sarebbe stato interessante poi parlare di come si è (mal)gestita la vendita del settore riservato ai tifosi partenopei, con l’iniziale obbligo di acquistare pacchetti a 80/90 euro biglietto + pullman, anziché il solo tagliando al prezzo di 20 euro. Pregustavo già uno di quegli articoli chilometrici e trionfanti, buttati giù con passione e divertimento. Ma, ahimè, così non è stato. La realtà dei fatti è un’altra, ben più triste, complessa e pesante da raccontare. Ne usciamo forse un po’ tutti sconfitti, lo dico subito e senza tanti giri di parole.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

PRESENTIMENTI – Ci sono delle giornate in cui sai che qualcosa non andrà per il verso giusto. Uno strano sentore con cui avverti che, almeno di striscio, ti arriverà addosso un macigno, un qualcosa di indesiderato. Scendendo a Flaminio ed avviandomi verso il tram, le nuvole nere che si ammantano su Piazza del Popolo non mi trasmettono nessuna sensazione buona. Ci sono molte sciarpe viola in giro, mentre di vessilli azzurri se ne vedono pochi. Una ventina di minuti ed eccomi sul Lungotevere. Decido di scendere un paio di fermate prima, voglio passare davanti alla Curva Nord, per vedere che aria tira. È quando sto attraversando Ponte Milvio che una voce mi desta preoccupazione. Un ragazzo, parlando con il suo amico, fa: “Ma allora, l’hanno ammazzato?”.

È difficile spiegare l’intuito di chi frequenta il mondo degli stadi da quasi 15 anni. È come quando prima di entrare dentro casa già fiuti che qualcosa non va, che ci saranno litigi ed aria pesante. Prendo in mano il mio smartphone, do velocemente un’occhiata a Google. un tifoso del Napoli è in fin di vita dopo esser stato colpito da una pallottola che non si capisce da dove sia partita. Il tam-tam delle centinaia di versioni comincia a girare in rete. La Questura inizialmente emana una nota attraverso la quale sostiene che non si sia trattato di un episodio legato al mondo delle tifoserie, ma di un qualcosa di isolato. Ci si capisce poco, e con il passare del tempo ci si capirà sempre meno.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Nel frattempo vengo a sapere che ci sono stati incidenti anche in un’area di servizio sull’A1. Notizia che, facendo il paio con quella più grave del colpo di pistola, spopola sulle prime pagine delle testate online e in televisione. Sono stordito ed esterrefatto, conosco troppo bene questo mondo per non immaginare ciò che accadrà da lì a poco e quello che saremo costretti a subire nelle settimane successive. Sono poi umanamente preoccupato per il ragazzo partenopeo.

Proseguo sul Lungotevere incontrando un vero e proprio plotone di carabinieri. Mi chiedono dove vada, gli mostro il biglietto di Monte Mario e mi lasciano andare augurandomi persino buona partita. Già, buona partita. Ho lo stomaco chiuso e non vorrei neanche mettere piede all’Olimpico.

L’ENTRATA – Supero il prefiltraggio e sono davanti alla Curva Sud, dove decine di tifosi viola continuano ad entrare, c’è entusiasmo da queste parti. Proprio come mi aspettavo, visto il ritorno della Fiorentina ad una finale dopo oltre un decennio. Ma tutto ciò è già passato in secondo piano, almeno per il sottoscritto. Dal 2004 non entravo in Monte Mario, un salotto che ho sempre trovato troppo fine e borghese per il mio modo di frequentare lo stadio. Eppure stasera sono di stanza qui, e fino a 24 ore prima la cosa mi rendeva anche felice. Supero il tornello, salgo le scalette e davanti a me si apre lo scenario dello Stadio Olimpico. Quello stesso stadio a cui ho legato tanti bei momenti, tanti bei ricordi, le risate con gli amici e le sofferenze nei settori popolari. Nulla di ciò in questa serata di inizio maggio.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

La Nord, dei napoletani, è spoglia di qualsiasi vessillo, mentre la Sud, dei fiorentini, fa già bella mostra delle proprie bandierine che avrebbero dovuto costituire la coreografia. Parlare al condizionale è d’obbligo. Più i minuti passano e più sotto alla cancellata della curva partenopea si forma un conciliabolo tra tifosi, polizia, steward ed organi istituzionali.

INFORMARE NON È TRATTARE – Lo devo dire, nonostante la tensione si tagli a fette e di tanto in tanto partano raffiche di torce e bomboni nei confronti di fotografi e steward, è grazie alla maturità dei tifosi campani che la situazione non degenera. Perché checché ne possano dire i media prezzolati che fanno della disinformazione e della demagogia il loro cavallo di battaglia, quello che è andato in onda sotto la cancellata della Curva Nord sabato non è altro che un qualcosa di normale e necessario in determinati momenti. Basta aver partecipato almeno una volta alle manifestazioni di piazza per rendersi conto che le forze dell’ordine, come logica vuole, individuino i “capi”, o comunque chi coordina un determinato movimento, nel tentativo di placare eventuali animi esagitati ed evitare situazioni di pericolo.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Nel nostro paese, e forse dirò un qualcosa di scontato, ma tanto in mezzo alla fiera dell’ovvio nessuno se ne accorgerà, si accetta a cuor leggero il dialogo con la mafia, che spesso più che dialogo è vera e propria connivenza che i cittadini pagano sulla propria pelle ogni giorno, ma si grida allo scandalo se una Questura informa gli ultras circa le condizioni di salute di un proprio compagno. È qua che esce fuori la totale inumanità della nostra società, assieme alla malafede ed alla palese ignoranza in merito all’aspetto antropologico delle curve (come di molti altri che riguardano il normale cittadino). Ma la cosa più triste in tutto ciò è che a parlare, scrivere e commentare, siano tutti (ma davvero tutti) tranne chi di dovere.

Accetto persino di buon grado un’intervista rilasciata in queste ore da un esponente della Digos genovese il quale, quantomeno avendo cognizione di causa, analizza con obiettività i fatti dicendolo a chiare lettere che il famoso ragazzo a capo della Curva A, è servito eccome in quella situazione. Senza un minimo di ordine e coordinamento infatti, sarebbe successo il finimondo. Quando a Roma venne sospeso un derby per la presunta morte di un bambino, le istituzioni non vollero ascoltare le ragioni dei tifosi e i risultati furono sotto gli occhi di tutti. Oggi, che entrambe le controparti hanno affrontato la situazione con più raziocinio, si parla di sconfitta dello Stato.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Mentre scrivo, due esponenti del movimento ultras partenopeo, prontamente sbattuti sulle prime pagine di tutti i quotidiani in questi giorni, sono stati colpiti da provvedimenti di Daspo. Le motivazioni? Lo scavalcamento della recinzione di gioco e, udite udite, l’aver indossato la celebre maglia riportante la scritta Speziale Libero. Facciamoci ora due conti. Viviamo nel paese dove qualche giorno prima un sindacato, quello di polizia, accompagnato da una lauta rappresentanza politica, ha esternato solo l’ultimo dei propri stomachevoli comportamenti nei confronti delle mamme e dei papà che hanno visto i loro figli morire per mano di chi dovrebbe tutelare l’incolumità del cittadino (che è lo stesso a pagargli buona fetta dello stipendio), applaudendo senza ritegno gli assassini di Aldrovandi.

In una società che ragiona per etichette e cliché, dobbiamo rendere conto alla stampa che giudica in base ad un padre presumibilmente appartenente ad un clan camorristico, mentre gli stessi che legiferano lo fanno in compagnia di pluripregiudicati che nulla hanno a che invidiare agli esponenti di spicco della mafia. Ci si è affrettati a scrivere chilometri e chilometri sulla vita di chi sedeva in vetrata, contro qualsiasi rispetto della dignità umana e della privacy. E questo non fa né caldo e né freddo a nessuno, vista la sete di notizie da spargere e condividere su Facebook, dove altrettanti scervellati si divertono a commentare facendo il gioco di chi non aspetta altro.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

MESSAGGIO VIOLENTO O REATO D’OPINIONE? – D’ora in poi, come dichiarato da Alfano, Renzi e compagnia bella, verrà usato il pugno di ferro verso qualsiasi striscione o maglietta inneggiante alla violenza. Posso sapere dove è il messaggio violento nella maglia indossata dal tifoso napoletano? A me sembra che qua, l’unica violenza, venga fatta per l’ennesima volta alla Costituzione ed alla libertà di espressione degli italiani. Ma del resto se la nostra libertà di stampa viene dopo quelle di numerosi paesi africani, un motivo ci sarà.

Siamo nel paese dove per anni si è girato, inneggiato, prodotto film e sceneggiati sulla Banda della Magliana. Dove si producono persino maglie su tale fenomeno criminoso (ben più dannoso anche di quanto successo sabato all’Olimpico) dietro ad una quanto meno criticabile interpretazione folkloristica dello stesso. Ma il problema vero, è che siamo nel paese dove l’opinione pubblica la costruiscono personaggi menzogneri come Giletti. Gente che non aspetta altro per aprire i cancelli delle proprie discariche mediatiche chiamando ad intervenire le varie Marisa Grasso di turno, letteralmente omettendo la verità ed infangano persino la memoria del defunto Raciti. Pare infatti palese l’utilizzo strumentale che viene fatto dalla signora Grasso in queste situazioni. Come pare ovvio che in un paese civile, o quantomeno normale, la maglietta Speziale Libero, avrebbe anche potuto creare qualche polemica, ma avrebbe trovato anche qualcuno pronto a ricordare la delicatezza di tale processo, magari tirando fuori le perizie dei RIS di Parma che, prima di essere insabbiate, dimostravano come con tutta probabilità l’ispettore di polizia fu vittima del fuoco amico.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

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Ma l’Italia è il paese dove una volta trovato il capro espiatorio, si è trovata la soluzione. È successo con Speziale e Micale prima, e succederà oggi con i personaggi della Curva A sbattuti in ogni dove, descritti con teorie lombrosiane che sarebbero persino divertenti se depositate in qualche altra sede. Ma qua c’è ben poco da ridere. Viviamo in un contesto dove non esistono più privacy, libertà di espressione e diritto alla difesa dei propri diritti. Il paese dove i processi e le condanne non li fanno più i tribunali, ma bensì la grancassa mediatica di regime.

In base a ciò, infine, mi aspetto che da domani nessuno mandi messaggi e segnali di solidarietà nei confronti dei Marò. Non si sono anch’essi resi protagonisti di un delitto? Per di più di un omicidio. Beninteso, lo dico spoglio da ogni velleità ideologico-politica, ma se per i napoletani ci sono 5 anni di diffida a causa di una maglietta, a chi mesi fa manifestò a Piazza Venezia con gli striscioni “Marò Liberi” dovrebbero dare un anno in cella d’isolamento. O sbaglio?

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

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SI GIOCA IN CAMPO, BOTTE IN TRIBUNA – Le squadre entrano in campo con 45’ di ritardo. A tal merito una specifica la meritano tutti quei commenti e quelle illazioni che attribuiscono agli ultras partenopei il placet per la disputa dell’incontro. Questa storia degli “ultras padroni del pallone” oltre ad aver stancato, è palesemente falsa. Fossero loro i padroni del calcio, probabilmente non vedremmo partite truccate, giocatori che muoiono per doping e leggi da Stato cinquecentesco per entrare sugli spalti di un luogo pubblico come lo stadio. Forse, negli eccessi di questo mondo, vedremmo qualche incidente in più, ma mi chiedo: a voi mettono più paura due schiaffoni tra tifosi o il fatto che interi esecutivi si adoperino per mettere il bavaglio sulle opinioni di liberi cittadini, oltre che violarne sistematicamente i più basilari diritti umani come la libera circolazione sul territorio nazionale?

Per farla breve, nessuno ha autorizzato nessun altro a giocare. Era chiaro che la gara si sarebbe disputata anche se il tifoso fosse morto. Del resto, come ha giustamente fatto notare un tifoso che mi sedeva accanto, “Hanno giocato con 39 morti nello stadio”. Hanno anche giocato con un ragazzo ucciso sull’autostrada senza motivo, aggiungo io.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Gli ultras napoletani hanno conservato molta calma, dimostrandosi sin troppo maturi rispetto a quello che sarebbe potuto accadere in passato. Se si ragionasse con il cervello, anziché con l’audience o la tiratura dei giornali, forse anche i meno illuminati arriverebbero a queste semplici conclusioni pur non avendo lauree in astrofisica nucleare.

Hanno fatto scalpore anche i fischi all’inno nazionale, ma non le motivazioni che hanno spinto 70.000 spettatori a fischiare. Non era certo campanile, almeno non in quella occasione. Né disprezzo e vergogna di essere italiani. Dentro di me, l’ho fischiato anche io. E non me ne vergogno. Semmai si deve vergognare chi lo ha fatto eseguire senza pudore e chi ha ridotto questo paese ad uno scolapasta sociale, con buchi che fanno passare acqua da tutte le parti. Si pretende di togliere persino la libertà ad individui che lavorano e pagano regolarmente le tasse, di contestare un paese inesistente su tutti i fronti. I fischi a “Fratelli d’Italia” sono quasi dovuti, a mio modo di vedere. Facile canticchiare l’aria di Mameli quando si arriva a fine mese e si hanno tutte le agevolazioni del caso. Nello specifico basta dare un’occhiata alla Tribuna d’Onore, forse l’unica zona dello stadio che lo ha davvero cantato con la mano sul cuore, mentre con l’altra lo strappa agli italiani.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Le due curve optano per l’astensione dal tifo. Ma intanto attorno a me è un continuo putiferio. Molti tifosi partenopei hanno infatti acquistato biglietti per la Monte Mario, teoricamente riservata ai viola, e durante tutti i 90’ sarà una vera e propria corrida. Persino io, che un po’ di stadi e di tifoserie ne ho viste, stento a ricordare un qualcosa di simile. Mi sembra di tornare indietro nel tempo, come i racconti di chi viveva gli stadi negli anni ’70-’80, quando spesso in tribuna avveniva la commistione tra tifosi di casa ed ospiti.

A chi per mesi ci ha frantumato gli zebedei con la storia della discriminazione territoriale, e della sua totale circoscrizione alle sole curve, avrei voluto far vedere questo teatrino. Di steward e polizia neanche l’ombra e così tra un “Chi li ha fatti venire sti terroni di merda?” e un “Dovete affogare nell’Arno”, cazzotti e spintoni volano allegri. Persino qualche granitica donna si mette di mezzo. Nessuno ne parlerà, perché troppo impegnati a riempire le proprie pagine con la demagogica demenza senile dei “giornalai” italiani che si dilettano in articolisti di grido.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Gli ultras del Napoli abbandonano lo stadio dopo il primo gol degli azzurri, c’è un loro compagno in fin di vita e questo è più importante di una partita di calcio. Ma la coscienza non ce l’abbiamo tutti, e non tutti allo stesso modo. Lo so che il mondo ultras, dove sono nato e cresciuto, è intriso di contraddizioni e spesso azioni che non fanno che auto-danneggiarlo, ma è altrettanto vero che i commenti sentiti attorno a me sabato sera, non li avrei mai uditi laddove risiede il cuore pulsante del tifo di ogni squadra. “Ma sti cazzi se è morto, tanto è successo fuori, giochiamo lo stesso”. Tanto per citarne uno. Qua non si parla di tessera del tifoso o di repressione preventiva. Qua è un discorso di cultura e di rispetto generale. Cosa che in Italia non abbiamo più da tempo. Preferiamo farci fuorviare dalla televisione, essere succubi di tutto ciò che ci dicono, ed assistere tranquillamente ad una stupida partita di calcio anche se di fuori c’è chi lotta tra la vita e la morte.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Ho la nausea, il Napoli segna, i presenti esultano, i tifosi “normali” accendono torce e mostrano banane ai dirimpettai fiorentini. Questi ultimi anche gioiscono al gol che riapre teoricamente la partita. Nel secondo tempo poi, inspiegabilmente da certi punti di vista e certe prese di posizione iniziali, la Fiesole quest’oggi in Sud tifa, coordinata dai propri lanciacori, dopo essersi presa gli insulti dei tifosi circostanti che volevano assolutamente sostenere i gigliati. Gli stessi che immagino assenti e disinteressanti durante tutta la stagione.

La partita sta volgendo al termine, ma non me ne frega più nulla. Ilicic manca incredibilmente il gol del pareggio e Mertens sigla quello del definitivo successo, regalando la quinta Coppa Italia alla bacheca partenopea. Gli ultras viola si esibiscono in una sciarpata mozzafiato, la più bella che abbia mai visto all’Olimpico. Sul cielo di Roma brillano i fuochi d’artificio mentre Hamsik alza la coppa.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Orde di tifosi napoletani invadono, senza più il controllo dei gruppi ultras ed approfittando della leggerezza carabinieresca (per dirla alla Gadda) che lascia socchiusi tutti i cancelli della Nord, arrivando sin sin sotto il settore avversario. Qualcuno prova a scendere per scacciare i rivali, la polizia quieta tutto e rimanda i supporters campani nei propri settori. Ma ormai nulla di tutto ciò è importante. Ci aspettano settimane, mesi e forse anni di ennesimi processi alle intenzioni, divieti e, probabilmente, un definitivo stravolgimento del nostro modo di intendere e volere gli stadi ed il tifo.

Ma ormai nulla di tutto ciò è importante. Ci aspettano settimane, mesi e forse anni di ennesimi processi alle intenzioni, divieti e, forse, un definitivo stravolgimento del nostro modo di intendere e volere gli stadi ed il tifo.

CHE NE SARA’ DI NOI? – Come forse avrete fatto caso, non mi sono soffermato sui fatti nudi e crudi accaduti a Tor di Quinto. Non tanto perché non abbia una mia idea o non voglia esprimere un giudizio. Ma perché ritengo che al momento sia prematuro farlo a tutti gli effetti. Se non impossibile, visto la miriade spasmodica di informazioni ed input che abbiamo in merito alla faccenda.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

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Posso però tirare alcune conclusioni, non affrettate e non generaliste. Ho sempre creduto che il miglior modo di ripartire e rialzarsi dalle macerie, sia innanzitutto fare autocritica. E su questo il movimento ha spesso sbagliato, in preda ad una sorta di “talebanismo” più deterrente che altro.

Gli ultras sono i primi nemici di se stessi? A volte sì. Ed allora è proprio da qua che bisogna ricominciare per rimettere i mattoncini di una base che almeno ci garantisca un futuro vivibile. So che al momento, a molti, verrebbe da lasciare capra e cavoli perché se dal post-Raciti si era ricostruita una piccola parte di credito verso questo mondo, con tanta fatica, tanti sacrifici ed in alcuni casi qualche compromesso di troppo, c’è voluta una serata per spazzare via tutto. Ma è altrettanto vero che la facciata mostrata dalle istituzioni in questi giorni è quasi totalmente falsa. Parlano di tagliare i rapporti con le curve e le tifoserie organizzate, ma il laboratorio-sociale stadio è un qualcosa di tremendamente utile ai loro esperimenti da esportare nella società civile.

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

Fiorentina-Napoli 1-3, Finale Coppa Italia 2013/14

La vera paura, ben più grande della repressione da stadio, sono i discorsi orwelliani che si sentono in questi giorni. Oltre alla palese ignoranza di un presidente del Consiglio ed un ministro dell’Interno che chiedono pene già esistenti e spingono per una punizione esemplare nei confronti di chi invoca la libertà di un ragazzo usato da capro espiatorio ed ancora al centro di una vicenda giudiziaria che probabilmente non vedrà mai il tramonto.

Concludo esprimendo tutta la solidarietà nei confronti di Ciro, sperando che si riprenda e possa tornare sugli spalti a gioire e tifare per il suo Napoli. Tutto il resto sono chiacchiere da Arena di Giletti. Il più classico degli esempi delle metastasi che ruotano all’impazzata nell’intestino canceroso dell’Italia. E che non sono certo rappresentate dagli ultras.

Testo e foto di Simone Meloni.