Intervista con il fondatore di uno dei più interessanti esperimenti culturali nati intorno a una squadra di calcio
“Grobarski Trash Romantizam nasce dalla sofferenza per la fine di una storia d’amore”. Inizia così la chiacchierata con Ivan Lovrić, fondatore insieme a Ivan Sarajcić di uno dei più interessanti esperimenti culturali nati intorno a una squadra di calcio. In un pomeriggio di ottobre stranamente assolato, Belgrado e la sua piazza degli Studenti si presentano molto rumorose e vive. I clacson, la gente che cammina e parla, coprono le voci dell’intervista, mentre al tavolo siedono, assieme a me, il fondatore di GTR e Giorgio Fruscione, giornalista, traduttore e imprescindibile punto di riferimento per la realizzazione di questa intervista.
Ma torniamo a GTR, che potrebbe essere tradotto “Romanticismo Trash dei Grobari” (Grobari significa becchini ed è il soprannome dei tifosi del Partizan). Abbiamo detto che siamo di fronte a una delusione amorosa: Nina lascia Ivan, che sprofonda nella tristezza e trasforma questa energia negativa in arte. Si concentra sull’unico amore che gli è rimasto, un amore che non lo lascerà mai, ma che non per questo lo farà soffrire meno: il Partizan.
La prima “apparizione” di GTR nasce da una citazione di Lord Byron. Ivan modifica un’immagine che contiene il primo verso della poesia omonima: “She walks in beauty, like the night”. Ci aggiunge, in serbo e in inglese, “a ja zivim za Partizan i Fight!”. Che in italiano verrebbe più o meno:
Ella incede in bellezza, come la notte
e io vivo per il Partizan,
e per la lotta.
Questa immagine viene postata su Facebook, seguita da un commento che dice proprio “Grobarski Trash Romatizam”. E questa può essere considerata la nascita del gruppo, alla quale seguono altri interventi, per mano di entrambi gli Ivan (Lovrić si occupa della parte poetica, Sarajlić del design), sullo stesso stile, sempre partendo da opere del periodo romantico. È la fine del settembre 2012 e queste immagini riscuotono un discreto successo, generando like e condivisioni e dando al gruppo un’inattesa notorietà, culminata con un’intervista rilasciata al portale B92, piuttosto seguito in Serbia. GTR non solo sta crescendo su Facebook, ma se ne parla, e bene, anche nel mondo reale.
Un passaggio decisivo nel rapporto con il Partizan e i suoi tifosi è la creazione della fanzine “Grobarski Trash Romantizam – Rivista di Arte e Filosofia”. Un titolo molto inusuale per qualcosa che ha a che fare con il calcio. Nel primo numero la copertina è riservata a George Orwell. Il motivo? Un’intervista allo scrittore, dove viene incalzato sulla presunta fede bianconera. Durante la sua celebre partecipazione alla Guerra Civile spagnola l’inglese aveva conosciuto un gruppo di guerriglieri provenienti dalla penisola balcanica, che diversi anni dopo avrebbe fondato il Partizan. È ovviamente un’intervista fittizia, ironica, ma verosimile.
Come lo è quella a Dragoljub “Draža” Mihailović che incontra i fondatori della Stella Rossa. Gli avversari di sempre fanno la conoscenza con l’ideologo dei Cetnici, il movimento di resistenza a base etnica serba, di stampo monarchico-conservatore e anticomunista. Il paradosso è evidente: Mihailović fu infatti giustiziato dallo stesso governo che in quel periodo fondò la Stella Rossa. Eppure, dice Ivan, in curva della Zvezda c’è chi ama farsi chiamare “Cetnici Sever”, Cetnici della Nord. L’idea delle interviste verosimili viene ripresa anche in altri numeri della fanzine, dove spicca quella al primo Presidente della Croazia, Franjo Tudjman, che nel 1955 rivestì anche il ruolo di presidente del Partizan. L’intervista ruota intorno alla leggenda, infondata, che sia stato uno dei fondatori della squadra, e che fu lui a cambiare i colori da rossoblù a bianconero. Fin da subito “Grobarski Trash Romantizam – Rivista di Arte e Filosofia” ha un grande successo, ricevendo un apprezzamento da parte di tutte le fazioni che compongono la curva del Partizan, oggi piuttosto frazionata e in conflitto con se stessa.
Ma GTR ha spesso varcato i confini del calcio e dello sport in generale. “Da un punto di vista antropologico, è interessante il fatto che anche per le persone che non si occupano di sport, Grobarski Trash Romantizam risulta essere qualcosa di simpatico e interessante”. Ci dice Ivan, per raccontarci di come il gruppo sia arrivato ad esporre – più volte, inclusa una sfilata di moda – in una galleria d’arte nel centro di Belgrado. “Quando il nostro amico Tica, chitarrista del Grupa Jna [gruppo punk che fa canzoni a tema Partizan ed è una specie di fratello di GTR], ha parlato con la direttrice della galleria, ne è stata subito entusiasta e ci ha messo a disposizione lo spazio”. Spazio che è stato usato per l’esposizione dei lavori di GTR ma anche per altre performance, come una telecronaca inventata di una finale di Coppa Maresciallo Tito, fra Partizan e Stella Rossa.
I Grobarski Trash Romantizam non si incontrano solo su internet o nelle gallerie d’arte belgradesi. Il loro marchio è impresso sulla città. Ad esempio a Dorćol (quartiere centrale di Belgrado) ci sono più di trenta murales raffiguranti personaggi che in qualche modo caratterizzano la storia passata e presente dei bianconeri. “Il primo murales fu allo stadio vicino alla Curva Nord, rappresentava la Generazione del 1966, quella della finale della Coppa dei Campioni con il Real Madrid”. Un anno dopo c’è stato quello di Dušan “Duško” Radović, a Dorćol. L’intellettuale e scrittore “rappresenta l’anima, lo spirito del Partizan e della città di Belgrado”. Da quel momento, grazie anche alla collaborazione con il frontman del Grupa Jna, Krsma, è nata l’idea di colorare il centro città con i colori del Partizan. Il terzo soggetto è stato l’attore Bora Todorović, poi la cantante Nada Knežević e molti altri ancora. Nota di cronaca, nel gennaio del 2018 alcuni tifosi della Stella Rossa hanno coperto tutti i murales che sono stati però prontamente rifatti.
Ma come sono i rapporti con il club? E con gli altri tifosi e gruppi organizzati? “Noi rappresentiamo solo noi stessi, siamo assolutamente indipendenti, non siamo la voce ufficiale del club e non abbiamo assolutamente quella pretesa. Non apparteniamo a nessuna delle tre fazioni, sia io personalmente che gli altri che ruotano intorno a GTR. Abbiamo amici, in tutte e tre le fazioni, dove esistono persone che amano e non amano GTR.”
Intanto è uscita da qualche mese la seconda monografia, “Crno-bela Ideologija”, Ideologia bianconera. Poi nell’ottobre 2018 si è tenuta una mostra dove le fotografie originali dal 1945 al 1960, che in pochi si ricordavano, sono state ricolorate e ridate a nuova vita. La mostra si chiamava “I colori più belli”. Parallelamente alla mostra si sono tenuti diversi incontri, presentazioni e dibattiti con autori che hanno scritto i libri sul Partizan negli ultimi 10 anni e una tribuna molto interessante dal titolo “Il Partizan è anche per le ragazze”, in cui è stato presentato il punto di vista femminile del tifo del Partizan.
Il rapporto stretto con Grupa Jna si è tradotto anche in un’iniziativa dal nome “Apsolutno trash romanticno”, Assolutamente Trash Romantizem, dove diversi gruppi punk hanno eseguito cover in chiave Partizan, dando vita all’album “Neobjasnjiva aroma”, Aroma inspiegabile.
Insomma un approccio totalmente diverso al mondo del tifo, complementare e tangente alla vita delle gradinate di uno stadio. Un modo per sostenere la propria squadra, per amarla fino in fondo, consapevoli che anche se ti farà soffrire tantissimo, non ti lascerà mai. Ma anche un modo per creare una contrapposizione, ben riassunta da un loro celebre striscione: “Con un libro contro lo zvezdismo”.
Da una parte quindi lo zvezdismo, inteso come portatore degli stereotipi del tifo serbo: il machismo, il tifo violento, Bogdanov, le infiltrazioni mafiose etc.; dall’altro il libro, che rappresenta a pieno GTR, che non è propriamente un gruppo, che è forse più di un gruppo, è “un sentimento, una ‘corrente culturale’, nonché poetica, proprio come il romanticismo”.
Gianni Galleri
Curva Est