In principio era il “Gruppo Anti-Girl” della Lodigiani. Era l’estate del 1996. In una lettera inviata a Supertifo, un componente della nostra tifoseria scrisse che, per la stagione successiva, avrebbe portato con sé, alle partite, lo stendardo “Gruppo Anti-Girl”.
La lettera diceva più o meno così:
“Premetto che non sono omossessuale. Però sono contrario a quelle ragazze che vanno allo stadio solo per mostrare culi e tette fregandosene della squadra”.
Quando sapemmo che la lettera era stata spedita e il suo contenuto, pregammo che non fosse mai pubblicata. Supertifo, che non ci filava quasi mai di striscio, guarda caso, pubblicò proprio quella missiva che scatenò, nelle successive settimane, le risposte piccate, ma spesso divertenti e ironiche di molte ragazze di curva.
Il nostro ultras un po’ esuberante, senza neanche troppe discussioni, fu fatto tornare da noi stessi su più miti consigli e dello stendardo non se ne fece nulla.
Eppure, se preso con le molle, il messaggio aveva un suo perché.
E, chissà come mai, quando ad Agosto ho letto il comunicato di sponda laziale firmato “Direttivo Diabolik Pluto”, diramato in occasione di Lazio-Napoli, tacciato di voler bandire le donne dalla curva, ho ripensato a quell’episodio di 22 anni prima.
Proprio in quell’occasione, mi fece ribrezzo la levata di scudi di giornalisti sensazionalisti, opinionisti improbabili provenienti dai più disparati ambiti della nullafacenza strapagata e mondo sportivo in generale, comprensivo di dirigenti federali o semplici addetti ai lavori. Senza contare l’intervento della Digos e l’indagine avviata per chiarire non si sa che cosa.
Ormai è inutile tornare su temi già dibattuti anche da noi.
Però, è bello constatare che il detto “il pallone è tondo” ha una sua ampia e metaforica consistenza.
La Lega Calcio e i suoi accoliti che si sono venduti agli sceicchi arabi per quattro denari, hanno verificato con mano la legge del contrappasso, disputando la Supercoppa Italiana in uno stadio dove le donne potranno pur andare da sole allo stadio, ma non nei settori riservati agli uomini e solo in quelli per famiglie.
Beh, che dire: anche se volessimo prendere il comunicato laziale e interpretarlo nella sua versione talebana, le 9 file vietate a mogli e fidanzate fanno veramente una figura barbina.
Chi, invece, fa una figura vomitevole sono i signori del nostro calcio che non si accontentano di svilire e sterilizzare quello che era il gioco più bello del mondo per puro profitto personale; no, si prostituiscono, economicamente, moralmente, di fronte a chi “c’ha li sordi”.
Aprite gli occhi, è questa la gente che vuole veramente male al calcio.
Ma non preoccupatevi: dopo la Supercoppa potrete rivedere il circo nel Belpaese con tante donne che seguono il calcio… su Sky, su Dazn, o in confortevoli curve da 40 Euro, dopo che hanno fornito le loro generalità e superato tutte le prove di triathlon per i controlli di sicurezza.
Ad maiora!
Stefano Severi