Appuntamento in quel di Lecce con i mie fidi soci di partitelle per le 11.30 per questo anticipo che si gioca ad ora di pranzo. Gara imperdibile sul piano del tifo a cui non intendiamo mancare, in quanto si contrappongono Lecce e Verona in un classico del calcio italiano più volte in scena, sia in Serie A che in B.

Sceso dal treno un vento fastidiosissimo e un cielo non dei migliori accompagnano la mia consueta camminata che mi porterà allo stadio. Visto il margine di tempo e soprattutto l’orario mattutino, approfitto per una seconda abbondante colazione rigenerativa nel cuore del centro storico, dove è poi sempre un piacere perdersi per gustarsi tutto quello che ha da offrire la città prescelta a corollario dei novanta minuti calcistici. Spesso sono gli spalti a ricordarci che c’è molto altro in uno stadio oltre ad un pallone che rotola, ritrovarsi poi faccia a faccia con elementi e monumenti che spesso anche i tifosi hanno celebrato è sempre una sensazione particolare.

Fortunatamente il cielo tiene e una volta arrivati allo stadio, ognuno di noi va poi a cercarsi il posto migliore, per cui quasi paradossalmente ci salutiamo, anche se ci siamo incontrati non da moltissimo, dandoci appuntamento a fine partita, per scambiare altre due chiacchiere davanti a un caffè, mettendo a confronto le nostre impressioni sulle due tifoserie.

Partendo dagli ospiti, i veronesi arrivano a ridosso del fischio dell’inizio, posizionano lo striscione Hellas Army al di là della vetrata e si compattano tutti nella parte inferiore. Un ottimo numero il loro, considerando che Verona non è a due passi e che la squadra sta attraversando non proprio un periodo brillantissimo. È sempre un’emozione vedere all’opera una delle tifoserie che ha fatto storia in Italia e nel mondo, che in questo particolare frangente si contraddistingue per un tifo tipicamente all’inglese, con molte pause, ma quando partono le manate e i cori secchi rimbombano nello stadio c’è davvero poco da addebitargli. Molto bello il finale quando propongono una sciarpata che resiste per diversi minuti. È la loro personale celebrazione ad una vittoria se non insperata sicuramente molto, molto importante in termini di classifica.

Curva Nord Lecce invece, sempre e comunque all’altezza della situazione. Classici striscioni posizionati in maniera ordinata, molto belli, come sempre direi. Invitano ancora una volta la squadra a lottare come fanno gli ultras, al fine di ottenere a tutti i costi la salvezza. Belle le manate, tanti i fumogeni lanciati, cori secchi e potenti. Nonostante la sconfitta insomma, si può dire senza tema di smentita che la Curva sia uscita anche quest’oggi a testa alta dal Via del Mare. Senz’ombra di dubbio meglio di una squadra che sembra aver smarrito da tempo la cosiddetta retta via, tanto che a margine verrà anche esonerato mister D’Aversa, autore a fine gara di una deplorevole testata al veronese Henry, anche se l’evento può considerarsi più la scusante che non causa principale della sua dipartita.

Da segnalare in ultima battuta i tanti cori di sfottò tra le due tifoserie, curioso se si considera che tempo addietro un vincolo d’amicizia le univa. D’altro canto non è però un elemento di assoluta novità e non di rado la storia racconta di rapporti amicali trasformatisi in più o meno aspre rivalità. Il tempo cambia e non tutto dura per sempre insomma.

C’è ancora tempo fra i convenuti amanti del mondo ultras per una bella chiacchierata prima di congedarci definitivamente. Visto l’orario insolito del match resta ancora gran parte del pomeriggio per potersi ancora una volta avventurarsi per il centro storico, cercando quel qualcosa da mangiare che lo strambo calcio di inizio rendeva impossibile a priori. Tra turisti, brillanti palazzi in tufo e adesivi attaccati in ogni dove, concludere a passo lento questa fantastica domenica prima di prendere il solito regionale che mi riporterà a casa un po’ più stanco di quando sono ripartito, un po’ più ricco di esperienza e bellezza.

C.O.