Quando ero venuto a Castelfiorentino lo scorso gennaio, scorrendo il calendario del Girone A dell’Eccellenza toscana, avevo subito messo in programma di tornare allo stadio “Riccardo Neri” per la partita che si sarebbe disputata il successivo 10 marzo contro i bianconeri apuani.
Quale miglior occasione per poter vedere i massesi all’opera, situazione oltretutto abbinata alla possibilità di organizzare il viaggio con ampio anticipo, contando sul fatto che le partite dei dilettanti si giocano ancora, salvo rare eccezioni, di domenica pomeriggio?
Ero stato talmente accorto su ogni dettaglio da programmare la mia partenza al sabato mattina, in maniera tale da non rimanere beffato nel caso il Comitato Regionale avesse optato per l’anticipo prefestivo.
L’unica cosa che non avevo previsto, ritenendola quasi impossibile, era la possibilità che la trasferta venisse negata ai tifosi ospiti. È risaputo infatti del gemellaggio in essere tra il gruppo delle Brigate e i Massa Kaos.
Invece mi sbagliavo: a seguito dei “fatti di Livorno”, diventati virali tramite i video realizzati con i soliti smartphone galeotti, la Prefettura di Firenze su proposta dell’Osservatorio ha vietato la vendita dei biglietti ai residenti della provincia di Massa Carrara.
Un provvedimento che ha lasciato basiti i più: perché vietare una trasferta per una partita che avrebbe visto contrapposte due squadre con le tifoserie gemellate?
C’erano possibili pericoli di “incontri” durante il tragitto coi livornesi? Possiamo affermare quasi con certezza di no, chi conosce un minimo la Toscana sa benissimo che da Massa, per andare a Castelfiorentino, non ci sono possibilità di passare nemmeno vicino alla città labronica.
Inoltre oggi la compagine amaranto era impegnata tra le mura amiche, allo stesso orario di quella bianconera, per giocarsi una bella fetta di campionato nel match contro la capolista Pianese, distante appena un punto. Un ulteriore motivo per rendere quasi impossibile ogni incrocio tra le due fazioni.
Ricapitolando ci sarebbero stati tutti gli elementi per non considerare a rischio la trasferta degli apuani in terra valdelsana. E invece no: nella tarda mattinata di venerdì la Prefettura fiorentina ha confermato il divieto, facendo riferimento all’Art. 2 del TULPS che di seguito riporta: “il Prefetto nel caso di urgenza o per grave necessità pubblica, ha facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica”.
Ed è così che una volta giunto nell’impianto castellano mi sono ritrovato di fronte una dozzina di Carabinieri, quasi spaesati e probabilmente “grati” per aver evitato di prestare servizio presso lo stadio “Franchi” per il matche serale tra Fiorentina e Roma. Oltre a loro, erano presenti in tribuna anche cinque persone della Polizia di Stato, presumibilmente appartenenti alla Digos.
A fronte di questo inutile spiegamento, le facce sbigottite degli sportivi castellani. Non quelle degli ultras: chi conosce determinate disposizioni sa bene, ahimè, di quanto inutili siano certi provvedimenti, da non rimanerne più nemmeno meravigliato.
Ancora una volta è stata scelta la strada della repressione: una punizione bella e buona, altro che “urgenza o grave necessita pubblica” con buona pace degli intenti educativi o della valorizzazione delle istanze positive del mondo del tifo quale appunto un gemellaggio può essere.
Forse mi sto sbagliando io, magari si è evitata una domenica di “follia ultrà”. D’altronde come non fidarsi di un apparato come l’Osservatorio che, sempre in relazione a questa domenica, ha richiesto “l’individuazione di adeguate misure di rigore” per Nola-Casoria. Peccato che la società casoriana si sia ritirata dal campionato lo scorso dicembre.
Rimane purtroppo l’amarezza per un divieto, l’ennesimo, determinato senza motivo. E verrebbe voglia davvero di lasciarli soli, coi loro provvedimenti, su quegli spalti. Magari ne nascerebbe un bel torneo interforze….
Matteo Biondi