È la vigilia di Pasqua, un vento forte e molto fastidioso caratterizza questa giornata prefestiva in cui, al “Veneziani” di Monopoli si gioca la sfida tra i padroni di casa e il Sorrento. Se non bastassero gli impegni del periodo feriale, in più si aggiunge il calcio d’inizio a dir poco scomodo fissato per le 14, soprattutto per chi lavora o vuole semplicemente coniugare l’evento sportivo con un pranzo in famiglia o la partecipazione a uno dei tanti riti pasquali. Sono discorsi ormai triti e ritriti che solo rievocarli, alimentano il malcontento per questo calcio moderno votato solo agli interessi il cui solo modo possibile per contrastarlo che rimane, volenti o nolenti è resistere e non dargliela vinta, alimentando il dissenso per quanto possibile, per come possibile.

In campo oggi è una sfida molto delicata per la zona salvezza. La classifica dei biancoverdi di casa è purtroppo deficitaria, ma la tifoseria ci crede, popolando anche in quest’occasione i gradoni con ottimi numeri in barba alla categoria, ai pochi punti, all’orario, al prefestivo, a tutto. D’altro canto è questo che contraddistingue gli ultras: andare oltre. Bella la Curva Nord, come sempre protagonista di un tifo costante per tutti i novanta minuti e che contribuisce in maniera determinante a raccogliere i fatidici tre punti. La squadra, a fine partita, non può che rendere omaggio ai tifosi, dedicando loro vittoria e ringraziamenti per il supporto ricevuto, ricevendone in cambio applausi e incoraggiamenti ad onorare la maglia fino all’ultima battaglia.

Da Sorrento una sparuta rappresentanza popola il settore ospiti. Arriva ad inizio gara e si posiziona più defilato il gruppo più attivo Vecchie Maniere. Nonostante il numero esiguo si fa notare con delle buone manate, anche il tamburo viene usato in maniera oculata, molto leggera, accompagnamento senza risultare invadente sui cori, strategia a cui non ho mai visto ricorrere con certi numeri in ballo. In anni di stadi e palazzetti, ho visto non di rado il tamburo trasformare il tifo in una macchietta. Bravi loro e anche di conseguenza belli da sentire e vedere. Un plauso a questo gruppo soprattutto per la sola presenza, che alla fin fine vale più di ogni discorso di circostanza.

C.O.