Per la seconda giornata di ritorno il Rimini attende tra le mura amiche la seconda forza del campionato, la Torres. La formazione di Sassari sembra ad oggi l’unica capace di tenere testa alla capolista Cesena, rivelatasi molto più solida e temibile delle due reduci dalla retrocessione dalla serie cadetta, Spal e Perugia, allestite per ritornare subito in B e invece naufragate ben al di sotto delle aspettative.

La Torres si presenta a Rimini con l’ex di turno Zaccagno, estremo difensore che in estate ha preferito la Sardegna anziché attendere che il proprio futuro si decidesse successivamente al passaggio societario biancorosso. Ovviamente presente un nutrito gruppo ultras, quantificabile almeno in 250 unità. Un numero di tutto rispetto visto le loro difficoltà ad ogni trasferta che, ad eccezione della vicina Olbia, significa sobbarcarsi estenuanti viaggi sia in termini di tempo che dal punto di vista economico.

Basandomi solo sulla mia memoria di inviato sul campo, un numero così elevato di isolani non si era mai visto a Rimini, anzi nell’allora Serie C2 degli anni ’90 da Sassari si presentavano pochi impavidi eroi, raccolti dietro lo striscione “Ubriachezza molesta”. Erano, quei primi anni, pure contrassegnati da un certo rispetto e da accoglienze cordiali, che poi mutarono rapidamente quando entrambe le formazione si ritrovarono a lottare per la promozione diretta in C1. Da allora questa partita è da annoverare tra quelle che le due tifoserie vivono con una certa trepidazione, certo non ai livelli dei rispettivi derby ma spesso teatro di ostilità e scaramucce sia in terra sarda che romagnola.

Anche questa volta non mancano cori si sfottò da entrambe le curve che, all’ingresso delle squadre in campo, non offrono nulla di particolare se si eccettua lo sventolio dei bandieroni.

Gli ospiti rossoblù in larga maggioranza occupano il settore principale dietro le insegne Nuova Guardia, Zero Testa e Old Fans, più altre svariate pezze minori intorno, mentre un gruppo in stile casual, senza pezze identificative, opta per posizionarsi nel settore affianco, anche se chiaramente (e ovviamente senza entrare all’interno di dinamiche altrui) ciò restituisce un senso di disomogeneità e una perdita di compattezza.

Particolarmente colorati Old Fans e Zero Testa con le loro bandiere, invece è la sostanza quella che immette la Nuova Guardia con i suoi maggiori numeri. Manate ben orchestrate e tanti cori anche in dialetto, esaltano il loro spirito di appartenenza al gruppo, prima di tutto, e alla loro terra.

La squadra ospite parte subito forte e infatti dopo qualche primo tentativo, si porta in vantaggio con Fischnaller, il loro giocatore più prolifico in termini realizzativi che si va a prendere gli applausi direttamente sotto il settore ospite, dopo la marcatura. Sembra profilarsi l’ennesima giornata da archiviare per il Rimini, oltretutto reduce da tre sconfitte consecutive, invece anche sul terreno di gioco succede che le cose cambino in maniera diametrale: i Sardi si eclissano inspiegabilmente e la formazione biancorossa non solo pareggia ma ribalta addirittura il risultato, segnando tre reti in appena dieci minuti di gioco.

Fa ovviamente festa la Curva Est con i suoi giocatori, proseguendo poi sulle ali dell’entusiasmo per il risultato, colorandosi con una bella sciarpata biancorossa sulle note dello storico inno “Rimini Vai”. Tutta la curva canta e sostiene la compagine con la maglia a scacchi, quest’oggi sostenuta dagli amici di Novara. Belle le manate e la partecipazione generale. Alla fine della ripresa il risultato non cambia, con somma gioia dei riminesi che ripresisi dopo un inizio di stagione da film horror, tornano a gioire e a scacciare l’incubo di ripiombare nel pantano della zona playout.

Da menzionare a margine, l’esposizione di due striscioni dei padroni di casa, il primo è per ricordare Mattia e Bruco, due giovani ultras a 15 anni dalla loro scomparsa, il secondo invece pizzica ancora una volta i tifosi Sassaresi questa volta per via scritta.

Sul settore ospite c’è da aggiungere che, nonostante intuiscano l’antifona e la sempre più crescente certezza di tornare a casa senza punti, il tifo non cesserà praticamente mai, sospinto dall’iniziativa della NG che punta nuovamente su cori in dialetto, cantando per loro stessi e per la maglia in genere.
Al triplice fischio la formazione rossoblù si porta comunque presso di loro per i saluti di rito, nel frattempo qualcuno aveva già lasciato il settore, ma più probabilmente per le stesse questioni logistiche di cui sopra che non per delusione, visto che la squadra viene comunque genericamente incoraggiata a rialzarsi subito da questo fisiologico incidente di percorso.

Gilberto Poggi