Non so perché ma ogni volta che vengo a Terni lo stadio, la città, la gente, i tifosi e gli ultras sono per me fonte di numerose riflessioni. Quest’oggi la partita si gioca di sabato alle 14 per cui, arrivando in netto anticipo, decido di percorrere la strada che passa dal centro ed arriva sotto la Curva Est del “Liberati”. Ed è proprio fuori dell’impianto che noto i vari gruppi di ultras delle varie sigle delle due curve sostare nei pressi, in maniera discreta e quasi distaccata ma sempre facendo aggregazione, nuove generazioni e ultras più attempati inclusi. Una sottile ma ferma resistenza a quei grossi fabbricati commerciali poco lontani, in cui i pochi e semplici tifosi che girano sembrano la migliore delle risposte all’ondivago dubbio fra reale servizio supplementare per i tifosi o semplice speculazione economica.

Così vicini e così lontani a tutto ciò, citando Wim Wenders e poi Hakim Bey, gli ultras hanno ricreato la loro zona temporaneamente autonoma in cui pur circondati dal calcio moderno nelle sue varie forme anche collateralmente commerciali, ne offrono una visione subalterna e del tutto refrattaria a certe logiche. Un mondo in cui in linea teorica spingono a vivere la propria passione calcistica anche oltre il ristretto evento sportivo, ma poi alzano steccati, varano divieti, aumentano i prezzi dei biglietti, stratificano burocrazia e repressione da cui è evidente che il fine ultimo è solo cavare sangue dalle rape e monetizzare il più possibile, con buona pace di ogni velleità sociale o vecchio rito popolare.

Tornando alla partita odierna, le Fere sono a uno snodo fondamentale per il proseguo del campionato in cui, pur iniziato da appena cinque giornate, la Ternana ha conquistato solo un punto, frutto del pareggio casalingo contro il Bari. Dalla parte opposta il Sudtirol al secondo anno tra i professionisti che vorrebbe bissare l’exploit dello scorso anno concluso ai playoff e il quinto posto in classifica con nove punti sembra un promettente inizio.

Nonostante sia quasi la fine di settembre ci sono oltre trenta gradi ad accogliere le squadre in campo, ma sugli spalti tra abbonati e paganti i numeri indicano poco meno di quattromila presenti, anche se ad occhio più di qualcuno fra gli abbonati ha probabilmente preferito uno degli ultimi weekend tardo-estivi fuori porta. Gli ospiti che invece prendono posto nell’anello centrale, sono trentacinque, divisi in due gruppi ben distanziati tra loro: il più corposo dei quali si sistema dietro lo striscione GRADINATA NORD BOLZANO, che per numeri e impostazione sembrano muovere giusti passi verso una certa crescita.

Gli ultras della Nord entrano tutti insieme quando mancano una decina di minuti al fischio d’inizio, mentre con l’ingresso delle squadre in campo, in entrambe i settori rossoverdi, vengono effettuate delle sbandierate, molto colorata nella Est e questa volta anche più viva di altre nella Nord, dove un numero maggiore di bandiere vengono agitate per salutare il proprio undici. Stessa scelta per gli ultras biancorossi ospiti, con un paio di bandieroni ed un altro paio di bandiere.

Nel primo tempo, nonostante il caldo, entrambe le curve di casa partono veramente bene: la Nord che tiene alto il primo coro per quasi una decina di minuti, mentre nella Est, poco dopo il fischio d’inizio, viene esposto uno striscione per dar sostegno agli undici in campo, unitamente a una piccola coriandolata e all’accensione di una torcia. Il tifo è da ambo le parti abbastanza continuo così come costante è lo sventolio di bandiere: da segnalare fra queste, una di maggiori dimensioni della Nord in onore dell’amicizia che li lega agli ULTRAS INFERNO dello Standard Liegi, presenti tra l’altro con una pezza.

Numerosi battimani ad accompagnare i cori sembrano quasi spingere la Ternana in avanti, che alla mezzora segna con Casasola per la gioia dello stadio intero. Poco prima della fine della prima frazione, la Curva Est ricorda con un nuovo striscione la figura storica di Cif. Nel secondo tempo, a livello meteorologico cambia tutto: un diluvio impressionante si abbatte forte sul “Liberati”, dai 32 gradi si scende drasticamente a 20, ma stoicamente gli ultras, sia nella Nord che nella Est, continuano ad incitare la squadra con un discreto numero di battimani e addirittura nella Nord riescono a sventolare una bandiera e uno stendardo. Fortunatamente col passare del tempo la pioggia dapprima cala per poi terminare definitivamente, così le file degli ultras si ingrossano e il tifo riprende più vigoroso con numerosi battimani ad accompagnare i cori e diverse sbandierate a colorare le curve, con la Est che accende anche una torcia fra le gambe dei presenti.

Passando agli ultras biancorossi, nel primo tempo il loro tifo risulta molto discontinuo con cori che si alternano a pause più o meno lunghe. Coreograficamente si fanno notare per lo sventolio di due bandieroni più un altro paio di bandiere ed effettuano qualche battimano, riuscendo pure a farsi sentire sebbene la propria squadra vada in svantaggio. Nella ripresa con la pioggia battente, benché siano al riparo, sembrano esaltarsi e grazie anche alla netta diminuzione di effettivi fra i ternani, riescono sia ad essere più continui che a farsi sentire maggiormente. Effettuano diversi battimani ad accompagnare i cori, più numerosi rispetto alla prima frazione, poi quando la squadra sembra avviarsi verso la prima sconfitta stagionale, in pieno recupero, al minuto novantatré, esultano per il gol del capocannoniere Casiraghi direttamente su calcio di rigore, che fissa il risultato sul definitivo 1-1, salutato anche da una discreta sciarpata.

Al triplice fischio finale gli ultras ternani continuano a tifare mentre i loro giocatori, con molta calma e qualche timore, si avvicinano al settore. C’è un breve conciliabolo e subito dopo riprende il sostegno e con esso si rinnova la fiducia nei confronti della squadra, stessa scena che si ripete anche sotto la Est nonostante l’amarezza per la prima vittoria sfumata quando tutto sembrava ormai fatto. Sotto al settore ospiti invece, giocatori ed ultras del Sudtirol festeggiano questo punto arrivato in zona Cesarini, che permette di continuare a sognare i piani alti della classifica della serie cadetta.

Marco Gasparri