Strabone, storico e geografo greco vissuto tra il 60 a.C. e il 20 d.C., nell’opera in 17 libri intitolata Geografia descrive un rituale, praticato dalle antiche popolazioni di lingua osca dell’Italia centro-meridionale, chiamato Ver sacrum (Primavera sacra).

In annate caratterizzate da carestie o pestilenze, le genti dell’entroterra appenninico, per alleggerire la pressione demografica sulle esigue risorse dei territori montani, consacravano tutti coloro che nascevano nella stagione primaverile. I neonati, tuttavia, non venivano sacrificati, ma una volta divenuti adulti dovevano abbandonare la propria comunità per stabilirsi altrove.

Secondo la leggenda, questi giovani seguivano, nei loro spostamenti, un animale totemico. Così, i Piceni avrebbero raggiunto la costa adriatica guidati da un picchio, mentre una delle quattro tribù dei Sanniti, quella dei Pentri, sarebbe giunta nel Sannio molisano accompagnata da un toro (Bos taurus). I Pentri stabilirono la propria capitale a Bovianom, l’attuale Bojano, il cui nome, secondo alcuni studiosi, potrebbe derivare proprio dal bue taurino, l’animale che, secondo il mito, avrebbe guidato la migrazione dei Sanniti dalla Sabina nel territorio matesino.

Soltanto da questo dato si può intuire l’importanza della storia di questo centro, di circa 7.500 abitanti, della provincia di Campobasso. Bojano, nell’alta valle del Biferno, si trova ai piedi del Miletto, la cima più elevata del Molise, a due passi dalle piste da sci di Campitello Matese. Fu capitale dei Pentri e municipio romano (Bovianum); nel Medioevo, poi, capoluogo di contea sotto i Longobardi, i Normanni e gli Svevi. Bojano, proprio per la sua lunga storia, vanta tanti monumenti: dalle rovine del castello Pandone, nella frazione di Civita Superiore, al Palazzo Ducale; dalla chiesa di San Bartolomeo (concattedrale della diocesi di Campobasso-Bojano), nella quale si può ammirare l’unico esempio di cripta absidata con sorgente, alle chiese dei SS.Erasmo e Martino e di S.Michele Arcangelo. In un giardino alle spalle del municipio si possono vedere cippi e iscrizioni del periodo romano provenienti dal territorio.

Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, la squadra locale, il Bojano, può vantare una buona tradizione calcistica. Fondato nel 1962, i suoi colori sociali sono il bianco e il rosso e disputa le partite casalinghe presso lo stadio “Adriano Colalillo”. Questo impianto si trova a due passi dallo svincolo di Bojano (Statale 17) e dalla stazione ferroviaria, posta sulla linea Isernia-Campobasso. Il “Colalillo” presenta una tribuna di casa coperta, un settore ospiti scoperto e un manto in erba naturale. Al suo esterno si possono ammirare dei murales in cui sono raffigurate le principali attrazioni turistiche del Molise. Il Bojano può vantare dieci apparizioni nel quinto livello del calcio italiano (Campionato Nazionale Dilettanti, poi Serie D) nel periodo compreso tra il 1999 e il 2014. Attualmente milita nell’Eccellenza molisana.

La prima giornata di ritorno del massimo torneo regionale molisano coincide con una nuvolosa domenica di gennaio, che sancisce la fine definitiva delle festività natalizie. Tra le partite in programma, spicca la sfida tra il Bojano e il Real Guglionesi, un incontro molto atteso per la presenza di due tifoserie, che ne fa una chicca per “partitellari” dal palato fine.

Quanto va in scena al “Colallillo” non delude affatto le attese. Partendo dai padroni di casa, gli ultras del Bojano salutano l’ingresso dei giocatori in campo con una torciata, accompagnata dallo sventolio dei bandieroni. I vari striscioni del gruppo Ultras Bojano colorano il settore creando un bellissimo effetto visivo. Durante la partita i sostenitori biancorossi effettuano tante belle manate e cantano con continuità utilizzando il tamburo, mentre altre luminarie fanno spesso capolino nel settore. In campo la squadra di casa non riesce ad avere la meglio sugli avversari, ma i ragazzi di Bojano tifano lo stesso, con ottima intensità, fino al 90esimo.

Il Real Guglionesi, squadra dell’omonimo comune, di circa 5.000 abitanti, situato nel Basso Molise, è accompagnato in terra pentra da un gruppo di ragazzi che offre un’ottima prestazione di tifo. A inizio partita, messo piede nel settore, gli ultras guglionesani effettuano una fumogenata, che insieme alla torciata dei ragazzi di Bojano crea un’atmosfera che richiama gli anni ’90, tanto che gli stessi calciatori delle due squadre sono quasi increduli nell’osservare quanto avviene sugli spalti. Anche i guglionesani utilizzano il tamburo e tifano per tutta la partita. Il loro supporto, oltre che dai cori, intonati con ottima intensità, è caratterizzato da bei battimani, sempre effettuati da tutti i presenti. Dal punto di vista visivo si fanno notare per il materiale di ottima fattura, per i bandieroni, per le due bellissime sciarpate e per l’accensione di altre luminarie. Nella ripresa esprimono il desiderio di salire in D tenendo i bicchieri in alto.

In campo il Real Guglionesi si aggiudica la contesa vincendo per 2 – 0, grazie alla doppietta di Sivilla. Gli spettatori presenti al “Colallilo” possono affermare di aver assistito a uno spettacolo unico, difficile da dimenticare, reso avvincente, oltre che dall’ottimo tifo dei due gruppi, anche dal fascino del campo in erba naturale inzuppato dalla pioggia e dal fango. Per partite del genere vale davvero la pena macinare chilometri: è in questi contesti che si respira il “partitellarismo” nella sua essenza!

Andrea Calabrese