L’aria di Manfredonia oggi è fresca e vivace, si ritorna finalmente a casa: la burocrazia ha fatto il suo corso e le porte dello stadio si riaprono dopo mesi da quel 15 ottobre in cui il “Miramare” ospitò per l’ultima volta il suo pubblico in occasione della gara contro il Santa Maria Cilento.
Qualche tifoso di casa indossa materiale di curva già dal mattino, hanno saputo venerdì che si può cantare di nuovo per il Manfredonia e passeggiano nei dintorni del Castello, con quella voglia matta di spalti che mancano da troppo tempo.
Si respira inoltre un’adrenalina speciale, perchè la tifoseria che giungerà oggi a Manfredonia non è avversaria, ma amica, amica fraterna. I fasanesi e i sipontini si accompagnano nel panorama Ultras ormai da anni e lo striscione del settore di casa parla chiaro: “Da oltre vent’anni non è solo una partita, Manfredonia e Fasano storia di una vita”. I fasanesi sono qui ospiti molto graditi.
Quando comincia la partita la Gradinata Est, con sullo sfondo il mare d’inverno, canta tanto e forte. E spinge, indipendentemente dall’andamento dalla partita. Oggi è festa doppia per loro e si vogliono saziare di tifo ed entusiasmo: sbandierano e ondeggiano a ritmo, si accende qualche torcia. Una bella immagine per tutta la partita!
A più riprese, mi distraggo nostalgicamente a guardare il vecchio settore sud che ospitava gli Ultras locali, e realizzo che era bello e autentico: gradoni indefiniti e persone appaiate, e qualche balcone con vista stadio-mare. Un bel mix vintage colorato che amavo vedere nei servizi serali della domenica.
L’ingresso da “tappeto rosso” riservato agli Allentati (50 unità circa) mi fa ritornare ad oggi: i fasanesi scendono in campo per la sbandierata di rito e per lo scambio dei vessilli, formano un quadrato e si fanno sentire a fasi alterne. Cantano più forte per il gol del vantaggio e non si risparmiano affatto quando con gli ultras di casa celebrano l’unione. A fine partita festeggiano con i protagonisti in campo, che “riabbracciano” dopo mesi complicati nel rapporto squadra-curva.
Espongono infine due striscioni: per ricordare Fabio, ultras del Rionero, investito e scomparso il 19 gennaio 2020 dopo uno scontro su strada con i rivali del Melfi; l’altro per chiedere “Rispetto per i tifosi sipontini”. L’inverosimile situazione creatasi sullo stadio “Miramare” dopo il salto in D, sta dando non pochi problemi ad una città che ama la propria squadra e meriterebbe di poterne godere fra le mura amiche dopo un precedente lunghissimo esilio per lavori che, alla conta dei fatti, si sono rivelati insufficienti.
A fine partita, quando lo stadio si svuota, le due tifoserie restano ancora un po’ e si scambiano qualche coro ironico per poi continuare la festa anche all’esterno. Per la cronaca, vince il Fasano per 1 a 0.
Quando torno in strada, mi imbatto nella bella immagine composta da qualche ragazzino bandiera in spalla che guadagna sconsolato l’uscita; gli adulti invece, seppur con un po’ di rammarico, vedono il bicchiere mezzo pieno per la propria importante vittoria, quella di esser tornare finalmente a casa con gli amici e con i fratelli ultras di sempre.
Testo di Fortunato Carparelli
Foto di Lucia Melcarne