Quella fra Parma e Cosenza è una di quelle gare in cui probabilmente la sola galleria fotografica sarebbe ben più che esplicativa degli eventi accorsi durante i novanta minuti. Provando comunque a dare un po’ di contesto, questo ventisettesimo turno di Serie B si gioca in infrasettimanale, alle 20:30 di un martedì di fine febbraio dopo che per trentasei ore di pioggia ininterrotta hanno funestato tutto il parmense alla vigilia e con l’acqua che ha continuato a scendere impietosa per tutto il match.

Non ci si poteva dunque attendere il pieno al “Tardini” e a maggior ragione per le difficoltà ambientali c’è solo da fare un grande plauso a chi c’è stato nonostante tutto ed ha anche provato a fare la propria parte, cantando e cercando di motivare i ragazzi in campo. Le stime ufficiali parlano di 10.324 spettatori anche se è evidente anche ad occhio nudo che tanti dei quasi 7.500 abbonati abbiano deciso (o siano stati costretti: non dimentichiamo che è pur sempre un giorno lavorativo) di rinunciare alla partita. Sempre parlando di dati al botteghino, 539 sono stati invece i biglietti venduti nel settore ospiti.

In tutto questo scenario parlare di tifo è quasi ridondante, ad ogni modo in Curva Nord si vede qualche fumogeno, una buona sciarpata a fine gara e davvero poco altro. Uno degli elementi di maggior interesse, è stato sicuramente quello della presenza veneziana fra i cosentini, che ha suscitato le ire dei padroni di casa i quali non si sono fatti pregare per indirizzar loro cori di natura offensiva. Boys e soci hanno provato a fare la loro parte con grandissima generosità, cercando anche di sopperire alla metà degli assenti e devo dire che non mi sono dispiaciuti affatto, talvolta aiutati anche dalla Tribuna che forse intuendo il momento di difficoltà è partita in un’occasione con uno spontaneo “Parma Parma” e poi ha cercato di sostenere il tifo della Curva accompagnandolo con il battito delle mani.

Poco da dire sui cosentini per i quali, un po’ per le stesse ragioni, questa non sarà di certo ricordata come la più bella delle loro prove in trasferta. Salta all’occhio un loro striscione per invocare libertà per gli ultrà e poi poco altro. Vengono però premiati dal campo per la loro stoica presenza sotto la pioggia con un buon pareggio, raggiunto da Camporese verso la fine del primo tempo dopo che Cyprien aveva confermato la ferrea regola del Parma di quest’anno, spesso e volentieri a segno entro il primo quarto d’ora di gara.

Ironia della sorte, la pioggia smette come d’incanto proprio a fine partita. Tornando verso casa dopo il triplice fischio, ho visto persone uscire dalle curve in uno stato davvero pietoso, letteralmente zuppi fin dentro le ossa. Dal mio osservatorio privilegiato e asciutto in tribuna non posso che tributare i più sinceri complimenti a tutte e due le tifoserie. Esserci stati in un’occasione come questa vale davvero molto più della sola e semplice prova di tifo o del colore offerto. Tanto di cappello.

Giovanni Padovani