AS Roma Ultras: Più volte, su questa rubrica, s’è parlato degli AS Roma Ultras, gruppo che ha rappresentato un punto di svolta nel tifo romanista, facendo da precursore a tante altre sigle venute dopo che hanno un forte debito – in termini ideologico-concettuali ed estetici – nei loro confronti.

Dopo che il mitico CUCS si eclissò sotto la spinta delle nuove forze che stavano emergendo in Curva Sud, furono proprio gli ASRU (questo il loro acronimo) a mettersi maggiormente in mostra riuscendo infine a unificarne tutta la parte bassa, intorno ai primi Anni 2000.

Gli ASRU portarono una reale ventata di freschezza in Curva, con un’impostazione di supporto più british (via i tamburi, sostituiti da fragorosi quanto sincronizzati battimani a tutto settore) e principalmente a loro si deve il “recupero” (a livello di tifo) dei veri colori dell’Urbe immortale: giallo ocra e rosso pompeiano.

La rivoluzione che portarono in una delle side più grandi d’Italia fu sia estetica che concettuale. A livello di materiale ci fu letteralmente un proliferare di drappi e due aste – pur senza rinnegare i tradizionali striscioni – fatti a mano ed estremamente curati (in questo i romani, sia romanisti che laziali, restano maestri) uniti all’utilizzo di grossi bandieroni e bandierine di piccole dimensioni che, mischiate alle sciarpe, andavano a formare un vero e proprio “tappeto” giallorosso. Credo che, cromaticamente e coreograficamente, la Sud romanista non sia mai più stata tanto bella come in quegli anni.

Anche a livello puramente concettuale gli ASRU furono innovatori: nel solco dei più longevi Pescara Rangers che già a metà degli Anni ’70 anteposero il nome della città a quello del gruppo, i ragazzi capitolini – oltre a fare la stessa cosa – misero, primi in Italia a livello mainstream, anche il nome per esteso del proprio club: non ROMA, ma AS ROMA… espediente che da lì in poi avrebbero ripreso tutti, quasi indistintamente.

Questo doppio disegno, coniugato nelle varianti di tricolore romanista e italico, vede il sempiterno Quincy Magoo – personaggio dei cartoon partorito dalla geniale matita dell’americano John Hubley negli Anni ’50 – che, proprio grazie al gruppo oggetto di questa “dissertazione”, è divenuto con gli anni sinonimo di stile casual, ripreso e adottato anche da altre tifoserie e gruppi; tra i più noti mi vengono in mente i recentemente scioltisi The Black Sheep di Caserta (non a caso: gruppo di chiara impostazione casual).

Mr Magoo è la perfetta allegoria per immagini del più classico tifoso/ultras romanista: incapace di vedere al di là del proprio naso, per lui esiste soltanto la Maggica, anzi, l’AS Roma!

Per quanti volessero approfondire l’argomento ASRU/Mr Magoo: rimando alle puntate #14, #31, #48 e #68 di questa rubrica.

Trani Calcio: Come per il passato, anche in questa nuova grafica dedicata alla Trani calcistica, ho optato per dare piena centralità alla figura del drago. Simbolo del club quanto della città, in araldica questa terribile fiera emblematizza vigilanza, custodia e fedeltà.

Dandogli una colorazione tra l’azzurro e il blu, l’ho lasciata “libera”, senza tanti orpelli, sormontante la semplice nomenclatura TRANI CALCIO che ben si presta a rappresentare la squadra che nel corso dei decenni ha assunto diverse denominazioni (AS, Polisportiva, Vigor e Fortis) e un piccolo tricolore che, oltre a dare un tocco di varietà cromatica al disegno, simboleggia l’appartenenza del sodalizio pugliese ai campionati italiani.

Per chi fosse interessato ad approfondire la storia e le più recenti vicissitudini del club biancazzurro – in particolare l’ultima grande partita disputata dal Trani, scortato da ben 1.500 tifosi, allo stadio Due Strade di Firenze per la finale della Coppa Italia dilettanti nel maggio 2018 – mi sento senz’altro di rimandare alle puntate #43 e #54 di One Step Beyond.

Ultimamente il tifo per i biancazzurri sta attraversando una fase difficile, potremmo dire una sorta di “congelamento” d’ogni attività di supporto dovuta a motivi interni di cui soltanto i protagonisti conoscono l’esatta natura e per cui qualsiasi considerazione esterna potrebbe risultare errata perché priva di cognizione. Indubbiamente anche i pessimi risultati sportivi del club, impantanatosi da anni nei tornei regionali da cui non riesce a venir fuori, hanno inciso negativamente sul tifo e non ultime le tante promesse fatte e non mantenute dai soliti affaristi e venditori di fumo che hanno gravitato attorno al Calcio tranese, capaci, col loro operato, di mortificare una piazza dal grandissimo potenziale.

Impossibile non accennare allo scioglimento del gruppo Trani 1929 che nel dicembre 2019 decise di mettere la parola fine alla propria bella avventura a mezzo d’un laconico comunicato in cui i suoi ragazzi si dicevano “stanchi di predicare nel deserto” e di come, nella loro città, non avesse più senso “parlare di movimento ultras”.

Al di là d’ogni considerazione speciosa o di parte: i Trani 1929 son stati una grande realtà del tifo provinciale meridionale e la loro uscita di scena ha rappresentato e rappresenta una grossa perdita per la città adriatica e per tutti gli appassionati di tifo. Un gruppo che ci mancherà molto e che, assieme alle altre sigle (GBA e i vecchi Irascibili su tutti), ha portato con stile e onore il nome di Trani in giro per l’Italia.

La speranza, come sempre in questi casi, è che Trani e il suo pubblico possano tornare quanto prima a categorie più consone al loro blasone e che gli spettano di diritto.

Armata Rossa Perugia: Grafica dedicata al gruppo che dalla fine degli anni ’70 rappresenta l’anima più tradizionale del tifo per il Perugia Calcio.

Disegno che pesca nell’attualità e per cui preme fare un’importante considerazione: guardandolo superficialmente potrebbe sembrare – dato il particolare momento storico – politicamente scorretto. “Armata Rossa” è sì il nome del gruppo ultras umbro in oggetto, ma rimanda inevitabilmente anche alla “vera” Armata Rossa di sovietica memoria e che oggi, con l’invasione russa dell’Ucraina, unita al carrarmato che campeggia al centro della scena, potrebbe suonare come una “blasfemia”.

Quello che voglio dire è: questo è soltanto un disegno che utilizza dei simboli che vanno ad assumere tutt’altri significati rispetto alla realtà. Un po’ come quando su striscioni e drappi si mettono teschi o figure che incutono timore o comunque “inneggianti” alla violenza… sono soltanto simboli, esemplificativi dell’essere “contro”, anche a livello immaginifico, insito in ogni gruppo ultras. Ma è qualcosa che rimane puramente a livello estetico e concettuale. Quindi non è che gli ultras esaltino la morte o la violenza o la prevaricazione; è soltanto una simbologia, nulla più. Com’avviene anche in altri ambiti, ad esempio per le band musicali di death-metal: le inflazionatissime immagini di morte (ma anche i nomi stessi delle band) potrebbero far pensare a persone dedite al culto della morte o alla distruzione… nulla di più forviante. È soltanto un qualcosa di superficiale, di molto easy, che crea “atmosfera”, ma con nulla a che vedere con la realtà.

Però puntualmente, quando càpitano fatti incresciosi e difficili da spiegare all’opinione pubblica e alla massaia di turno, la stampa e i media capziosi (coi social come cassa di risonanza) fanno a gara per inventarsi il classico capro espiatorio cui addossare colpe che andrebbero ricercate altrove e legate a cause e dinamiche complesse: mi vengono in mente i casi del massacro di Columbine negli USA per cui fu accusato, per i suoi testi decantanti le armi da fuoco, il rocker Marilyn Manson; e, per restare in Italia, la più recente tragedia di Corinaldo (Ancona) allorquando si diede la colpa al trapper Sfera Ebbasta per degli idioti che con uno spray al peperoncino causarono il panico e la conseguente morte di 6 persone.

Quindi la mia è soltanto una grafica in cui il carrarmato esemplifica, a livello puramente figurativo, la forza dirompente di questo gruppo. Un espediente per farsi “notare”, per rimanere impresso, utilizzando un simbolo inconsueto per il materiale da stadio. Non è certo un’esaltazione della guerra, né l’avallo d’un’invasione militare che sta causando migliaia di vittime e su cui non mi permetterei mai di speculare. Con tutta probabilità, a livello inconscio, questa doppia grafica m’è stata ispirata dalla cronaca, ma resta semplicemente un’immagine, nulla più.

VeneziaMestre Ultras: Grafica che vuol celebrare, soprattutto a livello cromatico, la bellezza del tifo arancioverde del club lagunare che per i suoi ultras e tifosi era, è e rimane VeneziaMestre, a dispetto di stampa e media che si sono allineati al colpo di spugna che ha ingiustamente cancellato la parte di nomenclatura concernente Mestre, lasciando soltanto il (secondo loro) più “spendibile” nome Venezia FC. Del vecchio Mestre che nel 1987 si fuse con lo storico Venezia, resta (magra consolazione) il colore arancio.

Naturalmente tutto ciò non ha minimamente intaccato il cuore pulsante del tifo lagunare che, se mai ve ne fosse stato bisogno, si riconosce unicamente dietro il frutto della fusione. Fino a qualche anno fa c’era l’enorme e bellissimo striscione CURVA SUD VENEZIAMESTRE 1987 dagli sgargianti colori arancioneroverdi… ma anche oggi che il club gioca in Serie A, i suoi ultras si compattano soltanto dietro insegne unioniste. La più chiara e semplice risposta di chi, dai tempi degli Ultras Unione e della fusione, ha portato avanti un ideale condiviso che fosse al contempo espressione, alla pari, di Venezia quanto di Mestre.

Per chi fosse interessato alle dinamiche innescate da questa controversa quanto affascinante fusione, rimando alla puntata # 23 di questa rubrica.

Venendo al disegno (declinato in una doppia versione che differisce unicamente per l’inversione dei colori nel font): ho ripreso proprio uno dei simboli che fu degli Ultras Unione di cui è questione sopra, Fred Flintstone, unendolo al suo eterno amico Barney Rubble. È vero che spesse volte, proprio su queste pagine, ho teorizzato e decantato la bellezza della nostra tradizione italica, monumentale-artistica e concettuale-simbolica, per cui mi aggradano molto quelle tifoserie e quei gruppi che pescano nella propria storia socio-culturale; e talvolta anche le mie grafiche son state propedeutiche in tal senso. Però, d’altro canto, è bello anche svariare per cui un simbolo a ben vedere squisitamente “pop” come il cartoon Gli Antenati – uno dei tanti, meravigliosi prodotti usciti negli Anni ’60 dalla fabbrica di idee ch’era la Hanna-Barbera productions – può tranquillamente rappresentare, per una volta, anche la tifoseria lagunare che ha un patrimonio iconico-culturale unico al mondo e non avrebbe bisogno d’altro.

La burbera, semplice e contagiosa simpatia di Fred Flintstone assurge a icona ultras e ben si presta a rappresentare le gesta della tifoseria arancioverde, equivalendo anche a una sorta di cordone ombelicale mai del tutto reciso col passato e con quel mitico anno 1987 che vide la nascita del club e degli UU.

Un po’ quello ch’è avvenuto a Roma – vedi il disegno in apertura di puntata – sia sponda romanista che laziale. Come per Venezia, anche la Città eterna non è seconda a nessuno in quanto a simboli da poter utilizzare, pescando nella propria immensa tradizione artistica e culturale… però Mr Enrich e Mr Magoo – fermo restando la ben radicata identità d’entrambe le tifoserie nel tessuto socio-storico della nostra capitale – sono iconici alfieri d’un modo differente d’intendere lo stadio e relativa attitudine, figli d’una sensibilità più “moderna” e accattivante.

No one can stop this generation! – Ultras Isernia: Di quest’interessante gruppo del panorama isernino, in particolare della sua nascita e del come e perché d’un nome tanto originale quanto inconsueto, abbiamo avuto modo di vedere in una vecchia puntata di One Step Beyond (#27).

A gennaio i NOCSTG (questo il loro acronimo) hanno spento 8 candeline… un bel traguardo per un gruppo “giovane” che anno dopo anno sta raggiungendo la piena maturità ultras, attestandosi come naturale prosieguo del tifo nella piccola città molisana, nel solco degli storici Cherokee 1994 che per tanti anni hanno tirato la carretta.

Fare tifo in una città di poco più di 20.000 abitanti e in un contesto sociale molto borghese e provinciale non è facile, specialmente essendo al seguito d’un club che – perennemente invischiato in categorie regionali causa ataviche penuria economica e cattive gestioni – regala gioie col contagocce. Una piazza, Isernia, che nel corso della propria storia ha conosciuto, seppur brevemente, anche la Serie C negli Anni ’80 e 2000.

Quest’anno i ragazzi pentri, con grandi coerenza e mentalità, stanno seguendo la squadra soltanto in trasferta, preferendo non entrare nelle gare casalinghe. Ciò per via d’una differenza di vedute con la società calcistica frutto d’una fusione recante nella ragione sociale, oltre al nome di Isernia, altri due di cui i NOCSTG chiedono l’estromissione. Stesso discorso per lo stemma sociale, spurio, di cui viene chiesto il ripristino della tradizione con la sola presenza del serpente (la serpa nel gergo locale), simbolo storico del club biancoceleste.

In un campionato anomalo che ha risentito pesantemente del fattore Covid con tutti i suoi divieti e le restrizioni, i NOCSTG hanno seguìto ovunque la squadra che (a dispetto degli ingenti investimenti e dei proclami pre-campionato) sin dall’inizio del torneo è parsa tagliata fuori dal discorso promozione che vede attualmente l’altrettanto blasonata compagine molisana del Termoli in procinto d’aggiudicarsi la vittoria finale. Soltanto recentemente l’Isernia ha avuto un sussulto d’orgoglio capace d’illudere i suoi sostenitori di poter riaprire i giochi… ma è durato troppo poco; il torneo, per i colori biancocelesti, era già ampiamente compromesso a monte.

Parallelamente all’Eccellenza molisana, l’Isernia – vincitrice della Coppa Italia regionale – s’è fatta strada anche nell’omologa competizione a livello nazionale che l’ha vista, dopo aver eliminato i più quotati “vicini” del L’Aquila, misurarsi contro i sardi dell’Ossese, club del comune di Ossi in provincia di Sassari. Per questa prima assoluta dell’Isernia calcistica in Sardegna, le casacche biancocelesti sono state scortate da una trentina d’irriducibili tra ultras e tifosi, di cui 12 ragazzi dei NOCSTG. Numeri di tutto rispetto, tenuto conto dell’enorme distanza che separa il Molise dalla Sardegna, dell’insita difficoltà nel raggiungerla, del giorno infrasettimanale e soprattutto della misera categoria di cui stiamo parlando. E se si considera che in una delle ultime uscite regionali al seguito dell’Isernia il numero dei ragazzi appartenenti al gruppo fosse pressappoco il medesimo della trasferta sarda: si capisce da sé quanto i NOCSTG siano affiatati e coesi.

Venendo al disegno: a stare dietro un “drappo” di chiara impostazione casual (che nelle fattezze ricorda anche la loro “pezza” principale) ho posto una scimmia in atteggiamento pensante. Sul perché e il percome della scimmia – che nella parlata locale ha anche il significato di “ciucca/sbronza” – abbiamo già accennato in un’altra puntata di questa rubrica (One Step Beyond # 62).

Oltre a ciò, c’è da aggiungere che – al di fuori dei molisani: pochi lo sanno – nei dintorni di Isernia c’è uno dei più antichi insediamenti dell’Uomo in Europa, venuto alla luce a metà Anni ’70 durante gli scavi per la costruzione d’una superstrada, che si fa risalire a circa 700.000 anni fa! Quest’accampamento umano – risalente al paleolitico – di cui è possibile ammirare i resti ma di cui non è ancora stato “ritrovato” l’Uomo che li abitava (il celebe Homo Aeserniensis, per l’appunto rappresentato come un primate assai simile a una scimmia e che nel 1988 fu anche omaggiato dall’emissione d’uno speciale annullo filatelico da parte dello Stato), potrebbe rappresentare un polo attrattivo su scala mondiale. Invece, causa l’incompetenza, il pressappochismo e la disonestà delle classi politiche che nel corso dei decenni hanno amministrato il capoluogo di provincia e la regione Molise, quest’importantissimo patrimonio è stato sfruttato soltanto in minima parte.

Le più antiche tracce della presenza dell’Uomo in Europa all’interno del proprio territorio comunale dovrebbero far gonfiare il petto a chiunque ed essere oggetto di trasmissioni televisive, documentari, libri, meta d’itinerari turistici capaci di far girare la locale economia intesa come hotel, ristoranti, bar, merchandising, gadget et similia… invece, da anni, il “Museo del Paleolitico” di Isernia (ubicato dapprima nel più accessibile centro storico, oggi trasferito fuori città) continua a rimanere un qualcosa di nicchia, coi pochi e ignari turisti che se vogliono raggiungerlo non trovano neppure indicazioni o un autobus che li porti a destinazione; e con le scolaresche che rimangono le uniche che annualmente fanno regolare visita al museo. Tutto ciò la dice lunga sull’intelligenza e le capacità “manageriali” di amministratori e maggiorenti di questa città per cui non v’è da stupirsi se, in quasi 100 anni di storia, anche il Calcio locale annaspi quasi sempre in tornei regionali con qualche capatina in Serie D di tanto in tanto.

Mastiffs Napoli: Di questo imprescindibile gruppo del tifo partenopeo – in special modo del periodo iniziale, intorno ai primi Anni ’90, allorquando i Mastiffs scalarono le gerarchie ultras del supporto azzurro facendo grande la Curva A – abbiamo visto in passato in una vecchia puntata di One Step Beyond (#7) oltre che in molte altre occasioni in cui gl’ho dedicato diverse grafiche.

Anche ’stavolta, come sempre, non ho potuto prescindere dal “mastino”, loro universale simbolo, anche se per l’occasione – staccandomi un po’ dal classico mastiff che abbiamo imparato a conoscere nelle varie pose – ho voluto cambiare, inserendone uno dalle differenti fattezze che spero possa essere ugualmente originale, rappresentando parimenti lo spirito indomito e “aggressivo” di quest’importante quanto imitato gruppo del panorama napoletano e italiano.

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;
One Step Beyond #65: Sciacca, Isernia, Triestina, Brindisi, Campobasso, Akragas;
One Step Beyond #66: Cavese, Verona, Roma, Lazio, Treviso;
One Step Beyond #67: Nocera, Napoli, Genoa, Inter, Livorno, Torino;
One Step Beyond #68: Reggiana, Arezzo, Ascoli, Fiorentina, Roma, Lazio;
One Step Beyond #69: Salernitana, Cagliari, Frosinone, Verona, Catania;
One Step Beyond #70: Sulmona, Ancona, Palermo, Isernia, Napoli, Casertana;
One Step Beyond #71: Casarano, Isernia, Napoli, Potenza;
One Step Beyond #72: Torino, Francavilla, Isernia, Giulianova, Teramo, Cavese;
One Step Beyond #73: Monza, Cavese, Lazio, Roma, Licata, Sulmona;
One Step Beyond #74: Roma, Manfredonia, Isernia, Lazio, Pescara, Benevento;
One Step Beyond #75: puntata speciale cover e immagini plasticate;
One Step Beyond #76: Napoli, Verona, Fiorentina, Sciacca, Cavese;
One Step Beyond #77: Lazio, Sciacca, Isernia, Verona, Milan, Chieti;
One Step Beyond #78: Roma, Isernia, Lazio, Triestina;
One Step Beyond #79: Udinese, Perugia, Lazio, Inter, Isernia;
One Step Beyond #80: Cavese, Catania, Roma, Terracina, Isernia, Lazio;
One Step Beyond #81: Manfredonia, Salernitana, Inter, Catanzaro, Lodigiani, Livorno;
One Step Beyond #82: Paganese, Alessandria, Sora, Sciacca, Verona;
One Step Beyond #83: Sampdoria, Empoli, Isernia, Catania, Fiorentina, Treviso;
One Step Beyond #84: Campobasso, Palermo, Napoli, Pescara, Matera, Giugliano;
One Step Beyond #85: Casarano, Roma, Lazio, Taranto, Savoia;