Palermo FC: Dopo l’esclusione, causa inadempienze finanziarie, dal campionato cadetto 2019 e conseguente ripartenza dall’inferno della quarta serie, in soli tre anni Palermo calcistica torna su un palcoscenico più degno della sua storia e tradizione. Sono ancora negli occhi di tutti gli appassionati – di Calcio e tifo – le spettacolari immagini, che grazie alla diretta Rai han fatto il giro del mondo, dello stadio La Favorita stracolmo di 35.000 anime capaci letteralmente di sospingere, nella finale quanto in tutti i play-off, l’undici rosanero in Serie B.

Senza retorica: Palermo è una piazza straordinaria cui anche la seconda serie nazionale calza assai stretta. Con un pubblico in grado di siffatta partecipazione e numeri: nessun traguardo è precluso. Rappresenta senz’altro un bene quando una città tanto popolosa, calorosa e appassionata si stringe intorno al proprio club calcistico trascendendo gli atavici problemi che l’affliggono, sorta di catarsi collettiva dai mali della società in un’epoca non facile come quella che stiamo vivendo nostro malgrado.

Modena FC 1912: Altra importante piazza del panorama nazionale – tra le più tradizionali della cosiddetta provincia italiana – Modena (dopo la retrocessione del 2016 e il fallimento dell’anno seguente che la costrinse a ripartire dalla D) è riuscita a tornare in Serie B al termine d’un appassionante duello al cardiopalma, combattuto punto su punto, contro i “cugini” granata della Reggiana che pure avrebbe meritato (per pubblico, storia e tradizione) il salto di categoria… ma si sa, il Calcio (e lo sport in genere) sa essere talvolta crudele, perfetta metafora della vita.

Grafica impostata come fosse un gagliardetto e giocata sui bellissimi colori del club della Ghirlandina che, oltre all’ottimo, numeroso e partecipe pubblico “normale”, vanta una tradizione ultras di tutto rispetto con miriadi di gruppi che nel corso degli anni han reso grande il club emiliano, nel solco delle mitiche e indimenticate Brigate Gialloblu Modena che hanno rappresentato un capitolo importante della storia dell’intero movimento nazionale.

AC Milan 1899: Altro team che quest’anno ha potuto finalmente festeggiare alla grande: erano la bellezza di 11 anni che il Milan – a livello internazionale: il club più titolato d’Italia – non si cuciva lo scudetto sulle maglie. Erano stati proprio i rossoneri meneghini, nel 2010-11, a vincere l’ultimo tricolore prima della “dittatura” imposta dalla formidabile Juventus capace d’inanellare la conquista di 9 campionati consecutivi, egemonia rotta soltanto lo scorso anno dall’altra milanese, l’Inter.

Dunque si aveva una gran voglia di festeggiare dalla parte rossonera del Duomo e infatti il popolo milanista non s’è fatto pregare regalando, quest’anno, straordinarie prestazioni d’incitamento e colore, a San Siro quanto in trasferta, culminate col vittorioso match di Reggio Emilia ove gioca le gare interne il Sassuolo. Personalmente credo che negli ultimi anni, se mai ve ne fosse stato bisogno, la Sud milanese abbia fatto capire di quale pasta sia fatta, confermandosi una delle migliori side dello Stivale. Ho visto maggiore compattezza rispetto al passato e gli ultras rossoneri appaiono oggi sempre più come un granitico e impenetrabile monoblocco, un osso duro per chiunque; tanta roba, davvero.

La grafica è concepita come una sorta di drappo/bandierina: sullo sfondo della croce di San Giorgio – su cui giocare, contro l’odiata Inter, la supremazia su Milano – ho posto lo scudo sociale del club contornato d’alloro a rappresentare la conquista del diciannovesimo scudetto. La semplice nomenclatura MILAN ben si presta a un disegno semplice e impattante, tutto basato su un gioco di linee e curve, col bianco ch’enfatizza ed esalta rosso e nero.

AS Roma Casual: Anche l’AS Roma, quest’anno, finalmente ha potuto alzare al cielo un trofeo, aggiudicandosi con pieno merito la neonata Conference League.

Nel ciclismo – altro sport che amo sin da ragazzo e dopo il Calcio: uno dei più popolari del nostro Paese – si dice che non sono i “percorsi” (intesi come salite o pianure) a fare la corsa ma piuttosto i corridori che, col loro impegno, possono trasformare anche 100 km di strada senza asperità in una gara avvincente. Discorso simile può esser fatto nel Calcio: non sono i grandi trofei (scudetto, Champion’s, Europa League) a far esaltare una tifoseria, ma lo spirito col quale si partecipa alle competizioni… Per la Roma è stato così e il suo popolo, in occasione della storica finale di Tirana (ma anche nelle partite d’avvicinamento alla stessa) ha dato ancora una volta prova di tutta la propria unicità, volendo a tutti i costi un “trofeo minore” che alla luce dei fatti vale, per Roma giallorossa, al pari d’una Coppa del Mondo.

Festeggiamenti in grande stile nella capitale come non si vedevano in Italia da anni, per un club che a fronte d’un magro palmarès ha sempre potuto avvalersi d’un tifo travolgente e contagioso, inscalfibile, uno dei più belli al mondo, ch’è sempre andato al di là del risultato sportivo, riconosciuto anche dai “nemici”… ed è tutto dire.

Napoli Ultras: Pur non vincendo trofei, anche la SSC Napoli, quest’anno, è stata sugli scudi, contendendosi con le due milanesi la conquista dell’ambìto tricolore… soltanto a poche gare dal temine – pagando dazio a sfortuna e inesperienza – la squadra azzurra ha mollato la presa, gettando nello sconforto i propri tifosi sparsi in tutto il mondo che, ’stavolta come e più che in passato, avevano a lungo cullato il sogno del terzo scudetto a Napoli.

Questa grafica – coniugata in una duplice versione: “tricolore napoletano” e italiano – vuol restituire un’essenza di semplicità e genuinità, com’è nelle corde del tifo azzurro; ma anche un’immagine un po’ “aggressiva” (mi si passi il termine) data dal bulldog che inevitabilmente rimanda all’eterno immaginario dei Mastiffs 1991, uno dei gruppi più importanti, longevi e influenti non solo del panorama ultras partenopeo, ma dell’intero movimento nazionale. La semplice scritta NAPOLI vuol essere un compendio dell’intero tifo di Fuorigrotta, della Curva A quanto della B.

Un disegno dedicato all’intera tifoseria “napolista”; non stupisca quest’ultimo neologismo: se i tifosi del Milan non milanesi sono detti milanisti, se i tifosi del Torino non torinesi sono detti torinisti, se i tifosi della Roma non romani sono romanisti… allo stesso modo anche i tifosi del Napoli non napoletani – e ne conosco tanti – dovrebbero essere chiamati napolisti. Ricordo che sentii quest’espressione, la prima volta, oltre trent’anni fa, da un compagno di scuola, molisano come me e sfegatato juventino, che alla mia domanda per quale club tenesse il padre, rispose: è napolista!

Alcolismo e malcostume – Isernia: Quest’anno il club molisano – frutto d’una fusione tra la “vecchia” Isernia FC con un’altra squadra cittadina, la San Leucio, e il Roccasicura, comune della provincia – partito con proclami di stravincere il campionato, ha sùbito incontrato difficoltà e pur riprendendosi alla grande nel girone di ritorno, non è riuscito nell’intento di primeggiare nel torneo d’Eccellenza molisana vinto dal Termoli.

Aggiudicandosi la Coppa Italia regionale, prima, e la vittoria dei play-off, dopo, il Città di Isernia ha avuto modo di disputare ulteriori spareggi con omologhe squadre d’altre regioni ch’avrebbero consentito, in caso di vittoria finale, l’agognato salto di categoria. Così non è stato in quanto il club pentro, pur ben figurando, non è riuscito ad arrivare in fondo alle due competizioni. Però tutto ciò ha permesso alla sua tifoseria, in particolare alla frangia ultras, di potersi finalmente misurare con realtà più blasonate rispetto alla misera Eccellenza molisana in cui, fatta eccezione per poche piazze, la presenza ultras è pressoché inesistente.

In tal modo i ragazzi isernini – col gruppo No one can stop this generation! che ha ampiamente ereditato il timone del tifo – hanno avuto modo di confrontarsi dapprima coi rossoblu del L’Aquila, quindi di viaggiare alla volta della lontanissima Sardegna per una sfida contro l’Ossese (squadra di Ossi, comune del sassarese) e infine, in doppia sfida, coi siciliani dell’Akragas. Proprio la contesa contro i biancazzurri girgentani ha dato modo dapprima d’affrontare, dopo quella sarda, un’altra trasferta proibitiva in termini kilometrici, quindi di poter ammirare, dopo anni, una vera rappresentanza ultras nel settore ospiti dello stadio Le Piane di Isernia, in un match che ha riportato sulle gradinate il pubblico delle grandi occasioni e riacceso entusiasmo come non succedeva da anni (vedi tifocronaca Isernia-Akragas).

La grafica in oggetto è un tributo al gruppo ultras di cui sopra e in particolare a una loro goliardica “pezza” (in puro stile casual, com’è nel dna di questi ragazzi sin dal loro esordio) che trovo davvero geniale nell’idea e che s’inserisce perfettamente nel solco dell’ironia, da sempre appannaggio del mondo ultras e che le nuove generazioni continuano a coltivare uscendone di volta in volta con rinnovati “frutti”. Un drappo condivisibile e comprensibile da ogni ultras a ogni latitudine e invisa a benpensanti e moralizzatori, sempre pronti a puntare il dito contro il politicamente scorretto.

Società Sportiva Aesernia: Grafica ideata come una sorta di figurina che celebra la vecchia SS Aesernia che nel 1984 vinse il Campionato Interregionale approdando, per la prima volta nella sua storia, in Serie C.

Quel primo torneo della vecchia, cara Serie C2 – all’epoca composta da 4 gironi – fu un evento incredibile per la piccola città molisana che in quegli anni, com’avveniva un po’ a tutte le latitudini, viveva di Calcio e in funzione della domenica pomeriggio.

Unico caso in Molise – dopo il più illustre e blasonato Campobasso che vanta anche 5 partecipazioni in B – d’un club che abbia raggiunto quello che ai tempi si chiamava “Calcio professionistico”, Isernia visse quel primo campionato di Serie C come un evento storico e per certi versi irripetibile. Dopo anni passati tra la Promozione campana (non esisteva ancora l’Eccellenza e l’autonomia calcistica regionale) e Interregionale che dava modo di scontrarsi con realtà di regioni limitrofe, quel sogno chiamato Serie C diede vanto alla città d’entrare nel “Grande Calcio” e potersi confrontare con piazze importanti del meridione e del più profondo sud.

Così scesero sul campo in terra battuta del rimpianto X Settembre (oggi vergognosamente abbattuto per costruirci un enorme auditorium) club del calibro di: Frosinone, Turris, Paganese, Potenza, Crotone… e siciliane come Licata, Siracusa, Nissa, Canicattì e Alcamo. Oltre a ciò l’Aesernia dovette calcare i campi di compagini campane contro cui non era facile giocare – Afragola, Sorrento, Ercolano, Santa Maria Capua Vetere, Frattamaggiore – in anni in cui il connubio Calcio-città era, ovunque, ai massimi livelli e ogni partita una battaglia, soprattutto sui campi del Sud Italia da sempre paradigmatici in tal senso.

Nonostante ciò, la piazza isernina seppe farsi rispettare e il rinnovato X Settembre divenne uno dei campi più infuocati e temuti dell’intero raggruppamento, anche per via di gradinate praticamente appiccicate al terreno di gioco in cui la “pressione” esercitata dal tifo – mai tanto selvaggio e indiavolato – era qualcosa di reale e tangibile, capace di decidere un campionato, di far salvare il proprio undici, come infatti fu: l’Aesernia chiuse quel primo anno in C al 13esimo posto.

Ricordo lo stadio in quegli anni (anche se tutti lo chiamavano “campo sportivo”… in effetti di “stadio” aveva praticamente nulla) con la memoria che mi fa tornare bambino… Quanto entusiasmo, quanta viscerale passione, quanto sentimento c’era nell’aria!… Un senso di assoluto in cui il Calcio era la vita e che – probabilmente anche per via dell’età – non ho più riscontrato in seguito.

Rimase soltanto due anni l’Aesernia in Serie C, prima che tutto finisse e addirittura il club fallisse dovendo aspettare poi altri 5 lustri per rivedere la “luce”… Però furono tornei intensi, bellissimi, indimenticabili, rimasti marchiati a fuoco nel cuore e nella mente di tutti gli sportivi locali, in particolare il primo anno, quello celebrato nella grafica in oggetto e di cui nel 2024 ricorrerà il quarantennale. Infatti per il successivo torneo, 1985-86, il sodalizio biancoceleste fu spostato nel più compassato e tranquillo girone C, cosa che, assieme a una squadra non più all’altezza dell’anno precedente e che pagò con la retrocessione la propria debolezza, smorzò in maniera netta l’entusiasmo, anticipando di fatto la fine di un’epoca.

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;
One Step Beyond #65: Sciacca, Isernia, Triestina, Brindisi, Campobasso, Akragas;
One Step Beyond #66: Cavese, Verona, Roma, Lazio, Treviso;
One Step Beyond #67: Nocera, Napoli, Genoa, Inter, Livorno, Torino;
One Step Beyond #68: Reggiana, Arezzo, Ascoli, Fiorentina, Roma, Lazio;
One Step Beyond #69: Salernitana, Cagliari, Frosinone, Verona, Catania;
One Step Beyond #70: Sulmona, Ancona, Palermo, Isernia, Napoli, Casertana;
One Step Beyond #71: Casarano, Isernia, Napoli, Potenza;
One Step Beyond #72: Torino, Francavilla, Isernia, Giulianova, Teramo, Cavese;
One Step Beyond #73: Monza, Cavese, Lazio, Roma, Licata, Sulmona;
One Step Beyond #74: Roma, Manfredonia, Isernia, Lazio, Pescara, Benevento;
One Step Beyond #75: puntata speciale cover e immagini plasticate;
One Step Beyond #76: Napoli, Verona, Fiorentina, Sciacca, Cavese;
One Step Beyond #77: Lazio, Sciacca, Isernia, Verona, Milan, Chieti;
One Step Beyond #78: Roma, Isernia, Lazio, Triestina;
One Step Beyond #79: Udinese, Perugia, Lazio, Inter, Isernia;
One Step Beyond #80: Cavese, Catania, Roma, Terracina, Isernia, Lazio;
One Step Beyond #81: Manfredonia, Salernitana, Inter, Catanzaro, Lodigiani, Livorno;
One Step Beyond #82: Paganese, Alessandria, Sora, Sciacca, Verona;
One Step Beyond #83: Sampdoria, Empoli, Isernia, Catania, Fiorentina, Treviso;
One Step Beyond #84: Campobasso, Palermo, Napoli, Pescara, Matera, Giugliano;
One Step Beyond #85: Casarano, Roma, Lazio, Taranto, Savoia;
One Step Beyond #86: Roma, Trani, Perugia, VeneziaMestre, Isernia, Napoli;
One Step Beyond #87: Verona, Catania, Isernia, Livorno, Vicenza;