One Step Beyond #93: Sciacca, Napoli, Lazio, Nocerina, Matera, Catania

Ultras Sciacca: Realtà calcistica e ultras molto presente su questa rubrica per il calore e gl’incredibili numeri del suo popolo sportivo capace – a fronte d’una città, Sciacca, di modeste dimensioni – di stupire e far parlare di sé addetti ai lavori e semplici appassionati.

Attualmente il sodalizio neroverde, l’Unitas, milita nel girone A del campionato d’Eccellenza siciliano, stazionando intorno a metà classifica.

A differenza dell’innumerevoli grafiche presentate in passato, questa volta – oltre all’elemento calciofilo/casual rappresentato dalle scarpette da gioco – ho inserito la novità di simboli che richiamassero la vocazione marinara della città: un’àncora e un pesce; il centro agrigentino è infatti il secondo porto peschereccio più importante di Sicilia, dopo Mazara, e uno dei principali del Mediterraneo.

Commando Ultrà Curva B Napoli: Uno dei gruppi più importanti della storia del movimento ultras italiano. Seppur la sua vicenda – e in particolare quella dell’indiscusso leader, Gennaro Montuori in arte “Palummella” – sia stata in parte “rinnegata” un po’ da tutte le Curve (le due partenopee in primis), bisogna comunque riconosce al CUCB se non altro un valore storico per quanto fatto e rappresentato.

Per decenni il grande gruppo di massa della Curva B di Fuorigrotta, nato nei primi Anni ’70, è stato uno dei soggetti più aggregativi nella capitale del Mezzogiorno e seppur carico di contraddizioni ha comunque fatto “scuola” soprattutto a livello coreografico e di colore (oltre che calore, naturalmente). Le imponenti coreografie a tutto stadio organizzate dal CUCB sono rimaste nell’immaginario collettivo, per un gruppo che – già all’epoca inviso e criticato da molti in quanto giudicato “eterodosso” rispetto alla cosiddetta “mentalità ultras” – denotava una spiccata vena artistica oltre che ironica.

Questa grafica, dunque, non vuol esserne un’apologia, ma soltanto il riconoscimento a una realtà storica imprescindibile del supporto per il Napoli, sorta di “seme” da cui sarebbe poi germogliato tutto un movimento, soprattutto a livello ideologico-attitudinale, completamente diverso.

Laziali: Stesso discorso fatto per la grafica in apertura di puntata, anche la Lazio, calcistica e ultras, trova ampio riscontro in questa rubrica. Per i colori, i simboli, il forte attaccamento del suo pubblico, la sua importante storia tifologica e anche la possibilità di poter, a livello grafico, azzardare.

Questa volta – utilizzando la sempiterna aquila stilizzata concepita, oltre 40 anni fa, dallo studio di design facente capo al compianto Cesare Benincasa – ho immaginato una sorta di drappo (ma potrebbe essere anche un adesivo o una card) proponendolo nella doppia versione: “classico” e con effetto plastico capace, grazie a un gioco di luce e riflessi, di esaltarlo maggiormente.

Ultras Nocera: Invischiata nei meandri della quarta serie – categoria indubbiamente troppo stretta per i trascorsi e il blasone di questa nobile piazza – Nocera calcistica rappresenta una delle realtà storiche del nostro sport più amato.

Personalmente – tenuto conto di grandezza della città e bacino d’utenza – considero la tifoseria molossa una delle più rappresentative del panorama meridionale minore e lungo tutti gli Anni ’90 e buona parte dei 2000, quella rossonera è stata una delle migliori del football provinciale, con numeri pazzeschi in casa e imponenti in trasferta, per una side tosta e scorbutica contro cui, per chiunque, è difficile misurarsi.

Fisiologica l’emorragia di pubblico che la piazza campana ha conosciuto negli ultimi anni, figlia di mortificazioni e ingiustizie sportive, oltre a mancanza di progettualità a livello societario, aspettando tempi migliori. Una tifoseria, comunque, sempre pronta a infiammarsi qualora l’occasione chiami; al di là d’ogni contingenza, a Nocera il Calcio rimane radicato fenomeno sociale e di costume.

La grafica che vi propongo, in doppia variante, è d’impostazione “classica” e vede l’eterno mastino (universale simbolo di club e tifoseria) campeggiare nella parte centrale a inframmezzare le scritte in un font futuribile quanto accattivante.

FC Matera: Dell’importanza del club murgiano abbiamo già trattato in precedenti puntate e recentemente (One Step Beyond #91) ci siamo soffermati sul bellissimo ricordo dell’unico torneo cadetto disputato dai lucani a cavallo tra i ’70 e gli ’80.

Parlando più strettamente di tifo: dopo qualche anno di transizione, il supporto nello stadio XXI Settembre è tornato su ottimi livelli, così pure nelle trasferte più lontane in cui gli ultras biancazzurri hanno ritrovato grande compattezza e, proprio recentemente, c’è stata una rinascita in grande stile della side materana che si presenta come un grande monoblocco molto coeso e massiccio, spoglio (per ora) di materiale che lo identifichi e unicamente intento a un sostegno deciso e intransigente.

La grafica che presento in quest’occasione – come fatto anche in passato – vede nel ruolo di protagonista il celebre bue che campeggia sullo stemma araldico comunale e che spesso è stato utilizzato anche dai tifosi oltre che dal club. Qui, l’animale simbolo della città dei Sassi, ha una posa molto bellicosa, assai simile a un toro che carica. L’insieme vuol ricordare una sorta di badge o card.

Catanesi: Spesso mi faccio sopraffare dal pessimismo e dal “nostalgismo” pensando che il passato sia irripetibile e certi spettacoli ed emozioni restino soltanto un ricordo. Una visione fosca anche del mondo del tifo, pallido ricordo di quello che fu negli anni ruggenti e di come il mondo ultras sia agonizzante e destinato a estinguersi…

Poi però, ogni anno, vengo smentito da qualche tifoseria capace di ribaltare ogni preconcetto e più funesta previsione. Questa volta a farmi ricredere son stati i catanesi! Certamente non li scopriamo oggi… parliamo d’un popolo sportivo che, negli Anni ’80, fu capace di portare oltre 40.000 tifosi a Roma per gli spareggi valenti la Serie A e che, qualche decennio dopo, nei Duemiladieci, invase letteralmente i templi sacri del Calcio italiano (Olimpico e San Siro su tutti) con numeri altisonanti, giocandosela alla pari con realtà metropolitane di molto superiori alla loro.

Quest’anno, dopo il vergognoso tracollo dello scorso campionato (quando, a giochi ancora in corso, la Lega estromise ingiustamente il Calcio Catania dalla terza serie) i rossazzurri etnei sono ripartiti dalla Serie D, categoria assolutamente inadeguata per una piazza di siffatta portata. La risposta è stata sorprendente, sontuosa, di quelle che non ammettono repliche. Inutile quanto superfluo spandersi in lodi per descrivere il calore dei catanesi: le centinaia di immagini e video – riportati anche dalla nostra testata – che li immortalano durante la passarella trionfale che li ha riportati subito in Serie C: parlano da sé senza bisogno d’aggiungere molto. Ogni vero appassionato di tifo non può che rimanere estasiato dinanzi a tali spettacoli che fanno bene, oltre che ai diretti interessati, a tutto il nostro movimento.

Luca “Baffo” Gigli.

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